Oggi il giudice ha condannato a 2 anni anche un altro imputato, Michele Galasso, un amico del fioraio che avrebbe concordato insieme a lui la versione del sogno poi riferita agli inquirenti.
Il 9 aprile del 2011 il fioraio disse ai carabinieri che, mentre era alla guida del suo furgone per le vie di Avetrana, il 26 agosto del 2010, poco dopo le 13.20, aveva visto Cosima Serrano «vicino alla sua autovettura Opel Astra grigio-azzurro, rivolgersi alla nipote Sarah che era ferma sul marciapiede, dicendole, con tono minaccioso "Moh ha nchianà intra la macchinà". Nell'occasione, Sarah - fu riportato nel verbale - era molto turbata e con la testa chinata». L'imputato aveva anche aggiunto di avere visto «all'interno dell'auto della Serrano una sagoma di altra persona di sesso femminile con capelli legati all'indietro che si abbassava, mentre Sarah entrava in auto dallo sportello posteriore destro».