LA GUERRA

Israele: «Colpiremo Iran se Hezbollah aprirà fronte». Netanyahu convoca gabinetto di guerra. Biden: «Accordo su flusso aiuti a Gaza»

Le ultime notizie in diretta sul conflitto in Medio Oriente

Gaza, profughi ancora bloccati: al valico di Rafah passano solo pochi camion di aiuti. E l'Egitto non fa entrare nessuno
Gaza, profughi ancora bloccati: al valico di Rafah passano solo pochi camion di aiuti. E l'Egitto non fa entrare nessuno
Domenica 22 Ottobre 2023, 00:28 - Ultimo agg. 23 Ottobre, 09:15

Netanyahu convoca gabinetto di guerra

«Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta attualmente tenendo una valutazione della sicurezza al Kirya di Tel Aviv (il quartier generale delle Forze di difesa israeliane, ndr), insieme a membri del gabinetto di guerra e alti funzionari delle istituzioni di sicurezza». Lo si legge sul profilo X del premier israeliano.

Biden, accordo con Netanyahu: «Flusso continuo di aiuti a Gaza»

«Ci sarà un flusso continuo di aiuti a Gaza». Lo ha annunciato Joe Biden dopo una telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. «Abbiamo trovato un accordo, ha sottolineato il presidente americano.

Riunione telefonica tra Biden, Meloni Sunak, Trudeau, Macron e Scholz

Si è svolta stasera una riunione telefonica del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il Primo Ministro britannico, Rishi Sunak, il Primo Ministro Justin Trudeau, il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, e il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz. La riunione è stata dedicata all’esame dell’evoluzione della grave crisi apertasi dopo l'attacco del 7 ottobre scorso perpetrato da Hamas contro Israele.

 

 

Israele: colpita cellula Hezbollah nel sud del Libano

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito di aver colpito una cellula di Hezbollah nel sud del Libano. Nel quinto attacco condotto oggi contro Hezbollah è stata colpita una squadra di missili anticarro che presumibilmente stava preparando un attacco contro l'area del Monte Dov

Colloquio Biden-Netanyahu

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sugli ultimi sviluppi in Israele, nella Striscia di Gaza e nella regione. Lo fa sapere la Casa Bianca.

Usa, altri 15 camion di aiuti diretti a Gaza

Il nuovo inviato dell'amministrazione Biden per la situazione umanitaria a Gaza, David Satterfield, ha annunciato che altri 15 camion di aiuti umanitari sono in viaggio verso Gaza. «Dopo i nostri colloqui con tutte le parti ci aspettiamo che a partire da domani il flusso sia continuo», ha dichiarato in un'intervista a Msnbc.

Telefonata Papa-Biden sui percorsi di pace

«Questo pomeriggio ha avuto luogo una telefonata tra Papa Francesco e il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. La conversazione, durata circa 20 minuti, ha avuto come argomento le situazioni di conflitto nel mondo e il bisogno di individuare percorsi di pace». Lo fa sapere il Vaticano.

Tajani, italiani da evacuare nei villaggi a nord Israele

«C'è una situazione di grande tensione nel nord di Israele. Ci sono alcuni villaggi israeliani che dovranno essere evacuati e in questi villaggi ci sono anche numerose famiglie italiane. Quindi stiamo seguendo con la nostra ambasciata di Tel Aviv anche tutti gli italiani nel nord di Israele, in gran parte hanno anche passaporto israeliano». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a In mezz'ora su Rai 3.

Tajani, lavorare per evitare escalation

«Stiamo tutti lavorando per evitare una escalation, un allargamento del conflitto al Libano e all'Iran». Lo ha dichiarato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervistato da Monica Maggioni in In Mezz'ora su Rai Tre. «È un momento di grande difficoltà», ha aggiunto Tajani, affermando che «la riunione di ieri organizzata dall'Egitto è stato un momento di dialogo». Tajani ha quindi ricordato le sue missioni «in queste settimane in Israele, in Giordania, in Egitto e in Tunisia».

Blinken, rischio escalation nella guerra in Medio Oriente

Il segretario di stato americano Antony Blinken ha avvertito che Washington vede il rischio di un'escalation nella guerra in corso in Medio Oriente per via dell'Iran e dei suoi alleati nella regione. «Israele non può tornare allo status quo ma non ha intenzione di governare Gaza», ha detto ancora Blinken in un'intervista con Nbc news.

Austin, Usa non esiteranno ad agire se ci sarà escalation

Gli Stati Uniti intraprenderanno «azioni appropriate» in risposta a qualsiasi escalation in Medio Oriente. Lo ha detto il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin. «Se qualche gruppo o Paese sta cercando di ampliare questo conflitto e trarre vantaggio il nostro consiglio è: non farlo», ha dichiarato ad Abc News, poche ore dopo che il Pentagono ha annunciato che avrebbe aumentato la sua presenza militare nella regione. «Abbiamo il diritto di difenderci e non esiteremo a intraprendere azioni appropriate», ha aggiunto Austin. 

Netanyahu minaccia «conseguenze distruttive per gli Hezbollah e per il Libano»

Benyamin Netanyahu ha minacciato oggi «conseguenze distruttive per gli Hezbollah e per il Libano» se quella milizia filo-iraniana decidesse di scatenare una guerra piena contro Israele. «Ancora non sappiamo se gli Hezbollah siano intenzionati ad andare ad un conflitto totale - ha detto il premier, durante un sopralluogo al confine nord. - Se lo facessero, proverebbero poi nostalgia per la guerra del 2006. Sarebbe per loro un errore fatale. Noi li colpiremmo allora con una potenza che nemmeno si immaginano, con conseguenze distruttive per loro e per lo Stato del Libano». 

Esercito Israele: a Gaza carburante c'è, ma lo tiene Hamas

Di fronte agli appelli urgenti per la introduzione a Gaza di scorte di combustibile a fini umanitari, il portavoce militare israeliano ha sostenuto oggi che Hamas ha provveduto per tempo a mettere da parte un'ingente quantità di diesel nella zona di Rafah (all'estremità sud della Striscia, ndr). Essa - ha notato sul profilo X il portavoce dell'esercito in arabo, Avichay Adraee - «potrebbe servire agli ospedali, alla igiene e agli impianti di depurazione d'acqua». Adraee è tornato quindi ad accusare Hamas di subordinare ai propri interessi quelli della popolazione di Gaza.

Hamas: 4-651 palestinesi in raid su Striscia

Sono 4.651 i palestinesi uccisi e oltre 14mila quelli che sono rimasti feriti nei raid condotti da Israele sulla Striscia di Gaza come rappresaglia per l'attacco sferrato da Hamas lo scorso 7 ottobre. Lo riferisce il ministero della Sanità della Striscia di Gaza governata da Hamas, spiegando che il 40 per cento dei morti è composto da bambini. Il 70 per cento dei 14.245 feriti è invece composto da bambini e donne, afferma il portavoce del ministero della Sanità di Gaza Ashraf Al-Qudra. Solo nelle ultime 24 ore, sono 266 i palestinesi uccisi nei raid israeliani, tra cui 117 bambini.

Esercito Israele: ucciso vice capo artiglieria Hamas a Gaza

L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver ucciso Muhamad Qatmash, il vice capo dell'artiglieria di Hamas a Gaza, «responsabile per le operazioni nella Brigata Centrale».

Secondo il portavoce militare, «ha avuto un ruolo significativo nella programmazione e nella esecuzione del fuoco verso Israele». L'esercito ha poi aggiunto che sta continuando a colpire obiettivi di Hamas da questa mattina.

Israele: se Hezbollah apre secondo fronte, colpiremo l'Iran

«Il piano dell'Iran è di attaccare Israele su tutti fronti. Se realizziamo che vogliono attaccare Israele, non solo su tutti i nostri fronti, noi attaccheremo la testa del serpente, l'Iran». Lo ha detto il ministro dell'economia di Israele Nir Barkat in una intervista al quotidiano inglese "Daily Mail". Barkat - che si riferiva agli Hezbollah libanesi, alleati di Teheran - ha anche minacciato che se questi apriranno un fronte al nord, Israele «li cancellerà dalla faccia della terra».

Sanità Gaza: 4.651 morti e oltre 14mila feriti

È salito a 4.651 il numero dei morti a Gaza per gli attacchi di Israele. Lo ha fatto sapere, citato dai media, il ministero della Sanità locale secondo cui i feriti sono ora 14.245.

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Il Papa: la guerra è sempre una sconfitta, fermatevi

«La guerra e sempre una sconfitta», «fratelli fermatevi!». Lo ha detto il Papa all'Angelus parlando della guerra in Israele e Palestina e di tutte le altre guerre. Francesco ha ricordato la giornata di digiuno, di preghiera e di penitenza di venerdì 27 ottobre: «un'ora di preghiera per implorare la pace nel mondo».

 «La guerra, ogni guerra che è nel mondo, penso anche alla martoriata Ucraina, è una sconfitta, la guerra sempre è una sconfitta, è una distruzione della fraternità umana. Fratelli fermatevi. Fermatevi!»: è l'appello lanciato dal Papa all'Angelus

Sotto moschea di Jenin cellula terroristica Hamas-Jihad

Israele ha eliminato oggi una «cellula terroristica di Hamas e della Jihad islamica» che stava preparando un attentato da tenersi nell'immediato in territorio israeliano, e che operava «da un ambiente sotterraneo ricavato sotto alla moschea al-Ansar di Jenin». Lo ha affermato il portavoce militare israeliano Daniel Hagari. «Questa - ha aggiunto - è appunto una caratteristica di Hamas, che si nasconde in zone civili, presso moschee, scuole ed ospedali, che si fa scudo della popolazione civile e che non esita nemmeno a profanare luoghi di culto islamici».

Esercito Israele: sono 212 gli ostaggi ancora a Gaza

È salito a 212 il numero degli ostaggi israeliani accertati, civili e militari, che Hamas ha portato a Gaza. Lo ha detto il portavoce militare israeliano Daniel Hagari aggiungendo che su questo Hamas «sta conducendo terrorismo psicologico» nei confronti delle famiglie.

 

Dopo attacco a Moschea a Jenin altri morti in Cisgiordania

In seguito all'attacco notturno alla moschea al-Ansar di Jenin - dove Israele ha colpito un cellula armata che, secondo la radio militare, stava preparando un attentato - è salito il bilancio dei palestinesi uccisi in Cisgiordania in scontri con l'esercito. Secondo un bilancio della Wafa, l'agenzia di stampa ufficiale palestinese, nella moschea sono rimaste uccise due persone. Una terza è stata colpita dall'esercito durante disordini verificatisi nella vicina località di Kabatya. Due altri palestinesi sono stati colpiti a morte nel corso di incidenti avvenuti a Tubas e a Nablus, secondo fonti mediche citate sempre dall'agenzia.

Sirene di allarme in centro Israele e zona grande Tel Aviv

Le sirene di allarme per la ripresa del lancio dei razzi da Gaza sono risuonate nel centro di Israele e nella zona grande di Tel Aviv. Lo ha fatto sapere l'esercito israeliano.

Onu: il 42% delle case di Gaza distrutte o danneggiate

Almeno il 42% (164.756) di tutte le unità abitative nella Striscia sono state distrutte o danneggiate dall'inizio delle ostilità. Lo ha fatto sapere il ministero dell'Edilizia Abitativa di Gaza, citato dall'Ufficio dell'Onu per gli affari umanitari secondo cui si stima che gli sfollati nell'enclave palestinese siano 1.400.000 con 566.000 di questi rifugiati in 148 strutture di emergenza designate dall'Unrwa, l'agenzia dei profughi

Hamas: raid notturni su Gaza, bilancio di oltre 50 morti

È di «oltre cinquanta morti» il bilancio dei raid notturni di Israele nella Striscia di Gaza. Lo rende noto Hamas. L'esercito israeliano ha annunciato da ieri l'intensificarsi degli attacchi sulla Striscia.

Raid israeliano su aeroporti di Damasco e Aleppo

Un attacco aereo sarebbe stato condotto dall'esercito israeliano sugli aeroporti di Damasco ed Aleppo. Lo riferiscono i media israeliani.

 

Usa attivano sistemi di difesa in tutto il Medio Oriente

Il Pentagono ha annunciato il dispiegamento di sistemi di difesa «in tutto» il Medio Oriente. Gli Stati Uniti hanno annunciato un rafforzamento della loro presenza militare in Medio Oriente a causa della «recente escalation da parte dell'Iran e delle sue forze affiliate» nella regione. Il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ha annunciato che saranno schierati in tutta la regione «un sistema di difesa antimissile ad alta quota (THAAD) e diverse batterie di missili terra-aria Patriot» e altri mezzi militari sono stati collocati in uno stato di «pre-schieramento».

 

Israele, attaccata struttura sotterranea in moschea a Jenin

Le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato di aver lanciato un attacco aereo su un complesso sotterraneo appartenente ad Hamas nella moschea di Al-Ansar, a Jenin, in Cisgiordania. La moschea, secondo quanto reso noto dall'Idf, nascondeva una cellula terroristica che stava organizzando un attacco imminente.

Bide: "Ritardare l'invasione? Sto parlando con Israele"

«Sto parlando con Israele». Così ha risposto Joe Biden ai giornalisti al seguito se gli chiedevano se «stesse incoraggiando gli israeliani» a posticipare l'invasione di Gaza come suggerito da una sua dichiarazione di venerdì, poi corretta dalla Casa Bianca.

di Raffaella Troili

Il passaporto in mano e la speranza di fuggire via. Niente da fare, la salvezza è sfumata, nel giorno in cui sono entrati gli aiuti umanitari, i cancelli del valico di Rafah sono rimasti chiusi per le migliaia di palestinesi con doppia nazionalità arrivati all’unica possibile via di uscita dalla Striscia di Gaza. Tra loro decine di italiani, anche seicento americani, confidavano nel buon esito di una trattativa tra Usa, Egitto, Israele e Hamas. Ammassati eppure invisibili, sono rimasti tutto il giorno alla frontiera, seduti sulle valigie, i trolley, i bambini spaesati e stanchi, stremati dall’inutile attesa. Prima l’euforia, la speranza, poi è calato il silenzio tra i capannelli di famiglie, anziani, disabili. Hanno fissato tutto il giorno la grata del terminal dell’uscita dei passeggeri, mostrando invano ai giornalisti i passaporti, continuando a chiamare le rispettive ambasciate, americane, canadesi, europee per chiedere «perché non ci fanno passare?». Come Nadia Baraka, cittadina palestinese e tedesca intervistata da Euronews, che ha riferito: «Le mie figlie si sono accordate con il Ministero degli Esteri tedesco affinché io possa partire, ma non posso. Siamo venuti e abbiamo trovato tutto chiuso. Aiutateci almeno ad andarcene. Voglio solo partire». E Ibrahim Al-Qarinawi, con passaporto svizzero: «Sono venuto a Gaza per visitare la mia famiglia per due mesi, proprio nel momento sbagliato. È iniziata la guerra e siamo stati assediati. Questa guerra è molto crudele. Non c’è acqua, né elettricità, né telefono né internet, nient’altro che morte e distruzione». Ci sperava Raghda Abu Shaaban con passaporto palestinese e americano: «Dopo aver visto la situazione a Gaza, le case distrutte e la gente che muore sotto le macerie, dico che Allah mi ha dato una nuova vita, perché sono riuscita ad arrivare qui. Voglio partire e tornare in America, ma lascerò il mio cuore qui. Niente ha più valore di un essere umano». Era quasi fatta, il territorio egiziano a pochi metri, ma nessuno si è curato di loro. «Forse, qualcuno arriverà e ci farà uscire». Poi si sono arresi. Il varco di Rafah resta chiuso: nessuno può uscire da Gaza verso l’Egitto. Il corridoio umanitario non riguarda ancora loro, l’incubo non è finito per nessuno.

IL PASSAGGIO 
Solo 20 camion non uno di più, hanno invece varcato ieri alle nove i cancelli del varco di Rafah per portare medicine e forniture mediche, oltre a una quantità di cibo in scatola “limitata”, acqua e materassi ai civili allo stremo bloccati nelle tendopoli sulla Striscia e in quel che resta di Gaza.

Il varco è stato subito chiuso. E non è stato concesso l’ingresso di carburante. Gli aiuti umanitari in entrata a Gaza sono stati trasferiti dai 20 camion egiziani a doppio container su 30 camion già presenti nel lato palestinese del valico, l’operazione in un grande terreno di smistamento. Ma fuori sono rimaste interminabili colonne di camion lungo la frontiera della disperazione, all’interno 3mila tonnellate di aiuti umanitari, 930 tonnellate di cibo. «Il carburante non entrerà a Gaza», aveva annunciato il portavoce delle forze israeliane (Idf), Daniel Hagari, al Times of Israel. Da Rafah, ha detto Hagari, entreranno nella parte meridionale di Gaza alimenti, acqua e forniture sanitarie. Un rifornimento insufficiente: il Programma alimentare mondiale fa sapere che il primo convoglio di aiuti contiene 60 tonnellate di alimenti, fra cui lattine di tonno, farina, pasta, fagioli. Ma deve essere garantito l’accesso «immediato, sicuro e sostenuto di aiuti a Gaza». Un primo passo, ma la Striscia di Gaza ha bisogno di quantità molto più elevate di forniture mediche e cibo, considerato che già prima dell’attacco di Hamas circa 500 camion entravano quotidianamente.

Dopo due settimane di guerra e morti e dopo incontri diplomatici e mediazioni, fondamentali le visite del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, Israele ha permesso l’accesso dei 20 camion. Una concessione insufficiente secondo tutte le organizzazioni umanitarie in campo. La Mezzaluna Rossa ha commentato: «Ci dispiace che i camion del carburante non siano stati autorizzati. Gli aiuti arrivati dalla traversata di Rafah a Gaza sono una goccia nell’oceano di bisogni umanitari». Lo stesso ha detto il capo dell’ufficio comunicazioni di Hamas, Salama Maruf: «Questo convoglio limitato non sarà in grado di cambiare il disastro umanitario che sta vivendo la Striscia di Gaza», sottolineando la necessità di «stabilire un corridoio sicuro che funzioni 24 ore su 24 per soddisfare i bisogni umanitari e i servizi essenziali che non ci sono più e per consentire ai feriti di partire per ricevere cure».

La Mezzaluna rossa palestinese, in coordinamento con l’Unrwa (l’ente dell’Onu per i rifugiati) ha predisposto due grandi magazzini nel sud della Striscia - a Rafah e a Deir el Ballah - per provvedere alla distribuzione degli aiuti. Antonio Guterres, segretario delle Nazioni unite ha lanciato un appello «per un cessate il fuoco umanitario», insistendo per «aiuti umanitari immediati, senza restrizioni» per i civili di Gaza e per la «liberazione immediata e senza condizioni di tutti gli ostaggi». Gli oltre due milioni di residenti, la metà fuggiti dalle proprie case, stanno razionando il cibo e bevendo acqua non potabile, i più a rischio sono i bambini. Gli ospedali sono drammaticamente a corto di forniture mediche e carburante per i generatori di emergenza. Il tempo stringe.

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