Variante XE, il virus «ibrido» che nasconde i suoi segreti

Variante XE, il virus «ibrido» che nasconde i suoi segreti
di Lorenzo Calò
Venerdì 8 Aprile 2022, 07:00 - Ultimo agg. 9 Aprile, 08:27
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Subito una buona notizia (forse l'unica): ieri, 7 aprile, è stata raggiunta quota 90 per cento della popolazione over 12 che ha completato il ciclo vaccinale. L'80% della popolazione over 12 vaccinata era stato raggiunto l'8 ottobre 2021. L'Italia è arrivata all'obiettivo a piccoli passi e con il fiato corto visto che l'andamento delle vaccinazioni continua a segnare indici molto bassi: ieri somministrate appena 14.695 dosi di cui 11.381 booster, appena 567 prime e 2.196 seconde.

Resta comunque elevato il numero di contagi. Ieri 69.596 nuovi casi con la Campania che diventa la prima regione in Italia per numero di attualmente positivi: 165.187 contagiati su oltre 1,253 milioni di infetti in Italia. A circolare è ancora la variante Omicron 2 ma Iss e ministero non nascondono la preoccupazione per l'ormai certa avanzata di Xe, non esattamente una variante ma, tecnicamente, una «ricombinante». Vedremo nei prossimi giorni quali saranno i risultati dello screening epidemiologico partito dopo la circolare firmata dal direttore generale della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza con la quale si stabilisce che i campioni raccolti lo scorso 4 aprile, corrispondenti a prime infezioni, saranno analizzati tramite sequenziamento genomico. Proseguono così, spiega la circolare, le indagini rapide (quick surveys) al fine di stimare la prevalenza delle varianti VOC (Variant Of Concern) e di altre varianti di Sars-Cov-2 in Italia. 

Tecnicamente Xe è una ricombinante: non proprio una mutazione del virus ma un riassortimento (crossing over) di due virus circolanti (Omicron 1 e 2) mentre la variante è una mutazione vera e propria del virus in alcune sue parti. «Il virus rivela ancora una volta la capacità di ricombinarsi, tra varianti diverse, quando c'è co-circolazione - dice il professor Massimo Galli, ex direttore di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano - Cosa questo possa implicare in termini di impatto clinico ed epidemiologico non lo sappiamo. Speriamo che il coronavirus abbia preso una linea evolutiva che la porti a essere meno patogeno e che possa essere derubricato a un virus non più pandemico». Era già successo con la ricombinante Deltamicron (Delta e Omicron) ma i primi studi che arrivano dall'Inghilterra parlano di un tasso di trasmissibilità per Xe del 10% superiore a Omicron 2 che è già di per sé altissimo. Secondo il professor Massimo Ciccozzi, responsabile di Statistica medica ed epidemiologia molecolare dell'Università Campus Bio-Medico di Roma, «la comparsa di Xe non dovrebbe preoccupare perché è la normale evoluzione del virus.

Purtroppo in Italia non facciamo abbastanza sequenziamento mentre in Inghilterra dove è stata individuata c'è un consorzio dedicato. Per esempio, non facendo il sequenziamento sui tamponi delle vittime in Italia non sappiamo quale variante li abbia colpiti. Non sappiamo se a infettarli è stata la variante Delta». Quel che emerge al momento è che, se pure si nota una maggiore competitività di Xe rispetto agli altri ricombinanti, questo non sembra rilevante rispetto al normale andamento della pandemia. Tuttavia restano molti aspetti ancora da chiarire: i dati sinora sono soltanto preliminari; mancano raffronti clinici sufficienti a stabilire il grado di severità; Xe rappresenterebbe l'1 per cento dei sequenziamenti; l'efficacia dei vaccini contro le forme acute sembra essere confermata. 

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In ogni caso, oltre alla maggiore contagiosità, sembra che la ricombinante Xe non si presenti con sintomi nuovi rispetto alle sue varianti «sorelle». I sintomi di Xe sono molto simili a quelli di un raffreddore, specialmente nei soggetti già vaccinati: naso che cola, starnuti e mal di gola sono tra i sintomi più comuni sebbene le autorità sanitarie britanniche - le uniche sinora che si sono pronunciate su Xe - includano nella sintomatologia anche mancanza di respiro, sensazione di stanchezza o di esaurimento, corpo dolorante, mal di testa, perdita di appetito, diarrea, sensazione di malessere. 

Dal primo maggio, stando alle norme in vigore, l'obbligo di usare la mascherina al chiuso decadrà. Il ministro alla Salute Roberto Speranza ha però detto che per tutto aprile si valuterà l'andamento della pandemia per decidere se continuare a imporre le protezioni, almeno in certi luoghi. Sulla quarta dose Ema ed Ecdc si sono espresse nuovamente mercoledì scorso consigliandone la somministrazione solo a fragili e over 80. Il vantaggio di una quarta dose di vaccino contro il Covid in soggetti già vaccinati con tre dosi è marginale o del tutto assente, hanno concluso le authority sanitarie. Quanto ai vaccini, si sta lavorando su due tipologie di prodotti: un vaccino aggiornato per rispondere alla variante Omicron dovrebbe essere pronto già a settembre-ottobre; un vaccino universale per tutti i tipi di coronavirus. 

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