Missili Storm Shadow, attacco alla Marina russa. Ecco perché la flotta è allo stremo (e come può cambiare la guerra)

L'Ucraina ha rivendicato l'aggressione al quartier generale della flotta di Mosca e l'uccisione dell'ammiraglio Viktor Sokolov

Missili Storm Shadow, attacco alla Marina russa. Ecco perché la flotta è allo stremo (e come può cambiare la guerra)
Missili Storm Shadow, attacco alla Marina russa. Ecco perché la flotta è allo stremo (e come può cambiare la guerra)
Lunedì 25 Settembre 2023, 19:02 - Ultimo agg. 27 Settembre, 09:25
4 Minuti di Lettura

Un altro attacco alla Marina russa nel Mar Nero. Kiev rivendica l'ultima aggressione al quartier generale della flotta di Mosca e l'uccisione dell'ammiraglio Viktor Sokolov, chiamato in seguito a un cambio di nomine. Era successo dopo l’affondamento dell’incrociatore Moskva, nave ammiraglia della flotta, colpita dai missili da crociera ucraini nell’aprile di un anno fa. Oltre a lui, Kiev sostiene di aver ucciso anche 34 ufficiali. 

Gli Storm Shadow

I missili dell'attacco sono gli Storm Shadow, che hanno colpito l’edificio con dentro Alexander Romanchuck, il generale a capo delle operazioni attorno Zaporizhzhia, e Oleg Tsekov, comandante delle forze di terra della Russia artica.

li Storm Shadow sono missili progettati per colpire in profondità obiettivi sensibili, come posti di comando, infrastrutture portuali e aeroportuali, ponti, depositi di munizioni, navi e sottomarini attraccati. Gli equipaggiamenti li rendono praticamente invisibili ai radar e agli infrarossi: per questo motivo sono missili in grado di superare difese aeree e la testata esplosiva è composta da una carica cava perforante e funzionale a distruggere le difese del nemico, e una carica esplosiva principale che scoppia dopo la perforazione. Ha una gittata da 250 chilometri ma essendo lanciabili solo dagli aerei, il raggio effettivo può essere molto più ampio a seconda della quota di lancio e del profilo di volo del missile.

Sono dotati di un sistema di guida chiamato "fire and forget", ossia "spara e dimentica", programmabile a terra. 

I raid di Kiev e come cambia la guerra

Gli Storm Shadow sono quindi fondamentali nell'attacco a centri di alto valore strategico per la Russia, come successo proprio con la base navale della flotta russa nel Mar Nero a Sebastopoli. 

Comunque si tratta solo dell'ultimo caso, il più spettacolare, di una ormai lunga teoria di raid compiuti da Kiev nella penisola occupata, segno che le capacità offensive ucraine - grazie ai franco-britannici Scalp/Storm Shadow e in alcuni casi agli ucraini Neptune, opportunamente modificati - sono cresciute. Gli sviluppi sono senz'altro positivi per Volodymyr Zelensky, impegnato in un tour nordamericano dopo la partecipazione all'assemblea generale dell'Onu: senza il sostegno occidentale, in particolare degli Usa, l'Ucraina infatti non può vincere la guerra. Il momento è critico. Tra le capitali serpeggia il dubbio che Kiev sia arrivata al massimo di ciò che può fare contro la Russia e sia quindi giunto il momento di sedersi al tavolo delle trattative. Il presidente e il suo entourage però hanno scommesso tutto sulla vittoria e sarebbe un suicidio politico congelare il conflitto sulla linea del fronte attuale. «Libereremo Bakhmut», ha promesso Zelensky dagli Usa. «E penso che libereremo altre due città ma non vi dirò quali, mi spiace: abbiamo un piano, un piano molto, molto completo». Il leader ucraino sa che il tempo gioca contro, perché se i russi avranno modo di trincerarsi nuovamente nel corso dell'autunno-inverno sarà più difficile sfondare. E poi c'è la politica americana, già rivolta alle presidenziali del 2024. E Zelensky lo ha toccato con mano a Washington. Ecco perché le indiscrezioni che indicherebbero prossima da parte degli Usa una fornitura, benché piccola, di missili a lungo raggio Atacms rappresentano un'altra buona notizia per l'Ucraina. Zelensky cammina lungo un filo, sottile come un capello.

© RIPRODUZIONE RISERVATA