LA GUERRA

Guerra a Gaza, Israele: «Liberate gli ostaggi o colpiremo Rafah». Gli Usa chiedono cessate il fuoco temporaneo

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Guerra a Gaza, Israele: «Liberate gli ostaggi o colpiremo Rafah». Gli Usa chiedono cessate il fuoco temporaneo
Guerra a Gaza, Israele: «Liberate gli ostaggi o colpiremo Rafah». ​Gli Usa chiedono cessate il fuoco temporaneo
Martedì 20 Febbraio 2024, 06:32 - Ultimo agg. 10:10

Gli Usa chiedono cessate il fuoco temporaneo

Gli Stati Uniti hanno proposto una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un cessate il fuoco temporaneo e che Israele non proceda con l'offensiva pianificata su Rafah nel sud di Gaza. La bozza del testo segna la prima volta che gli Stati Uniti sostengono esplicitamente un cessate il fuoco nel conflitto Israele-Hamas, anche se aggiunge che la tregua temporanea dovrebbe essere iniziata “non appena possibile”, lasciando un certo margine di manovra all’esercito israeliano.

Guerra in Medio Oriente, la diretta di oggi martedì 20 febbraio. 

 

di Mauro Evangelisti 

Il 10 marzo comincia il Ramadan, il periodo sacro per i musulmani che prevede digiuno e preghiera. Per quel giorno, dice il governo israeliano, dovranno essere rilasciati tutti gli ostaggi, almeno 130, che sono ancora prigionieri di Hamas. In caso contrario partirà l'offensiva di terra nell'area di Rafah, nell'estremo Sud della Striscia di Gaza a ridosso del varco che porta in Egitto. Si tratta dell'ultimo spicchio del territorio dell'exclave palestinese prima del confine, dove si sono rifugiati i civili mano a mano che i combattimenti avanzavano dal Nord verso Sud e dove sono sorte sterminate tendopoli. La comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti, da settimane sta tentando di convincere Netanyahu ad accettare un cessate il fuoco. Tutti gli chiedono di evitare un'offensiva a Rafah che causerebbe una catastrofe umanitaria, anche perché l'Egitto ha rafforzato i controlli alle frontiere e detto che non farà passare i civili palestinesi in fuga in quanto contrario allo spostamento di massa forzato della popolazione.

Tempi

Fino a qualche giorno fa l'assalto dell'Idf (le forze armate israeliane) sembrava imminente. L'ultimatum di ieri sembra spostare di 20 giorni l'inizio di questo nuovo attacco. E a lanciare questo avvertimento non è un esponente di estrema destra del governo, non è un falco, ma il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz, ex capo di stato maggiore e leader centrista. Guidava un partito di opposizione (Blu e Bianco) e ha accettato di entrare nel governo di unità nazionale dopo il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre. Gantz: «Il mondo e i leader di Hamas devono sapere che se entro il Ramadan i nostri ostaggi non saranno a casa i combattimenti continueranno nell'area di Rafah. Lo faremo in modo coordinato, in dialogo con i nostri partner americani ed egiziani, per facilitare le evacuazioni e ridurre al minimo le vittime civili». Fonti dell'esercito israeliano ipotizzano altri 2 mesi («6-8 settimane») di operazioni militari intense nella Striscia, in modo da indebolire ulteriormente Hamas, per poi passare a una fase meno pesante con attacchi aerei chirurgici e azioni delle forze speciali. A oltre quattro mesi dall'inizio della reazione militare israeliana al massacro del 7 ottobre compiuto da Hamas si contano ormai quasi 30 mila morti palestinesi nella Striscia di Gaza.
Ieri Israele ha sostenuto che di questi almeno 12mila sono combattenti di Hamas, dunque terroristi. Ad affermarlo è stata la radio militare israeliana. Dall'altra parte Hamas per la prima volta ha ammesso che una quota delle vittime degli attacchi dell'Idf è rappresentata da suoi miliziani, ma ha fornito un'altra cifra, più bassa. Un funzionario dell'organizzazione palestinese che risiede in Qatar ha spiegato all'agenzia Reuters «che Hamas stima di avere perso 6mila combattenti durante la guerra a Gaza». Ha aggiunto: «Netanyahu può occupare Gaza ma Hamas è ancora in piedi e combatte. Non ha raggiunto i suoi obiettivi di uccidere la leadership di Hamas o di annientare Hamas».

Mistero

L'altro giorno il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha spiegato: «I vertici di Hamas all'estero stanno cercando un sostituto per il leader nella Striscia di Gaza Yahya Sinwar, poiché i battaglioni del gruppo a Khan Younis sono stati smantellati e si profila un'offensiva a Rafah». Secondo alcune fonti le comunicazioni con Sinwar, che si era nascosto nei tunnel sotto la Striscia, sono interrotte da almeno due settimane. Ieri è arrivata la replica di Hamas: «Israele diffonde notizie false sulla leadership dell'organizzazione e Yahya Sinwar. Le dichiarazioni di Gallant sono parole vuote, guerra psicologica per creare delle illusioni». In queste ore sui cellulari degli abitanti della Striscia di Gaza è comparso un messaggio di testo inviato dalle forze armate israeliane. Recita: «Sei interessato a un futuro migliore per la tua famiglia e a una bella ricompensa? Hai informazioni sugli ostaggi o su chi li ha in prigionia? Non esitare a metterti in contatto con noi a questi numeri». Si tratta di uno dei tanti tentativi dell'esercito israeliano di scovare le prigioni in cui sono tenuti gli ostaggi da oltre quattro mesi, probabilmente anche nella ragnatela sotterranea di 700 chilometri di tunnel sotto la Striscia. Il tempo a disposizione è poco: se davvero con l'inizio del Ramadan, il 10 marzo, partirà l'offensiva di terra a Rafah, le speranze di ritrovare in vita gli ostaggi saranno spazzate via.
L'Europa chiede lo stop alle armi. L'alto rappresentante Josep Borrell, dopo il consiglio affari esteri: «Oggi 26 Paesi dell'Ue concordano sulla necessità di una pausa umanitaria immediata a Gaza che porti a una tregua sostenibile e chiedono che non ci sia una operazione militare a Rafah». Gli Usa hanno presentato una bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu in cui si parla di «sostegno ad un cessate il fuoco temporaneo a Gaza non appena possibile».
Malgrado le spinte da più parti, però Netanyahu non è intenzionato a fermarsi e, anzi, ha alimentato la tensione con la decisione di limitare l'accesso ai palestinesi alla Spianata delle Moschee durante il Ramadan.
Hamas ha replicato: «In questo modo viene violata la libertà di culto, chiediamo la mobilitazione».

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