Da Israele all'Ucraina, è “guerra” politica: Biden e Trump in disaccordo su tutto

Tycoon scatenato: «Biden, oramai, come un bambino perso, smarrito»

Trump e Biden
Trump e Biden
di Luca Marfé
Lunedì 16 Ottobre 2023, 16:34 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 07:27
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Il gioco delle parti.

Joe Biden e Donald Trump si sforzano di essere in disaccordo su tutto, anche là dove potrebbero convergere almeno su alcuni punti, anche là dove potrebbero andare addirittura d’accordo.

La verità è che la campagna elettorale per la Casa Bianca 2024 è già iniziata da un pezzo, e ciascun tema si presta per la...“guerra” politica.

La guerra, appunto. Quella vera, quella senza virgolette.

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Ora la guerra in Israele, di cui l’attuale presidente parla lungamente davanti alle telecamere della rete televisiva Cbs, ospite della trasmissione “60 Minutes”.

«Un’eventuale occupazione israeliana di Gaza sarebbe da parte di Israele un grosso errore».

Una presa di posizione critica, per certi versi addirittura storica, contro l’alleato di ferro del Medio Oriente. Che tuttavia non è stata sufficiente, evidentemente, per tenere a freno l’impeto di Trump, che attacca comunque.

«Intervista fasulla, debole, in cui ciascuna domanda conteneva già la risposta», ha tuonato a mezzo social poche ore dopo la messa in onda. Con tanto di rincaro a margine: «Biden, oramai, come un bambino perso, smarrito».


Prima ancora, un’altra guerra, quella in Ucraina.

Biden promette di strigliare la Nato, di non abbassare la guardia sul fronte di Mosca né tantomeno di dimenticare Zelensky. Ma Trump non ci sta a prescindere, non ama questo (costosissimo) gioco delle armi e insiste con la sua narrazione che, con un leader forte alla Casa Bianca, questo conflitto non sarebbe mai iniziato, Putin non avrebbe mai osato. Inoltre, sostiene pure che un suo ritorno alla scrivania dello Studio Ovale «metterebbe la parola “fine” alla guerra in Ucraina nel giro di 24 ore».

Lontani, lontanissimi dunque. Diametralmente opposti, anche nell’estetica politica e nella comunicazione.

Sui social, ad esempio. Dove Biden appare assolutamente istituzionale, tra lunghi comunicati e brevi video altisonanti. E dove invece Trump infiamma tutto, pubblica in continuazione meme e autentiche prese in giro, proprio del suo bersaglio prediletto. Un giochetto che funziona molto, e molto bene, all’interno del circuito chiuso del suo vasto pubblico. Ma che rischia di penalizzarlo agli occhi di un pubblico ancora più vasto, che magari non accetta l’idea dell’istituzione della presidenza ridotta a gag e burle, e che però gli è vitale per vincere la partita elettorale.

A parità di avversario infatti, rispetto al 2020, nonostante il suo record a sua volta storico, contro Joe Biden è chiamato a fare, comunque, ancora meglio.

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