PARIGI - La sensazione di essere punti da un ago, poi la testa che gira, la nausea, e quel segno rosso sulla mano o sul braccio che trasforma la festa nel peggiore degli incubi, quello di qualcuno che nel buio inietta una sostanza tossica, un veleno, magari il GHB, la droga dello stupro, o addirittura l'Aids: il racconto sembra uscito direttamente da una delle più classiche leggende metropolitane. Solo che si ripete ormai da mesi, per bocca di migliaia di giovani, quasi sempre ragazze, in tutta Europa, ma soprattutto Francia, Inghilterra e Belgio, con corse in ospedale, e attese angoscianti dei risultati delle analisi del sangue, delle urine, dei capelli. La chiamano needle spiking, l'avvelenamento con l'ago, in Francia sono le piqures sauvages, iniezioni lampo fatte da uno sconosciuto che approfitta del buio di una festa o di un concerto. Fino a qualche settimana fa molti le ritenevano frutto di un'isteria collettiva. Poi hanno cominciato a muoversi i procuratori, aprendo inchieste, e poi le prefetture, (per ultime quelle dei Territoires de Belfort e della Loire-Atlantique) diramando messaggi a usare cautela nei ritrovi festivi, a segnalare qualsiasi anomalia soprattutto se si sente un'improvvisa puntura o se si nota un segno rosso sul braccio o la mano, magari circondato da un livido.
A TOLONE
E ieri un altro passo verso la realtà di un fenomeno finora relegato alla voce mistero: un ragazzo di vent'anni è stato rinviato a giudizio a Tolone per «violenze aggravate dalla detenzione di un'arma (siringa) e dalla premeditazione». «È in detenzione provvisoria» ha fatto sapere il procuratore di Tolone Samuel Finielz.
Soltanto nel fine settimana, sono state una decina le denunce di iniezioni selvagge in Francia, in particolare quattro ragazzi e tre ragazze che hanno sporto denuncia alla gendarmeria a Auch. Tutti partecipavano alla tradizionale feria di Pentecôtavic, e tutti hanno sentito la puntura di un ago, seguita da un chiaro segno sulle braccia. «Abbiamo aperto un'inchiesta» ha confermato il procuratore di Auch Jacques-Edouard Andrault. Questa volta le denunce sono state immediate, e non dopo alcuni giorni come spesso accade. «In genere le persone che realizzano di aver ricevuto un'iniezione hanno bevuto parecchio, e dunque non se ne accorgono immediatamente ha raccontato a Libération Frederic Campion, responsabile dell'associazione dei Soccorritori-Pompieri presente durante la manifestazione Invece questa volta il responsabile ha usato l'ago su persone sobrie, e questo è stato un errore».
NESSUN VELENO
Fino ad oggi, tuttavia non ci sono conferme di persone che hanno denunciato iniezioni seguite da aggressioni o da avvelenamenti certificati. Nessuna analisi seguita alla denuncia di una needle spiking è risultata positiva a droghe o sostanze tossiche. Stesso bilancio finora in Inghilterra e in Belgio. «Fondamentalmente finora non ci sono prove» ha dichiarato Guy Jones, esperto a The Loop, associazione britannica specializzata in test tossicologici. Il parlamento britannico rifiuta però di liquidare la cosa come una leggenda metropolitana e un mese e mezzo fa ha pubblicato il rapporto in cui si esorta il ministero dell'Interno a «informare e sensibilizzare» sui rischi del needle spiking, visto che «è impossibile giudicare con precisione a che punto l'avvelenamento via iniezione sia diffuso e pericoloso».