Ucraina tra portaerei Usa e militari Russia: la guerra negli occhi dei satelliti

Ucraina tra portaerei Usa e militari Russia: la guerra negli occhi dei satelliti
di Luca Marfé
Giovedì 3 Febbraio 2022, 18:00
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Un mostro di portaerei nel Mediterraneo e una folla di militari al confine: gli Stati Uniti e la Russia giocano a Risiko attorno all’Ucraina.

La Truman è un colosso d’acciaio a propulsione nucleare che imbarca 90 caccia da guerra capaci di decollare in una manciata di secondi. Non solo, perché non è sola. Con lei una scorta di altre 5 navi della Marina Militare americana nonché due sottomarini mai formalmente dichiarati, ma evidentemente lì, nascosti tra le onde. Una formazione potenzialmente in grado di muovere da sola la guerra al mondo. Alla fine dello scorso anno, destinata in Medio Oriente per ragioni di sicurezza nazionale. Adesso trattenuta, invece, presso geografie più vicine a Putin, con l’intento preciso di mostrare certi muscoli a stelle e strisce e ancor di più un certo fiato sul collo delle rinnovate ambizioni firmate Nato.

Lo “zar” dal canto suo osserva, ma non resta di certo a guardare.

Già perché, nel frattempo, i 130mila soldati russi ammassati al confine col Donbass sono un numero e un nervosismo già di fatto scavalcati. Kiev e dintorni, infatti, sono praticamente circondati. Lungo tutto il fianco orientale, con la Crimea persa e oramai nemica, e ora pure con la sorella Bielorussia che per Mosca suona la carica da Nord.

I satelliti, insomma, fotografano una situazione drammatica, da piede sul ciglio del precipizio.

Preposizionamenti e reattività feroce ai blocchi di partenza che lasciano veramente presagire il peggio. 

Il calendario del possibile scontro sembra una sorta di scherzo e invece è serissimo: Pechino non vuole rogne a Olimpiadi cinesi in corso e proprio il termine delle Olimpiadi Invernali potrebbe far risuonare le sirene della guerra.

Xi Jinping e Vladimir Putin si sono sentiti, sono comunque dalla stessa parte anti-americana, e almeno su questo sembrano essersi intesi.

Fine febbraio come termine dei giochi e soprattutto come data di scadenza per le rispettive diplomazie.
Come limite estremo, cioè, per salvare la Comunità Internazionale da un effetto domino di conseguenze che nessuno è in grado di prevedere, di controllare.

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