Ucraina, il mondo appeso a un filo: la telefonata Biden-Xi (UE non pervenuta)

Ucraina, il mondo appeso a un filo: la telefonata Biden-Xi (UE non pervenuta)
di Luca Marfé
Venerdì 18 Marzo 2022, 15:34 - Ultimo agg. 19 Marzo, 18:56
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BRUXELLES - Gli Stati Uniti e l’Unione Europea da un parte, la Russia e la Cina dall’altra.

Nel mezzo, l’Ucraina e la guerra. E una telefonata che può letteralmente cambiare la storia del mondo.

Joe Biden e Xi Jinping, filo diretto Washington Pechino, tensione oltre qualsiasi immaginazione.

Ma, al tempo stesso, la necessità imperativa di trovare una qualche sorta di soluzione.

Proprio nelle ultime ore a ridosso, il presidente americano non ha esitato a bollare Vladimir Putin come un «criminale di guerra», a parlare apertamente di «minaccia nucleare», e dunque quasi a superare la linea rossa della diplomazia e delle sanzioni.
Senza mancare, inoltre, di lanciare dei segnali chiarissimi proprio al suo omologo cinese:
«Se continuate ad aiutare il Cremlino», con soldi o addirittura con armi, «avete un grosso problema con noi».
Ma il dragone non ci sta, ribatte assai stizzito, e rispedisce il j’accuse dritto al mittente:
«Da noi cibo e coperte, siete voi che fornite armi».

Le premesse ci sono tutte, insomma. E sono tutte sbagliate.

Il rischio che i toni si alzino anziché abbassarsi è oggettivamente tangibile.
Del resto, le relazioni tra i due giganti erano già precipitate nell’era Trump e si sono messe persino peggio con l’attuale amministrazione.

Per quanto siano i russi a sparare missili e a sganciare bombe, la vera sfida in atto è paradossalmente proprio tra Usa e Cina.

Per quanto sia Putin oggi a infiammare il mondo, è questa la nuova Guerra Fredda.

Ed è banale prevedere le posizioni di Xi, da cui è bene non aspettarsi assolutamente nulla.
Il lato giusto della Storia, per lui e per la sua ristretta cerchia di fedelissimi, coincide alla perfezione con i suoi interessi: indebolimento dell’America e di tutto il blocco occidentale, indebolimento del dollaro come valuta universale, indebolimento dell’attenzione generale finalizzato all’annessione di Taiwan.

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Ma al di là del faccia a faccia a muso duro, a tutto campo, il reale terreno dello scontro è l’economia.

Sì, perché i colossi sono legati a doppio nodo.
Dal commercio, dal debito pubblico, dai reciproci interessi.
Con l’ombra delle sanzioni che, se dovesse davvero allungarsi da Mosca a Pechino, significherebbe quasi un’altra dichiarazione di un’altra guerra.

Nel caos di un mondo che sembra impazzito, c’è una sola cosa chiara, che appare di colpo ancor più chiara osservata da qui, da Bruxelles: l’attore più debole di questo doppio confronto è l’Unione Europea.

Che è unita soltanto nella facciata, che si muove di Francia e di Germania, che strilla misure feroci, che si parla addosso, che brinda a Versailles.

Ma che non lascia il segno.
E che lascia, invece, soltanto l’immagine ridicola di Macron “travestito” da Zelensky.

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