Easyjet, Lundgren: «Ritardi? Spazio aereo fermo al dopoguerra»

Parla il Ceo della seconda compagnia europea

Easyjet
Easyjet
di Gianni Molinari
Giovedì 31 Agosto 2023, 08:31 - Ultimo agg. 1 Settembre, 08:06
4 Minuti di Lettura

Passeggeri in quantità come nessuno all'indomani del Covid si sarebbe aspettato, ma anche disservizi e proteste. Non si sottrae il ceo di Easyjet, Johan Lundgren. Easyjet è la seconda compagnia per numero di voli in Europa (in media ne opera 1.800) e la decima al mondo.

Grandi numeri nell'estate 2023 nel trasporto aereo, ma anche tante fragilità e tante crisi.
«La domanda di viaggio è tornata in modo molto forte, le persone hanno molta voglia di viaggiare e abbiamo notato che viaggiare quest'estate è stata una priorità per molti. Lo spazio aereo europeo però è organizzato, più o meno, come fu disegnato dopo la seconda guerra mondiale, con quei corridoi e, in più, sconta la riduzione del 15 per cento causata dalla guerra in Ucraina».

Che è a Oriente.
«Si, ma tutto il sistema è interconnesso, quindi, il taglio dello spazio aereo per la guerra ha riverberi su tutta l'area europea e anche oltre.

A questa si aggiunge una infrastruttura tecnologica del controllo del traffico aereo che non è adeguata agli attuali volumi di traffico e per questo ci sono sofferenze. Ed è una condizione già presente prima del Covid. Poi c'è il capitolo del gran numero di scioperi dei controllori di volo in Francia: nessuno mette in discussione il diritto di sciopero ma chiediamo che i sorvoli del territorio francese vengano garantiti. E queste condizioni riguardano tutte le compagnie aeree».

Condizioni - la guerra e il controllo del traffico inadeguato - che non saranno presto definite.
«Infatti nella pianificazione per l'estate del 2024 per far fronte queste condizioni prepareremo orari più flessibili dei nostri voli in modo da tentare di assorbire meglio i ritardi e garantire i passeggeri».

Il governo italiano nel decreto di Ferragosto ha imposto regole sui prezzi nei collegamenti con le isole, prezzi cresciuti a dismisura negli ultimi mesi.
«È una norma mal pensata: sarà controproducente per i clienti e per l'ambiente».

Cioè?
«Com'è concepita (il price cap, nda) comporterà un aumento del prezzo medio per tutti i mesi. L'Italia è uno dei mercati piú competitivi in Europa e che di conseguenza presenta alcune delle tariffe piú basse, con chiari vantaggi per il consumatore. Il decreto è contrario alla libera concorrenza e danneggia la connettività e la capacità delle persone di spostarsi. Quello che succederà è che i prezzi medi aumenteranno, la capacità diminuirà e i load factor (riempimento degli aerei, nda) si ridurranno, così tra l'altro aumenteranno le emissioni di CO2 prodotte per ogni passeggero trasportato».

Ma è pur vero che c'è stata una lievitazione abnorme dei prezzi.
«Causata principalmente dall'innalzamento del costo del carburante, ma se guardiamo agli altri settori gli aumenti sono stati piú significativi (il cibo per esempio). Peraltro abbiamo migliaia di posti disponibili con tariffe medie di 60 euro. E se guardiamo al nostro intero network la nostra tariffa media attuale è piú bassa di quella che avevamo quando abbiamo iniziato nel 1995».

Lufthansa entra in Italia e prende Ita.
«Per portare passeggeri dall'Italia agli hub dei voli internazionali di Monaco e Francoforte. Ci aspettiamo che l'operazione avvenga nel rispetto delle regole del libero mercato e che di conseguenza vengano liberati slot a Linate. Un aeroporto dove siamo cresciuti e desideriamo continuare a farlo, perché ciò avvenga è necessario che vengano rilasciati gli slot, come da regolamento europeo».

Siete cresciuti tanto anche a Napoli.
«Nella nostra base di Capodichino, che da lavoro a 300 persone, abbiamo sette aerei e con l'estate 2024 saranno tutti Airbus320 Neo che producono il 15% in meno di emissioni di CO2 e riducono del 50% il rumore in fase di decollo e atterraggio perché sappiamo quanto la sostenibilitá sia un tema importante per Napoli e adatteremo, d'accordo con il gestore dello scalo Gesac, la nostra flotta. Però...».

Però?
«Però mentre aumentiamo anche per l'inverno le nostre destinazioni con tra l'altro Marrakech e Gran Canaria, resta la questione dell'aumento dell'addizionale della tassa d'imbarco che rende più difficile la sostenibilità delle rotte. E il fatto che ogni comune aumenta l'imposta indebolisce la competitività dell'Italia: negli altri paesi questa tassa non esiste».

A luglio 2024 parte il nuovo scalo di Salerno, ci sarete.
«Siamo molto interessati e sono in corso valutazioni al nostro interno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA