Con la testa rasata, i capelli lunghi pochi millimetri, un viso che forse non riescono più a guardare nello specchio. Ma sono libere finalmente. Ci sono anche 15 soldatesse tra gli 86 militari che sono stati rilasciati nel pomeriggio di venerdì 1° aprile nell’ambito di uno scambio di soldati prigionieri con i russi che ha avuto luogo a Zaporizhia. I russi hanno rasato le loro teste con la volontà di umiliarle: una punizione storicamente riservata alle donne che si vuole sottomettere. Un gesto primitivo che dà l'idea dell'atteggiamento dell'esercito russo nei confronti dei prigionieri.
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Soldatesse che non potranno più raccogliere i loro capelli in una coda, in una treccia, in uno chignon per molto tempo.