Urbicidio in Ucraina, lo scempio delle città che perdono il loro patrimonio artistico

Urbicidio in Ucraina, lo scempio delle città che perdono il loro patrimonio artistico
Urbicidio in Ucraina, lo scempio delle città che perdono il loro patrimonio artistico
Giovedì 10 Marzo 2022, 20:33 - Ultimo agg. 23:05
4 Minuti di Lettura

"Urbicidio": una parole che nelle ultime ore sta diventando - tristemente - virale. Si tratta di una delle devastazioni della guerra: lo scempio delle città ucraine, che in queste ore stanno perdendo sotto le bombe russe il proprio patrimonio artistico. 

Ucraina-Russia, in Polonia la scintilla che potrebbe far scoppiare la guerra totale: cosa potrebbe succedere

Ucraina diretta. Putin: «Sanzioni illegittime, crisi energetica colpa dell’Occidente» Kiev: «Già 71 bambini uccisi e 100 feriti dall'inizio dell'invasione». Ucraina nell'Ue, lo stop di Macron

Il patrimonio culturale

Si tratta di un termine coniato durante la guerra nella ex Jugoslavia. Letteralmente significa violenza contro le città: "uccidere" figurativamente ciò che le rendeva vive. Statue, opere d'arte, architetture, monumenti. Tutto rischia di scomparire sotto i bombardamenti russi. L'Ucraina conta ben sette siti riconosciuti patrimonio mondiale dall'Unesco: la Cattedrale di Santa Sofia, a Kiev, il centro storico di Leopoli (Lviv), l’Arco geodetico di Struve, la residenza dei metropoliti bucovini e dalmati a Černivci, l’antica città di Chersoneso Taurica, fondata nel V secolo a.C.

sulle coste settentrionali del Mar Nero, a Sebastopoli, e le Tserkvas in legno, otto chiese sui Carpazi. A Odessa i cittadini circondano la statua di Richelieu di sacchi di sabbia per evitare che venga distrutta. 

 

L'allarme degli storici dell'arte

A lanciare l'allarme, conversando con l'AdnKronos, è lo storico dell'arte Tomaso Montanari il quale, comunque, tiene a precisare che «non c'è opera d'arte che valga la vita di un essere umano». Il conflitto, avverte lo studioso, produce »enormi rischi che non hanno a che fare con le singole opere che si possono mettere al sicuro, ma con il patrimonio inteso nel senso più vero e ampio. Ovvero con la forma stessa delle città, dei quartieri antichi, degli edifici, delle mura. L'Ucraina ha un patrimonio che va dalle colonie greche sul Mar Nero, con architetture, strutture e lasciti, ai monumenti medievali anche italiani come per esempio le mura genovesi». Peraltro, osserva Montanari, il Paese sotto attacco da parte dei russi dispone «di un patrimonio naturale. Ci sono le steppe e le foreste. I patrimoni dell' Unesco in Ucraina individuano una serie di complessi che sono il Paese stesso, come succede sempre in Europa». Questo per dire che, in fondo, «la guerra è dentro il patrimonio culturale, lo attraversa, lo violenta. Vedremo poi con quale esito. Abbiamo visto - ricorda Montanari - quello che è successo in Siria, in Libia». Tragedie che ora »stanno succedendo in Ucraina. È un pezzo d'Europa e, come tutti in tutti gli altri Stati europei, è come fare la guerra in un salotto perfettamente integrato e storicizzato. È un disastro: noi vediamo le periferie staliniste, e per ora non vediamo le città storiche. Bombardare Odessa è come dire bombardare la storia«. In altri termini, il patrimonio ucraino «parla di un Paese che è russo ed europeo. La parola Ucraina vuole dire 'confinè, una frontiera che è stata attraversata ed è permeabile. L'Ucraina è un Paese che è stato un ponte e Putin oggi ci fa la guerra, ma diciamo che anche l'Occidente non è innocente». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA