13enne si lancia dal tetto e muore: pensava di poter volare come gli eroi dei suoi videogiochi

Cina, 13enne si lancia dal tetto e muore: pensava di poter volare come gli eroi dei suoi videogiochi
Cina, 13enne si lancia dal tetto e muore: pensava di poter volare come gli eroi dei suoi videogiochi
di Federica Macagnone
Mercoledì 5 Settembre 2018, 19:49 - Ultimo agg. 6 Settembre, 15:52
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A soli 13 anni Xi Tianci era arrivato a un punto di non ritorno: nella sua mente il mondo virtuale dei videogiochi, ai quali dedicava ogni giorno ore e ore, aveva soppiantato quello della vita reale. A salvarlo da quella che ormai era diventata una vera dipendenza non è servito nemmeno l'intervento della madre, Yu Lihua, che per un periodo gli aveva sequestrato il computer: il suo cervello era talmente impregnato delle immagini e delle dinamiche del suo videogioco online preferito, Pubg (PlayerUnknown's Battlegrounds), che intorno all'una di notte del 30 agosto è morto lanciandosi nel vuoto dal quarto piano della casa di suo zio ad Haimen, in Cina, esattamente come fanno gli eroi del suo videogame che hanno più "vite" a disposizione. Xi Tianci ne aveva una sola e l'ha gettata via in preda a quella dipendenza che lo ha letteralmente divorato senza che lui se ne accorgesse.

«Era convinto che sarebbe sopravvissuto come loro quando volano da un edificio a un altro - dice la madre - Se è morto è tutto per colpa di quei maledetti videogiochi, non c'è altra ragione. Era un ragazzo normale, studiava, frequentava gli amici, non aveva alcun motivo per uccidersi». Xi Tianci è morto solo, avvolto da quella solitudine nella quale si era rinchiuso da quando si era appassionato in misura smodata a quel videogioco: quando è volato giù nessuno se n'è accorto, il cadavere è stato trovato solo sei ore dopo. Suo zio ha detto ai giornalisti che suo nipote sembrava normale quando la sera prima gli aveva dato la buonanotte e che alle 23 le luci nella sua stanza erano spente. Cosa sia accaduto dopo è un mistero destinato probabilmente a rimanere tale: Xi Tianci fingeva di dormire per poi ricominciare a giocare e poi si è lanciato? Oppure si è svegliato e, in pieno delirio da videogame e in stato di sonnambulismo, si è tuffato nel vuoto? Domande che difficilmente troveranno una risposta, anche se la polizia ha avviato un'inchiesta sulla tragedia. Certo è che la famiglia si è dichiarata intenzionata a far causa alla società di videogame che produce Pubg, uno dei giochi di maggior successo di tutti i tempi, con oltre 50 milioni di vendite a livello mondiale su tutte le piattaforme e oltre 400 milioni di giocatori. «Mio figlio era un ragazzino felice - continua a ripetere la madre come un mantra - non aveva motivo di uccidersi».

In Cina la dipendenza da videogame è un problema così grave da aver spinto le autorità a intensificare il giro di vite sui videogiochi online. Secondo una recente ricerca il 18% degli adolescenti cinesi è a rischio di dipendenza: giocano dalle 4 alle 5 ore al giorno. Proprio la settimana scorsa il ministero dell'Istruzione, preoccupato dal fenomeno, ha annunciato piani per limitare il numero di nuovi videogiochi e il varo di provvedimenti per limitare i tempi di gioco.
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