Ciclone Ana sul Malawi, la testimonianza del capo missione dell'Ong italiana «Gli sfollati non hanno più una casa, dobbiamo aiutarli a ricostruire»

Malawi
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di Emma Onorato
Domenica 13 Febbraio 2022, 17:12 - Ultimo agg. 18:26
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Il 24 gennaio il ciclone Ana si è abbattuto anche sul Malawi meridionale. Ha colpito 20 distretti su 28. La tempesta tropicale ha provocato danni ingenti: 460.000 persone sono state colpite, di cui 73.000 si sono rifugiate nei campi per sfollati. «In meno di 24 ore sono cadute più di 300mm di pioggia che hanno provocato danni ingenti alle infrastrutture - racconta Giuseppe Valerio, capo missione di Coopi in Malawi - una delle maggiori dighe per la produzione di energie idroelettrica è stata gravemente danneggiata e nelle 24 ore successive alla tempesta tropicale si è registrato un backout nazionale. I distretti più colpiti sono quelli di Chikwawa e Nsanjie». Ovvero i distretti dove lavora l'Ong italiana Coopi-Cooperazione internazionale: «Noi siamo presenti in quei distretti da novembre 2021 ed avevamo avviato dei progetti per la riduzione dei rischi da disastri naturali. Abbiamo sempre lavorato nell'intersezione tra la riduzione dei rischi da disastri naturali e gestione delle risorse naturali e adattamento al cambiamento climatico. In quei due distretti è concentrato il maggior numero di persone colpite e sfollati perché si parla di 460.000 persone che sono state colpite, di cui 73.000 rifugiate nei campi per sfollati».

Ma come si presenta ad oggi la situazione? Sono trascorse quasi tre settimane dal disastro e «finalmente il governo è riuscito a riparare le strade, quindi adesso i collegamenti sono stati ristabiliti, ma la situazione risulta essere sempre precaria perché si tratta di riparazioni d'emergenza e siamo tuttora nel pieno della stagione delle piogge.

Anche la rete della distribuzione elettrica era stata completamente distrutta, infatti ad oggi la fornitura di energia elettrica non è garantita 24hsu24». Coopi oltre a partecipare nelle operazioni di verifica e di primo soccorso, ha anche sovvenzionato i distretti nell'acquisto di carburante sia per garantire l'immediata attivazione dei centri per le operazioni d'emergenza, sia per assicurarne la continuità. 

«Le attività di ricerca e soccorso sono state fortemente ostacolate perché per un'intera settimana i livelli delle acque, e le correnti, rendevano impossibile il dispiego di barche e mezzi nautici per andare a recuperare le persone e per effettuare la verifica dei danni. Poi, quando le acque hanno iniziato a ritirarsi, il numero dei morti è  iniziato a salire ed anche quello dei feriti accertati. Ora le acque si sono ritirate, ma resta il fatto che decine di migliaia di persone hanno perso la propria abitazione e i loro beni». C'è da considerare che l'80% della popolazione vive di agricoltura di sussistenza e «le acque che hanno completamente sommerso i campi, hanno anche distrutto il loro raccolto, ucciso il bestiame, e quindi le loro principali fonti di reddito».

Purtroppo questi eventi meteorologici estremi sono sempre più gravi e frequenti. Quando è stata lanciata l'allerta meteo dal Dipartimento del cambiamento climatico e dei servizi meteorologici «noi abbiamo subito proceduto alla disseminazione di messaggi d'emergenza tramite radio comunitarie e canali comunitari, in particolare tramite quelli che qui definiscono comitati di protezione civile. Sin da subito c'è apparsa chiara la gravità della situazione, così abbiamo attivato il nostro personale di campo che ha operato per la verifica dei danni, inoltre sono state liberate risorse logistiche e finanziarie per le attività di verifica e soccorso».

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Giuseppe ricorda il gran numero di persone colpite e sottolinea che purtroppo «quelle più bisognose d'aiuto sono le persone che attualmente si trovano nei campi di sfollati. Non hanno più una casa, si sono rifugiati dove potevano, case, chiese e punti di salute. Ora bisogna aiutarli a ricostruire, e nell'attesa di poter tornare a una parvenza di normalità, aiutarli anche nei loro bisogni essenziali. Noi abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse nell'acquisto e nella distribuzione di kit per l'igiene e di prima necessità, materiali per la potabilizzazione dell'acqua, ed anche kit di costruzione per ricostruire le loro case. Ora siamo nella fase di emergenza acuta e si tratta di aiutarli con i fabbisogni essenziali».

Purtroppo tra le conseguenze di un tale disastro, bisogna considerare anche il rischio che si diffondano malattie come il colera e la malaria: «Un'altra questione importante è quella dei servizi igienici e della potabilizzazione dell'acqua perché l'acqua potabile scarseggia e, se le fonti d'acqua si dovessero contaminare, si potrebbe concretizzare il rischio di malattie come il colera. A questo scopo abbiamo commissionato uno studio d'emergenza sulle fonti idriche per capire come si presenta la situazione. A breve avremo i risultati». Coopi in risposta all'emergenza ha lanciato un appello straordinario per aiutare il Malawi, raggiungibile all’indirizzo sostieni.coopi.org/emergenza-malawi. 

Oltre al disastro legato al ciclone Ana c'è da considerare che anche in Malawi si sta cercando di combattere la diffusione del coronavirus: «Tramite il supporto dell'Unione europea, e in particolare della Direzione generale per la Protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee (Echo), stiamo supportando a livello nazionale la campagna vaccinale contro il Covid-19. All'interno di questo progetto abbiamo incluso un modificatore di crisi, ovvero un piccolo budget che viene utilizzato come riserva per affrontare potenziali crisi come questa. Quindi Coopi ha deciso, in collaborazione con i suoi partner, di attivare questo modificatore di crisi per supportare il mantenimento della catena del freddo per i distretti più colpiti: Chikwawa e Nsanjie. Inoltre per effettuare delle campagne di vaccinazioni mirate anche tra le persone che hanno trovato rifugio nei campi di sfollati. Questo al fine di garantire anche alle persone più povere e vulnerabili il diritto alla vaccinazione contro il Covid-19», conclude Giuseppe, precisando che l'attività comincerà nei prossimi giorni. 

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