«Inganno ai consumatori, così il prosecco croato danneggia la produzione italiana»

«Inganno ai consumatori, così il prosecco croato danneggia la produzione italiana»
Lunedì 13 Settembre 2021, 18:08 - Ultimo agg. 20:51
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«È incredibile che l'Unione europea permetta questo! Sembra proprio un attacco a uno dei prodotti che stanno crescendo maggiormente nei mercati internazionale. L'assurdità è che permettono questo sounding nocivo ad un Paese accanto». Lo afferma Giorgio Polegato presidente della Coldiretti di Treviso sul via libera al Prosek Croato a danno del Prosecco italian. «E non si tratta di giudicare il vino croato in questione perché è un prodotto totalmente differente», aggiunge, spiegando che ,«anzi, il rischio è proprio quello di ingannare i consumatori. Inoltre, tutto questo accade proprio mentre la Corte di Giustizia europea condanna i nomi illegittimi di altri prodotti».

«È necessario fare presto per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo», l'appello. «Si tratta di un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare la denominazione prosecco dai falsi come in Argentina e Australia». Di qui la decisione di opporsi. «Dopo la pubblicazione in Gazzetta, tutte le parti interessate disporranno di un termine di due mesi a decorrere dalla data di pubblicazione per presentare un'obiezione motivata che la Commissione analizzerà prima di adottare una decisione finale».

«La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione del prodotto croato denominato Prosek é sconcertante: l'impegno e la fatica dei viticoltori del Conegliano Valdobbiadene sono concretamente minacciati, così come lo è un prodotto simbolo del made in Italy», dichiara pure Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg.

E conclude: «Dobbiamo fare squadra per proteggere il nostro prodotto e il nome Prosecco, ma anche per non creare pericolosi precedenti. L'Italia è ricca di prodotti simbolo amati in tutto il mondo e la loro difesa è fondamentale per l'economia italiana».

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