Gli investigatori sospettavano che volesse fare attentati alla stazione ferroviaria di Brescia, alla caserma Goito dell'Esercito e al cavalcavia Kennedy, nel centro della città lombarda. Nel blog 'Sharia4Italy' aveva pubblicato una raccolta di sue traduzioni di documenti jihadisti. Dopo due settimane Abboubi viene però scarcerato. Passano pochi mesi e l'ormai ex rapper 'spariscè. Si saprà poi che è partito da Malpensa con un volo per Istanbul e da lì ha raggiunto la Siria dove si è unito al Califfato col nome di battaglia 'Abu Rawaha al Italy'. Nel giugno 2015 un video apparso in rete mostra Anas insieme ad una una serie di combattenti in divisa militare. Dello stesso anno le chiamate alla famiglia intercettate da un telefono siriano. «Tutto bene grazie ad Allah, avevo chiamato solo per sapere come state...sono in guardia...in un posto, non so dove, non mi interessa sapere...» dice Anas. Il padre gli chiede se vuole tornare e di non preoccuparsi, che non gli accadrà nulla, ma lui è categorico: «Ma vuoi che mi diano dieci anni di prigione? Sai dove sono o no? mica stiamo scherzando qua?».
E poi: «Lascia stare, anche quello, lo chiami modo di vita che un essere umano potrebbe vivere là? Vivi con loro come un cane, maledetti?».
Secondo i magistrati il giovane ha ormai «portato a termine un vero e proprio addestramento militare sul campo». Ecco perchè, «nel caso decidesse di far ritorno in Italia, appare concreto, tenuto conto del disprezzo manifestato dall'indagato verso gli stili di vita occidentali, il pericolo di azioni dimostrative e violente nel contesto di una sorta di terrorismo di ritorno».