Cina, Russia e Iran: per gli Usa è «emergenza asse del male»

Sul fronte degli Esteri, gli Stati Uniti hanno perso il conto dei dossier in fiamme

I presidenti di Cina, Russia e Iran
I presidenti di Cina, Russia e Iran
di Luca Marfé
Lunedì 23 Ottobre 2023, 18:04
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«Questa è un’emergenza».

Sul fronte degli Esteri, gli Stati Uniti hanno perso il conto dei dossier in fiamme. Delle guerre in corso. E l’allarme arriva per bocca del leader della minoranza al Senato, il repubblicano più alto in grado, l’ultra-conservatore Mitch McConnell.

«Minaccia immediata», «questione mondiale», «l’Asse del male».

Questi sono soltanto alcuni passaggi del suo intervento indirizzato a tutti i membri del Congresso, consumati dal dilemma tra alleati e soldi.

Salvare l’Ucraina, sostenere Israele, arginare la Cina: sì, ma a quale prezzo?

La sicurezza nazionale americana messa a repentaglio dal Dragone, dalla Russia e dall’Iran. Dall’Asse del male, appunto. Con Pechino che non agita conflitti militari, e che anzi li teme. Ma che paradossalmente fa più paura di tutti. E con Mosca e con Teheran che costringono Washington a mettere mano al portafogli, tra aiuti umanitari e ancor di più armi. Una folle corsa del debito pubblico a stelle e strisce che veramente rischia di far saltare il banco.

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«1,5 bilioni di dollari di deficit - mille e cinquecento miliardi! - sono davvero troppi», tuona McConnell puntando il dito dritto verso Biden, con l’America già in piena campagna elettorale 2024, sia da una parte, che dall’altra. McConnell che, nel suo essere di destra punto e basta, di Biden non ama neanche l’alternativa: «Anche con Trump il deficit si è gonfiato eccessivamente».

Non risparmia nessuno, insomma.

Quasi a voler individuare un candidato diverso per la nuova Casa Bianca. Qualcuno che sia più vicino, e più fedele, al Partito Repubblicano.

Con l’emergenza, però, che di fatto esiste, eccome. Con l’atteggiamento sempre più sfidante del blocco orientale, paradossalmente rinsaldato proprio da tutte queste crisi, nei confronti di un blocco occidentale che da queste stesse crisi pare invece afflitto. E a caro, carissimo, prezzo.

«Il mondo è più in pericolo oggi di quanto io personalmente non abbia mai visto in vita mia».

Un’affermazione lapidaria che, sentenziata da un classe 1942, oramai 81enne, a prescindere da qualsiasi giudizio o pregiudizio politico onesto o di parte, deve comunque far riflettere. Deve comunque fare spavento.

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