Coronavirus, il manager italiano a Wuhan:
«qui siamo tornati ad assaporare la libertà»

Coronavirus, il manager italiano a Wuhan: «qui siamo tornati ad assaporare la libertà»
di Paola Marano
Lunedì 27 Aprile 2020, 20:10 - Ultimo agg. 28 Aprile, 07:01
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«Noi in Cina stiamo bene, meglio di voi. Io e la mia famiglia oggi (ieri per chi legge, ndr) siamo andati sul fiume e abbiamo giocato con l'aquilone: siamo tornati ad assaporare la libertà». Inizia così il racconto di Lorenzo Mastrotto, sales manager dell'azienda vicentina Fiamm, residente a Whuan dal lontano 2006.
 


Il profesionista vicentino ha affidato le sue percezioni del risveglio - dopo quasi 80 giorni di lockdown - della città cinese epicentro della pandemia al format «Inner Talks», il ciclo di incontri virtuali, ideato e condotto dal digital lawyer e produttore Alfredo Esposito, dove i residenti all’estero condividono le loro narrazioni sull’emergenza legata al Covid19.

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Mentre in Italia tiene banco la discussione sulla seconda fase dell’emergenza, prevista dal prossimo 4 maggio con pochissimi allentamenti delle misure, soprattutto per quanto riguarda la libertà di movimento «la Cina è già partita a scaglioni, qui non esiste quella che voi chiamate fase 2 – ha continuato Mastrotto - a Whuan hanno riaperto gli uffici, ristoranti e bar lavorano soltanto a domicilio e non si hanno notizie sulla ritorno a scuola, ma in altre grandi città della Cina la vita è già tornata a essere simile a quella di prima. Alcune scuole sono aperte, i ristoranti accessibili, gli aeroporti funzionanti».

Una diversificazione nella ripresa delle attività, studiata in base alla diffusione del virus per aree geografiche, che per Mastrotto potrebbe essere ipotizzata anche per il Sud Italia, dove il contagio rispetto alle regioni del Nord è più contenuto. «Non voglio sostituirmi a un esperto - ha spiegato - ma se Napoli fosse stato uno stato autonomo in questo momento potrebbe tranquillamente tornare alla normalità».

Mastrotto ha idealmente aperto una finestra sul futuro riguardo uno dei possibili scenari post-pandemici da mettere in conto anche qui in Italia: «Qui la quarantena è finita da inizio aprile - ha evidenziato - ma abbiamo l'obbligo di utilizzare un'applicazione da smartphone che, inquadrando un Qr code, permette di tracciare il movimento dei cittadini per individuare casi positivi». Un meccanismo legato a un codice che quando è verde dà la possibilità «di uscire se si vive in un'area in cui non ci sono state infezioni negli ultimi 14 giorni». L’ app messa a punto per contenere un ritorno del contagio viene utilizzata praticamente per qualsiasi azione svolta al di fuori delle mura di casa: dall’andare al supermercato, in ufficio, fino a prendere un taxi o passeggiare nel parco del proprio condominio. Anche i trasporti sono stati modulati in base all’esigenza di tracciare gli spostamenti delle persone. «In metropolitana c'è un Qr code anche nei singoli vagoni  - ha raccontato il professionista -  E' il metodo che serve a discriminare gli infetti e a permettere la circolazione di chi non lo è».

Un modello simile a quello ipotizzato e in via di sperimentazione dal governo Italiano con Immuni, il dispositivo che ha suscitato nelle ultime settimane un altro focolaio, stavolta di polemiche, sulla protezione dei dati dei cittadini. Un nodo, quello della privacy, che in Cina non desta molte preoccupazioni.«E’ un dibattito che qui non "esiste" se non nelle discussioni filosofiche tra intellettuali locali - sottolinea il manager - Il grosso della popolazione non si preoccupa, vista la vastità di strumenti già utilizzate».

Il ciclo di «Innner Talks» si chiuderà martedì 28 aprile con l'intervista alla vlogger Kiari Ladyboss, fondatrice dell’agenzia di viaggi online “New York City 4”, che condividerà le sue sensazioni ed esperienze dalla grande mela, il centro nevralgico americano dell'epidemia di Coronavirus. ​Lo streaming sarà disponibile sulla pagina Facebook della law firm 'Difesa d'autore' e su quella della casa di produzione  'Subcava Sonora'.
 

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