Re Carlo III, bufera a Londra: «Sfrutta i soldi dei morti». L'inchiesta choc del Guardian: ecco come fa

I beni dei defunti non vengono dati in beneficenza come si pensava finora

«Re Carlo III guadagna con le eredità dei morti», l'inchiesta choc del Guardian: ecco come fa
«Re Carlo III guadagna con le eredità dei morti», l'inchiesta choc del Guardian: ecco come fa
di Vittorio Sabadin
Venerdì 24 Novembre 2023, 21:34 - Ultimo agg. 26 Novembre, 11:29
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Il giornale inglese The Guardian ieri ha accusato re Carlo III di prendere soldi dai morti per ristrutturare le sue case. Tutto nasce dal fatto che il re o la regina d’Inghilterra, fin dal 1399, traggono quello che serve loro a pagare le spese private dalle proprietà e dagli introiti del Ducato di Lancaster, un territorio che copre buona parte del nord-ovest della Gran Bretagna. In base a una norma medievale ancora in vigore, dei proventi del sovrano fanno parte anche i beni e i patrimoni di chi muore nel Ducato senza lasciare eredi o testamenti. L’arcana usanza si chiama «bona vacantia», e nelle repubbliche europee è oggi applicata dagli stati, che requisiscono i beni vacanti senza possibilità di discutere.

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LE SPESE

Il problema, ha scoperto il Guardian, è che i soldi che Carlo prende ai morti non vengono dati in beneficenza come accadeva ai bei tempi del regno di Elisabetta, ma sono perlopiù usati per ristrutturazioni immobiliari di edifici appartenenti al Re, che in alcuni casi vengono affittati e possono generare rendite maggiori dopo essere stati rimessi a posto.

Negli ultimi 10 anni la «bona vacantia» ha generato più di 60 milioni di sterline di introiti, amministrati fino al 2022 da Elisabetta e nell’ultimo anno da suo figlio Carlo. Secondo il Guardian, alcuni addetti ai lavori hanno ammesso che nel Ducato si consideravano questi soldi simili a «denaro gratuito» o a un «fondo nero» da utilizzare «segretamente». 

Gli amministratori del Ducato sono stati autorizzati a ristrutturare edifici con i soldi dei morti da una disposizione interna chiamata «SA9», introdotta nel 2020. Stabilisce che i fondi devono essere usati per il «bene pubblico» per riparare, restaurare e preservare le proprietà del Ducato classificate come «beni del patrimonio». Ma l’analisi del Guardian suggerisce che nelle categorie di immobili ammesse dalla «SA9» può rientrare circa la metà dei beni immobiliari del Ducato. Le proprietà per le quali si possono usare i fondi includono case a schiera, case vacanze, cottage rurali, edifici agricoli, un’ex stazione di servizio e fienili, tra i quali uno utilizzato per facilitare le covate di fagiani e pernici nello Yorkshire. 

La disposizione interna sottolinea però che l’uso dei fondi non deve avvantaggiare il Re: «L’intenzione primaria della spesa deve essere la conservazione e la protezione del tessuto della proprietà e qualsiasi beneficio per il Privy Purse (il reddito privato del sovrano) collide con tale scopo». Buckingham Palace non ha commentato, un portavoce del Ducato ha fatto sapere che Carlo, dopo la morte di sua madre, ha approvato la continuazione di una politica di utilizzo del denaro da «bona vacantia» per «il restauro e la riparazione di edifici idonei al fine di proteggerli e preservarli per le generazioni future».

LE REGOLE

A molti osservatori sembra improbabile che Carlo III faccia la cresta sui soldi dei morti per ristrutturare le sue case e incassare di più dagli affitti. Il Ducato è amministrato da un esponente di rilievo del governo, nominato dal premier. Oggi è in carica Oliver Dowden, che è anche vice primo ministro, e se le regole vengono violate dovrebbe accorgersene. È stato lui ad assegnare al Re un introito di 26 milioni di sterline dal Ducato per il 2023, che gli dovranno bastare per le spese private. Per sua fortuna, non dovrà più pensare anche a quelle della famiglia di Harry, fuggito in America, e di William, che come erede al trono gode ora delle rendite del Ducato di Cornovaglia, dove può anche lui prendere i soldi dei morti. Fino al regno di Giorgio III, con i proventi del Ducato di Lancaster e con le proprietà del Crown Estate il re doveva pagare tutte le spese dello Stato, comprese quelle delle guerre. Si decise allora (1760) che gli introiti dei possedimenti reali sarebbero andati al governo, che in cambio avrebbe garantito alla corona uno «stipendio» annuale. Il sistema è cambiato negli anni, ma in sostanza è ancora in vigore. Carlo ha accettato di ridurre dal 20 al 15% la quota sulle rendite dei possedimenti reali che lui riceve dal Tesoro e pensava di avere dato un buon segnale. Che ora però con queste accuse rischia di non bastare.

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