Giorlandino ai pm: «Sono fuggita
perché vittima di violenze e ricatti»

Giorlandino ai pm: «Sono fuggita perché vittima di violenze e ricatti»
di Raffaella Troili
Martedì 1 Luglio 2014, 12:19 - Ultimo agg. 14:48
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«Sono fuggita perché sono stata vittima di violenze». Violenze che secondo i legali della donna si configurano come reato.

Maria Stella Giorlandino ha raccontato i motivi del suo gesto ieri pomeriggio in procura, la disperazione, la paura di esser seguita, perseguitata che l’hanno portata a decidere di allontanarsi da tutto e tutti. Ha riferito dei contenziosi con il fratello, il ginecologo Claudio Giorlandino, delle denunce, le cause civili in corso.

Per capire cosa c’è dietro la sua fuga di quattro giorni, i magistrati ascolteranno anche i parenti dell’imprenditrice, fratello compreso.

La donna è stata ritrovata sabato sera nella basilica di Pompei da un’agente di polizia non in servizio. Aveva vagato per stazioni, Gaeta, Formia, Napoli, Salerno e aeroporti. «Non è una squilibrata è una persona perbene», precisa l’avvocato Stefano Maranella, legale dell'imprenditrice del gruppo Artemisia Lab. «Mentre qualcuno, che dice di volerle bene tende a farla passare per una persona priva di equilibrio e quindi portata a compiere atti inconsulti». Sui motivi dell'improvviso allontanamento della donna, il penalista lascia intendere che dietro quel gesto ci possa essere stato anche il peso dei contrasti legati alla gestione del patrimonio di famiglia.

CINQUANTA CAUSE

«Abbiamo a che fare con quasi 50 cause ed è possibile che Maria Stella abbia vissuto un momento di forte stress e di sconforto tanto da abbandonare la famiglia e la città senza dir niente a nessuno dei suoi problemi e andando a Pompei, con poche centinaia di euro in tasca e vivendo come una barbona. Può capitare a ciascuno di noi l'esigenza improvvisa di staccare dalla vita di tutti i giorni e darsi alla fuga senza una vera meta».

Negli ultimi tempi la manager aveva confidato agli amici intimi di essere sotto pressione, provata. «Ogni giorno c’è un problema nuovo, non ce la faccio più», anche l’ultimo giorno, mercoledì, durante una riunione nel centro di via Piave.

Il commissariato di Pompei ha già raccolto la versione dell'imprenditrice al momento della sua identificazione ed ora quel verbale finirà al vaglio della procura di Roma dove il procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani ed il sostituto Mario Dovinola procedono in seguito alla denuncia di scomparsa fatta dal marito dell'imprenditrice. Ieri la donna ha fornito i primi approfondimenti.

LE LITI FAMILIARI

Ma sarà necessario ascoltare collaboratori, amici e parenti, considerata la battaglia legale che antepone Maria Stella al fratello. Sarà sviscerato il contesto familiare, forse verranno anche approfondite le denunce presentate da Maria Stella e dal marito Carlo De Martino. «Da un anno non viviamo più, siamo seguiti, pedinati, perseguitati, qualcuno ce l’ha con noi, vuole farci del male e noi abbiamo paura di tutto ormai», hanno detto più volte la Giorlandino e il marito. Ieri il fratello aveva teso una mano alla sorella: «Per lei ci sarà sempre, ma allontani i cattivi consiglieri». Anche lei Maria Stella sembrava cercare la pace: «I contrasti giudiziari con mio fratello Claudio mi hanno angosciata e delusa fortemente, anche perché lui è l’unica persona che mi è rimasta della famiglia d’origine. Comunque gli voglio sempre bene nonostante tutto». A quanto pare, invece, la guerra è tutt’altro che finita.

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