In fiamme il castello di Shuri patrimonio mondiale dell'Unesco: distrutto il simbolo di Okinawa

In fiamme il castello di Shuri patrimonio mondiale dell'Unesco: distrutto il simbolo di Okinawa
di Erminia Voccia
Venerdì 1 Novembre 2019, 16:00 - Ultimo agg. 21:26
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Resta solo lo scheletro del Castello di Shuri, nell'isola di Okinawa in Giappone, patrimonio mondiale dell'Unesco andato quasi completamente distrutto da un incendio. Ai giapponesei le tv hanno mostrato le immagini notturne del castello che andava a fuoco, poi la luce del mattino ha evidenziato l'entità dei danni, enormi, perché tutte e tre le strutture non c'erano quasi più. Del magnifico Castello di Shuri dal tetto rosso, della sua architettura unica, non restava quasi nulla. Nella notte tra mercoledì e giovedì il sito è stato avvolto dalle fiamme, tra lo sconcerto e il dolore dei residenti della città di Naha. Ancora da accertare le cause del rogo che si sarebbe propagato dalla struttura centrale del sito, estendendosi poi alla zona nord e sud. A bruciare un simbolo della prefettura di Okinawa, eredità del Regno delle Ryūkyū (1429-1879) e grande attrazione turistica della città. Nessun ferito, secondo le autorità, ma le persone evacuate dalla zona sarebbero state almeno una trentina.

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L'incendio sarebbe scoppiato intorno alle 2:40 di notte del 31 ottobre, poco prima era scattato l'allarme che aveva allertato le squadre di sicurezza. Secondo la polizia, un guardiano avrebbe notato per primo le fiamme. Aprendo la porta del salone principale Seiden, l'uomo sarebbe stato circondato dal fumo. Quasi nulla ha impedito che il fuoco bruciasse la struttura portante in legno, mentre il forte vento e la posizione del castello, collocato su una collina, non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. Alle 8 del mattino 4,200 metri quadrati di sito erano andati perduti. Solo alle 13 le fiamme sono state completamente domate. Non si sa ancora se i lavori che erano in corso al castello potrebbero avere un legame con il rogo. Dal 27 ottobre il sito ospitava una manifestazione per ricordare la storia delle isole Ryūkyū, che secondo il programma doveva andare avanti fino al 3 novembre. Quando le fiamme hanno avvolto Castello di Shuri il personale era andato via da meno di due ore. Alcuni tra gli addetti ai lavori si sono giustificati dicendo di non aver adoperato fonti di calore. A settembre erano state adottate alcune misure di prevenzione, anche a seguito dell'incendio alla Cattedrale Notre Dame a Parigi, misure che evidentemente non sono state sufficienti.


Foto: AFP 

Tra le strutture distrutte anche Hokuden, il cui salone aveva ospitato la cena tra i grandi della Terra durante il summit del G8 di Okinawa nel 2000, Nanden e Bandokoro, dove erano conservate opere d'arte risalenti al Regno delle Ryūkyū. Il rogo ha causato danni anche allo Shoin, dove il re era solito sbrigare i suoi affari; a Sasunoma, la sala d'attesa per i reali, e a Kugani-Udun e Nike-Udun, gli alloggi del re e della sua famiglia. Per gli abitanti di Naha e dell'isola di Okinava, il castello era un simbolo identitario. Più volte ricostruito sulla base di antiche fotografie, il castello era andato in rovina a seguito dei bombardamenti Usa della Battaglia di Okinawa del 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale, ed era stato aperto al pubblico come parco nazionale nel 1992. Rappresentava comunque 450 anni di storia dell'antico Regno delle Ryūkyū, che fu annesso al Giappone nel 1879, punto di collegamento tra l'arcipelago giapponese e la Cina. Nel periodo d'oro del regno erano però tanti i contatti anche con il Sudest asiatico: Siam, Malacca, Giava, Sumatra, Vietnam, Thailandia e Indonesia. Dal Castello di Shuri doveva iniziare il percorso della torcia olimpica il prossimo maggio. In previsione dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, le autorità nipponiche stanno cercando di capire se e come usare il parco.

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