Guerra a Gaza, allarme Servizi Segreti: «Hamas, Hezbollah e Isis vogliono colpire negli Usa»

Massima allerta attorno a tutti i principali punti di interesse, con i monumenti e con le città che si blindano, come al tempo post 11 settembre

Hezbollah
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di Luca Marfé
Giovedì 11 Gennaio 2024, 19:15 - Ultimo agg. 19:16
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Hamas, Hezbollah, Isis: i Servizi Segreti americani lanciano l’allarme, i terroristi sono pronti a colpire sul territorio degli Stati Uniti d’America.

Come se non bastassero i 1.200 morti israeliani, vittime dell'attacco di Hamas del 7 ottobre scorso.

Come se non bastassero i 23.000 palestinesi morti a Gaza dallo scoppio del conflitto, di cui circa 6.500 bambini, con a margine più di 58.000 feriti.

Come se non bastasse l’orizzonte nero di una guerra che non accenna a finire, il timore dei vertici della sicurezza di Washington è che la morte possa bussare di colpo alla porta dei propri confini nazionali.

Massima allerta dunque attorno a tutti i principali punti di interesse, con i monumenti e con le città che si blindano, come al tempo post 11 settembre. Un clima di tensione estrema, che trova conferma nel report esclusivo del sito di informazione Politico.com, ma soprattutto nelle minacce a scena aperta dell’antiamericanismo più spietato, firmato Hamas e firmato Iran, con Russia e Cina alla finestra, assai silenziose, ma altrettanto antiamericane e altrettanto spietate, almeno nel potenziale.

E così, mentre si apre anche la partita elettorale di Taiwan, i dossier in fiamme della politica estera a stelle e strisce sembrano essere diventati davvero troppi.

E i riverberi, e gli scoppi, che rischiano di materializzarsi in politica interna ora fanno veramente spavento a tutti.

Con un’altra partita elettorale, quella per la Casa Bianca naturalmente, agitata dal solito Trump che, stretto nella morsa dei suoi guai giudiziari, prova comunque a cavalcare certe paure puntando il dito dritto contro Biden, che accusa gravemente per aver fatto sprofondare «gli Stati Uniti nel caos».

Uno scontro politico senza esclusione di colpi.
Uno scontro che si spera non diventi di monumenti, di piazze e di strade, con al centro altri possibili morti innocenti, addirittura occidentali, addirittura in Occidente.

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