La base navale della Cina in Cambogia: cresce il potere militare cinese sotto gli occhi degli Usa

La base navale della Cina in Cambogia: cresce il potere militare cinese sotto gli occhi degli Usa
di Erminia Voccia
Giovedì 29 Agosto 2019, 19:36
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Un accordo segreto tra Cina e Cambogia per l'utilizzo di una base militare navale della Repubblica Popolare nel Paese del Sudest asiatico. Lo svela un'inchiesta del Wall Street Journal che trova conferma nelle dichiarazioni di un ufficiale statunitense ben informato sentito da Voice of America. Il generale di brigata statunitense Joel B. Vowell, di stanza nell'Indo-Pacifico, ha parlato dell'esistenza di un accordo nascosto tra Cina e Cambogia per la costruzione di una base militare navale cinese nella provincia cambogiana di Preah Sihanouk, a Ream, affacciata sul Golfo della Thailandia. 

La base sarebbe la prima della Cina in Asia e la seconda dopo quella a Gibuti. Un avamposto militare rilevante in un'area di forte interesse americano dove cresce la competizione con la Cina, in espansione nel Sudest asiataico e intenzionata a non perdere terreno né la lotta con gli Stati Uniti per togliere loro il primato globale in campo militare. In base all'accordo segreto, la Cina otterrebbe il diritto di utilizzare la base per i prossimi 30 anni, i lavori dovrebbero terminare per il 2020. Ma il premier cambogiano Hun Sen nega i report, mentre il Dipartimento di Stato Usa esprime preoccupazione per i sempre più stretti legami militari tra Cina e Cambogia. L'accordo consentirà alla Cina l'accesso alle acque territoriali cambogiane e garantirà a Pechino il passaggio al Golfo del Siam. La presenza della Cina nell'area agevolerebbe notevolmente i traffici commerciali cinesi perché consentirebbe a Pechino di aggirare lo Stretto della Malacca.



Pechino è il partner commerciale più importante per Phnom Penh e il Paese ha usufruito degli investimenti della Belt and Road Initiative, le Nuove Vie della Seta, abbracciando il progetto sin dal suo concepimento, nel 2013. Con gli investimesti cinesi, i più vasti rispetto a quelli degli altri Paesi stranieri, la Cambogia spera di migliorare la propria rete di infrastrutture e la propria logistica in maniera tale da farne un volano per l'economia. Non solo per il commercio, ma anche per incrementare il turismo, entrambi settori che oggi pagano le conseguenze della mancanza di infrastrutture adeguate e competitive. Inoltre, la Cina è il primo acquirente del riso cambogiano, fondamentale per l'economia di Phnom Penh, e fonte di aiuti internazionali. I rapporti tra Usa e Cambogia invece non fanno che peggiorare. A luglio gli Stati Uniti non avevano tanto digerito che la Cambogia avesse chiesto e poi rifiutato i fondi americani che sarebbero serviti per eseguire dei lavori di riparazione nella base. Il Congresso minaccia di approvare il Cambodia Democracy Act, che taglierebbe gli aiuti fino a quando il governo cambogiano non approverà le riforme politiche necessarie a favorire la democrazia, un obiettivo che gli Usa perseguono con altri Paesi occidentali fin dagli anni Novanta.

Come scrive Asia Nikkei, la Cambogia viene vista come il principale alleato della Cina in questo momento. In generale, i dieci Stati Association of Southeast Asian Nations si trovano in una posizione non semplice perché al centro tra Stati Uniti e Cina. Ma la Cambogia fa abbastanza per difendere gli interessi cinesi, ha assunto infatti un atteggiamento neutrale nelle dispute che riguardano l'attivismo di Pechino nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale, dove si riflettono le rivendicazioni di Filippine, Vietnam e Malesia. È questo il modo di ricambiare i miliardi di dollari spesi dai cinesi in Cambogia.



 
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