Omicidio del piccolo Gabriel, spunta un terzo telefonino

Omicidio del piccolo Gabriel, spunta un terzo telefonino
di Vincenzo Caramadre
Mercoledì 7 Agosto 2019, 16:04 - Ultimo agg. 18:07
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Omicidio del piccolo Gabriel Feroleto : a quasi quattro mesi dalla morte del bambino, spunta un terzo telefonino.
I carabinieri su ordine della Procura di Cassino nella giornata di ieri hanno sequestrato il telefono del fratello di Donatella Di Bona e il 4 settembre prossimo al Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Roma ci sa- rà l’accertamento tecnico non ri- petibile sullo smartphone.
Si tratta di un telefonino di marca Huawei in uso al fratello di Donatella Di Bona sul quale gli investigatori intendono eseguire gli accertamenti tecnici, vale dire l’estrapolazione delle liste di chiamata, ma sopratutto la mes- saggistica di testo e quella effet- tuata attraverso App come WhatsApp e Messenger, per ricostruire eventuali contatti che Donatel- la potrebbe aver avuto con terze persone con il telefonino del fra- tello.
A quanto pare, infatti, la 28en- ne madre del piccolo ucciso il 17 aprile scorso nella campagne di Piedimonte San Germano (in località Volla), spesso utilizzava il telefono del fratello per chiama- re o chattare con terze persone.
La finalità degli investigatori è di avere quante più informazioni possibili e ricostruire nel dettaglio le ore precedenti l’omicidio del piccolo Gabriel, ma anche ri- scontrare le dichiarazioni rese da Donatella e dai suoi familiari sui contatti avuti nella mattinata del 17 aprile scorso.

I DUBBI

Donatella ha chiamato qualcuno? Ha messaggiato con qualcuno? Ha esternato qualcosa a terze persone prima di incontrare Nicola e portare con se il piccolo?
Queste e altre domande, in queste ore, si stanno ponendo gli investigatori e le risposte potrebbero arrivare dall’estrazione del- la cosiddetta copia forense del telefonino, che verrà eseguita alla presenza degli avvocati Lorenzo Prospero e Chiara Cucchi che assistono Donatella D Bona e Luigi D’Anna che difende Nicola Feroleto.
Un accertamento ulteriore, di dettaglio, che il sostituto procuratore Valentina Maisto, che coordina le indagini, ha disposto in attesa di tutte le altre relazioni.
Su tutte quella del geologo, incaricato di analizzate il terriccio isolato sotto le ruote dell’auto di Nicola Feroleto, il papà del piccolo. L’uomo, in carcere dall’aprile scorso per concorso in omicidio, giura di non essere stato presente al momento dell’omicidio che sarebbe avvenuto in un prato in località Volla a Piedimonte San Germano.

IL TERRICCIO

Per questo la Procura intende appurare se il terriccio presente sotto le ruote delle sua Fiat Punto sia compatibile con il luogo dell’omicidio confessato dalla madre del bambino.
Ma tutti gli accertamenti, ormai da qualche settimana, vengono eseguiti contestualizzandoli con la dinamica efferata di morte del bambino.
L’autopsia, infatti, ha chiarito che il bambino è morto per asfissia meccanica, attraverso la chiusura, contemporanea, del naso e della bocca. Un’agonia di oltre dieci minuti prima della morte. Nel frattempo la donna che, come noto, dopo varie versioni ha confessato e tirato in ballo nella dinamica dell’omicidio proprio Nicola Feroleto, rinchiusa nel carcere di Roma-Rebibbia, continua a rimanere stretta nel suo si- lenzio.
Lui, invece, Nicola trasferito al carcere di Frosinone ormai da qualche settimana continua a ripetere al suo avvocato di «non essere coinvolto nella morte del bambino».
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