Olena Zelenska e Yulia Navalnaya si evitano (e declinano l'invito di Biden). Nemmeno Putin le ha riavvicinate

Ufficialmente, la moglie di Zelensky ha fatto sapere che aveva già un impegno nella sua agenda, fissato da tempo, la visita a Kiev a un orfanotrofio

Olena Zelenska e Yulia Navalnaya si evitano (e declinano l'invito di Biden). Nemmeno Putin le ha riavvicinate
Olena Zelenska e Yulia Navalnaya si evitano (e declinano l'invito di Biden). Nemmeno Putin le ha riavvicinate
di Marco Ventura
Mercoledì 6 Marzo 2024, 22:29 - Ultimo agg. 7 Marzo, 07:14
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La scenografia del discorso più importante dell’anno del presidente Usa Joe Biden, quello sullo Stato della Nazione, era stata già tutta studiata e preparata per dargli lo sfondo politicamente e mediaticamente di maggiore impatto. La first lady, Jill, si sarebbe seduta in prima fila accanto a Olena Zelenska, la moglie di Zelensky, e a Yulia Navalnaya, la vedova di Aleksei Navalny. Due simboli della lotta del mondo libero contro Putin, il dittatore zar di tutte le Russie che ha scatenato l’invasione dell’Ucraina e sferrato il maglio della repressione sul dissenso interno in vista delle presidenziali del prossimo 17 marzo. Fino alla morte del suo principale oppositore, il detenuto nella colonia penale artica “Lupo polare”, Navalny.

IL RIFIUTO

Non tutto è andato secondo i piani americani: entrambe, la Zelenska e la Navalnaya, hanno declinato l’invito di Biden. Donne che non si piegano ai desiderata della Casa Bianca né alle blandizie dei riflettori e del protocollo presidenziale. E, soprattutto, che non ci tengono affatto a farsi riprendere sedute l’una accanto all’altra. Ufficialmente, la moglie di Zelensky ha fatto sapere che aveva già un impegno nella sua agenda, fissato da tempo, la visita a Kiev a un orfanotrofio.

E la portavoce dell’Associazione anti-corruzione (e anti-Putin) di Navalny, Kira Yarmish, spiega che neppure Yulia sarà presente oggi a Washington.

«Era stata invitata, ha valutato la possibilità di andare, ma penso che qualcuno abbia dimenticato che cosa le è successo. Il marito è morto due settimane fa, da allora lei non ha fatto che viaggiare e oggi è la prima volta che si trova a casa. Come ogni essere umano, ha bisogno di riprendersi e così, anche se apprezza molto l’invito, per qualche tempo ha davvero bisogno di stare tranquilla». Queste le scuse ufficiali. Ma la realtà sarebbe un’altra: Aleksei Navalny non è stato mai davvero amato dagli ucraini, perché anche lui, come Putin, era un revanscista e un nazionalista russo (e questa è una delle ragioni per cui era considerato da Putin una minaccia reale), tanto che nel 2014, dopo l’annessione russa della Crimea contro cui aveva tuonato, accusando di ignavia anche l’Unione Europea, la segretaria di Stato Usa Hillary Clinton, lui, Navalny, si era schierato per l’annessione, aveva detto che la Crimea era parte della Russia e non aveva condannato la guerra nel Donbass. In seguito, aveva un po’ modificato la sua posizione, soprattutto in chiave anti-Putin, ma non aveva rinnegato la sua visione imperiale. Non a caso, dopo la sua morte il capo dei servizi segreti militari ucraini, il generale Budanov, aveva avvalorato la tesi del Cremlino e delle autorità carcerarie: la morte naturale dovuta a un embolo. Sembra che il protocollo della Casa Bianca non abbia coordinato al meglio gli inviti, ignorando o sottovalutando le sensibilità di Olena Zelenska e Yulia Navalnaya. La prima non sapeva della presenza della seconda, e quando l’ha saputo ha ritenuto di non dover volare a Washington.

 

LA POLITICA

Ma potrebbe esserci anche un’altra spiegazione, più “politica”. Zelensky non ha intenzione di dare un colore troppo politico al suo strettissimo rapporto con Biden, visto che gli americani sono impegnati nelle primarie per le presidenziali e il leader ucraino non vuole rompere con i repubblicani, specie con quelli che supportano Trump, avanti nei sondaggi rispetto al “vecchio Joe”. Inoltre, in questo momento il consenso repubblicano è indispensabile per far approvare il pacchetto stramiliardario di nuovi aiuti americani alla macchina da guerra (difensiva) di Kiev. La Navalnaya, a sua volta, guarda alle elezioni russe. Proprio ieri ha invitato i suoi connazionali all’azione di protesta escogitata dal marito: presentarsi alla chiusura dei seggi in massa, il 17 marzo. «Che cosa fare dopo, lo decidete voi - ha detto in un video - Potete votare per qualsiasi candidato tranne Putin, o annullare la scheda elettorale, o anche scrivere a lettere grandi “Navalny”. Oppure potete non fare niente, stare là e tornarvene a casa. Basta che dimostriate che siete in tanti». E, forse, a Yulia non conviene, ora che si è data pure lei alla politica in prima persona, far vedere di essere troppo sotto le ali della Casa Bianca. A dimostrazione del fatto, chissà, che ha avuto ragione la first lady ucraina, Olena, a non voler apparire al suo fianco oggi. Perché anche il cerimoniale, dopo tutto, è politica. Ed è scena.

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