Desirée, la versione choc dello stupratore africano: «Eravamo fidanzati»

Desirée, la versione choc dello stupratore africano: «Eravamo fidanzati»
di Michela Allegri e Alessia Marani
Sabato 27 Ottobre 2018, 08:00 - Ultimo agg. 15:30
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Ammissioni parziali, un tentativo di ritagliarsi un ruolo marginale nella vicenda. Una dichiarazione choc: «Conoscevo Desirée, avevamo una storia, ma lei mi aveva detto di essere più grande, di avere 22 anni, più o meno la stessa età della sua amica ventiquattrenne. Venivano sempre qui». E ancora: «Sì, abbiamo avuto un rapporto sessuale, ma non l'ho stuprata. Lei fumava il crack ma quando sono andato via era ancora viva».

Sono le parole che Mamadou Gara, 27 anni, senegalese, venditore abusivo per le strade di Roma, avrebbe detto agli investigatori prima di essere portato a Regina Coeli. E che questa mattina potrebbe ripetere nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip. È accusato di avere drogato, violentato e lasciato agonizzante nello stabile diroccato di via dei Lucani, a San Lorenzo, Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata morta nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana. Anche un altro degli stranieri accusato degli stessi reati avrebbe ammesso: «Siamo stati insieme, ma nessuna violenza». Anche per lui e per il terzo uomo fermato nella Capitale è il giorno dell'interrogatorio. Intanto grazie alle dichiarazioni dei testimoni gli inquirenti aggiungono tasselli per ricostruire le ultime ore di vita di Desirée.
 
Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Stefano Pizza non hanno dubbi: il branco - il quarto componente è stato arrestato ieri - ha bombardato di droga e tranquillanti la sedicenne, per renderla incosciente e incapace di difendersi. Per poi violentarla in gruppo. Per l'accusa, quando si sono accorti che la ragazzina stava morendo, se ne sarebbero andati, abbandonando il suo corpo nudo sul materasso. Per gli inquirenti hanno agito «senza scrupoli» e «senza nessun rispetto per la vita umana». Quello che è successo a partire dal primo pomeriggio di giovedì della scorsa settimana fino alle 4 della notte, quando l'ambulanza del 118 con l'aiuto dei vigili del fuoco riesce a rompere i lucchetti della porta di ingresso dello stabile - si passava solo da un piccolo varco, rannicchiati -, Procura e Squadra Mobile lo stanno ricostruendo ora dopo ora, una decina le dichiarazioni a verbale. L'amica con cui Desirèe aveva trascorso gli ultimi due giorni a San Lorenzo, Antonella, ha un solo cruccio: «Le avevo detto di venire a dormire a casa mia, ma lei ha risposto che voleva rimanere lì. Poi mi aveva pure fatto arrabbiare e me ne sono andata. Erano le 23,30, era ancora viva, lucida. Mi hanno telefonato nel cuore della notte per dirmi che era morta». Gli investigatori, però, sono convinti che le violenze siano cominciate già nel pomeriggio e che siano proseguite fino a notte. Desirée sarebbe morta dopo 12 ore di agonia e sevizie. «Era ingenua, se ne sono approfittati», rincara Antonella.

Sono stati i primi accertamenti autoptici a rivelare l'orrore. La ragazzina aveva una ferita «lacero contusa» a una gamba, nell'interno coscia, vicino all'inguine e a un piede. I segni di quello che per la procura è uno stupro di gruppo sono emersi con evidenza. Un altro dato certo è che la morte potrebbe essere sopraggiunta per soffocamento nel corso di una overdose. Desirèe frequentava quel covo di spacciatori e sbandati da circa due settimane. I testimoni raccontano che aveva detto di non avere soldi e di essere in rotta con la famiglia. In via del Lucani cercava droga da acquistare, o da barattare con rapporti sessuali. «Cercava anche il tablet che non trovava più - dice un altro amico, Nasco - ci avevo parlato a lungo prima di giovedì, dice che a casa la maltrattavano e che era voluta scappare». Un'altra testimone di origine slava racconta: «L'hanno stuprata in quattro, prima però le hanno fatto prendere il tranquirit, poi il crack e il metadone. Non ci capiva più niente. Fino all'1.30 era viva». Un'altra tossicodipendente la vede nuda e morta sul materasso, la riveste alla meno peggio. Un'altra ragazza, corre a cercare una volante. Proprio contro di lei si scaglia ora Antonella: «L'ha venduta per la droga, ha detto che sarebbe stata zitta, che non avrebbe detto chi era stato a ridurla così, in cambio di dosi gratis».

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