Uccisa dalla grata a Roma, i funerali di Tiziana tra rabbia e dolore

Uccisa dalla grata a Roma, i funerali di Tiziana tra rabbia e dolore
di Adelaide Pierucci
Domenica 21 Agosto 2016, 10:37 - Ultimo agg. 20:43
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L'indignazione del quartiere era tutta racchiusa in uno striscione appeso fuori dalla chiesa: «Tra le lacrime di dolore, un grido di rabbia. Giustizia per Tiziana». Dentro la cappella solo commozione, i fiori (una corona è stata inviata dal sindaco Raggi), e l'applauso al passaggio del feretro. Portonaccio ieri ha dato l'addio a Tiziana Laudani, morta a 37 anni cadendo in una buca, nella voragine creata da una grata spostata e mai ripristinata, al largo San Giuseppe Artigiano. Dal viceparroco della chiesa di Sant'Atanasio che ha officiato la messa funebre, però, solo un cenno alle cause della tragedia. «Noi uomini siamo capaci di fare cose brutte, ma capacissimi di amare» ha detto don Marco. «Io vedo tanta solidarietà, tanta vicinanza. Gli occhi raggianti di Tiziana poi ci potranno dire».

A parlare, invece, è stata la famiglia, nella disperazione del distacco. «Perché? Perché» ha ripetuto urlando il padre della vittima, accasciandosi, a messa finita, nel cortile della chiesa. L'ambulanza che lo ha soccorso ha preceduto così di un paio di metri il carro funebre della figlia diretto a Prima Porta. Poco prima era toccato alla sorella di Tiziana, Ombretta, di svenire sopraffatta dal dolore. «Morta per una grata rubata...Non si può accettare» piangeva. Ma c'erano anche la mamma e il compagno di Tiziana, disperati e increduli. E i vicini, i conoscenti che dicevano tra loro: «Poteva capitare a chiunque. Si sapeva...». Il pensiero di molti però era rivolto al grande assente, al figlio di Tiziana Laudani, Luciano, 11 anni. Troppo piccolo e con troppi problemi di salute per poter affrontare la tragedia. Un bambino con problemi di disabilità che da quella notte del 9 agosto freme: «Voglio mamma. Dov'è mamma?». Nessuno ha il coraggio di dirgli la verità. Dovranno trovare il momento e le parole giuste degli psicologi, così è stato deciso. «Lui e la mamma erano in simbiosi» sussurrava la gente in chiesa.

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