L'inps dimezza la pensione a una malata di Sla: l'indignazione del web

Barbara Giuggioloni, 39 anni, maceratese malata di sla
Barbara Giuggioloni, 39 anni, maceratese malata di sla
di Alessandra Bruno
Venerdì 16 Gennaio 2015, 11:38 - Ultimo agg. 11:58
2 Minuti di Lettura
L’Inps sbaglia i calcoli e dimezza la pensione a Barbara Giuggioloni, maceratese malata di Sla. “ Dal 1° febbraio prenderò 700 euro, è l’ennesima batosta. Devo restituire 3500 euro, quando ci sarà un po’ di giustizia?”. E’ questo lo sfogo che ha già suscitatto un'ondata di indignazione postato ieri su Facebook da Barbara, 40 anni quest’anno, una donna battagliera che nel 2011 è stata colpita da una delle patologie più gravi e degenerative, la sclerosi laterale amiotrofica, meglio conosciuta come Sla.



Il messaggio sui social ha raccolto consensi e indignazione, attirando anche l’attenzione dell’amica e consigliere comunale Anna Menghi, presidente provinciale dell'associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic)che scrive, rincuorandola: “Ciao cara adesso non sono a Macerata, ma appena torno possiamo vedere tramite l’Anmic”. La giovane maceratese, mamma di una bambina di 12 anni, nonostante la malattia, non ha mai perso la fede e la speranza di condurre una vita serena.



In ogni foto condivisa con gli amici del web, spunta un sorriso contagioso: “Voglio essere autonoma, è il mio sogno”, racconta attraverso il computer. Barbara è inchiodata ad una carrozzina, non respira bene e affida le sue parole ad un comunicatore oculare, che dà voce ai suoi pensieri. Accanto a lei il coraggioso marito, Carlo Ranzuglia, 43 anni, che per starle accanto ha chiuso la pizzeria a Villa Potenza, aperta qualche anno fa: “Da quando Barbara si è ammalata - confida - la pensione è stata sempre di 1350 euro, comprendente i contributi, l’invalidità e l’accompagno. Questa mattina (ieri n.d.r) è arrivata la lettera dell’Inps ad informarci che nel 2012 mia moglie ha percepito troppi soldi e che quindi dobbiamo restituire 3500 euro. Sono arrabbiatissimo e non trovo il senso. Si può mandare un avviso senza constatare le condizioni della persona malata?”. Poi prosegue, addolorato: “Io sono disoccupato, abbiamo una bambina da mantenere, non possiamo farcela con 700 euro”.



La vita della giovane coppia è stata sconvolta da un male, per cui ora non c’è cura: “Barbara è una donna meravigliosa e non lo dico perché è mia moglie- spiega Carlo- non ha mai smesso di lottare e nessuno le porterà via il suo senso dell’umorismo. Siamo stati ovunque, per migliorare la situazione, anche a Gerusalemme; eravamo in lista per il metodo Vannoni, ma si è rivelato un buco nell’acqua. Barbara piange ogni giorno, nulla è semplice, solo chi vive in un contesto come questo, può capire”.



Con la forza che li ha sempre uniti, i coniugi di “casa Ranz”, come si chiamano affettuosamente, non hanno nessuna intenzione di arrendersi: “Andrò subito a parlare con l’Inps, voglio delle spiegazioni - annuncia Carlo - ho il diritto di prendere la cifra che ho preso fino ad oggi, altrimenti porteremo la vicenda in televisione”. E chiude con un appello: “Spero che lo Stato faccia qualcosa di concreto per rendere la vita di tutti i malati più felice”.