Violenza contro le donne, la vergogna dei fondi spariti

Violenza contro le donne, la vergogna dei fondi spariti
di Daniela De Crescenzo
Venerdì 23 Novembre 2018, 11:30 - Ultimo agg. 16:15
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Violenza contro le donne, l'indignazione è a buon mercato. Ieri l'onorevole Mara Carfagna, parlamentare Fi e vice presidente della Camera, ha lanciato l'allarme e al Mattino ha spiegato: «È un grave errore della burocrazia fermare o rallentare i fondi antiviolenza per le donne: così si vanificano tutti gli sforzi fatti con molta fatica in questi anni». Ma, alla prova dei fatti, la situazione appare anche peggiore di quella descritta dalla Carfagna. Le risorse complessive per Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere 2015-2017, stanziate dal dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio, ammontano a 85,3 milioni di euro, a cui vanno aggiunte le quote di cofinanziamento messe a disposizione da alcuni enti ed istituzioni hanno messo a disposizione. Ma scrive Action Aid: In totale, i fondi antiviolenza per il triennio 2015-2017 ammontano a 85,7 milioni euro circa. Ad oggi però, risulta erogato solo il 35,9%, pari a circa 30,8 milioni di euro». Briciole.

I denari arrivano alle Regioni che li distribuiscono agli enti locali e secondo Action Aid finora ai centri antiviolenza (Cav) e alle case rifugio per l'annualità 2015-2016 è stato liquidato solo il 25,9% delle risorse. «Noi non abbiamo questo problema spiega l'assessore alle pari opportunità della Campania, Chiara Marciani per il 2015- 2016 abbiamo liquidato tutto». Ma attenzione. I fondi 2018 per i centri antiviolenza non sono stati ancora ripartiti tra le Regioni e quelli per il 2017 non sono stati ancora incassati dai governatori. «Aspettiamo ancora i 2 milioni del 2017 - spiega Chiara Marciani ma abbiamo stanziato 500 mila euro dai nostri fondi».
 
I ritardi hanno ricadute molto pesanti. In Campania ci sono attualmente 35 centri antiviolenza e altri 5 sono in via di realizzazione. Molti funzionano a singhiozzo e basandosi soprattutto sul volontariato. A Napoli ci sono 5 centri, quello di via Concezione a Montecalvario, nel cuore dei Quartieri Spagnoli è gestito da un gruppo di associazioni guidato da Arcidonna. Una struttura semplice: una grande sala per l'accoglienza e due stanze per i colloqui privati. Rosa Di Matteo è una delle anime del Cav che offre ascolto telefonico e accoglienza diretta, sostegno psicologico, assistenza legale e civile, orientamento all'inserimento lavorativo, mediazione culturale e linguistica. Qua arrivano le vittime del femminicidio o le loro famiglie quando chiedono aiuto per ottenere i fondi messi a disposizione dalle leggi nazionali e regionali. Per ottenere aiuto, però, devono scegliere il giorno giusto: il centro, che dovrebbe essere aperto tutti i giorni, adesso funziona solo il lunedì e il mercoledì e se le donne trovano un sostegno lo devono solo all'impegno delle volontarie. Una storia che punta diritto al regno dell'assurdo, con appalti che si rinnovano praticamente ogni paio di mesi.

«I ritardi nell'erogazione dei fondi costringono le associazioni ricorrere al volontariato spiega la Di Matteo Noi abbiamo vinto la gara bandita dal Comune di Napoli e gestiamo due centri. Da novembre 2016 a fino dicembre 2017 i fondi ci sono stati erogati normalmente. Da dicembre a gennaio abbiamo continuato a lavorare come volontarie. Dal 5 febbraio per 15 settimane abbiamo ottenuto l'affidamento della struttura poi siamo andate avanti con il volontariato fino al primo agosto quando c'è stato un nuovo affidamento. Dal 1 agosto siamo state finanziate per altre 15 settimane. L'appalto adesso scaduto e funzionano in regime di volontariato.

Se tutto andrà bene avremo fondi per altre 22 settimane, poi si vedrà». Ovviamente la situazione è la stessa per tutti i cinque centri napoletani che hanno quasi quattrocento donne in carico. Quattrocento donne che possono contare sulla solidarietà incondizionata delle istituzioni. Ma solo a giorni alterni.

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