Non si è ancora placata la rivolta che è scoppiata nel carcere più grande dell'Ecuador che si trova nella città di Guayaquil. La sommossa ha provocato fino a questo momento 68 morti e 25 feriti, secondo i dati dell'ufficio del procuratore generale del paese e ripresi dalla stampa locale.
Un'intensa sparatoria si è verificata nel carcere della città portuale di Guayaquil, teatro anche in altre occasioni di diversi massacri. Durante la rivolta si sono sentite raffiche di armi e spari provenire dal compound, mentre sui social circolavano video di diversi detenuti allarmati per quanto stava accadendo all'interno.
Gli attacchi sono avvenuti nel padiglione 2, dove esperti della Criminalistica e della Direzione nazionale per i crimini svolgono compiti di ispezione.
🔴 Nueva matanza en la #PenitenciaríaDelLitoral tras enfrentamientos la noche del viernes. Al menos 51 muertos, 5 del pabellón 2 (2 mutilados) y 46 incinerados del pabellón F. Los reos hicieron una transmisión en vivo para advertir lo que pasaba. El Gobierno aún no se pronuncia. pic.twitter.com/7eqolNstJf
— Cromaclictv (@Cromaclictv1) November 13, 2021
Secondo il verbale della polizia, gli agenti hanno trovato un fucile e una dozzina di candelotti di dinamite.
La Procura dell'Ecuador ha avviato un'indagine sugli «atti violenti e omicidi» che si sono verificati.
Il governatore della provincia, Pablo Arosemena, ha descritto in una conferenza stampa come «ferocia» quanto accaduto e ha ritenuto più volte la Corte Costituzionale responsabile dell'impedimento alle forze armate di accedere alle carceri.