Ghisleri: «Aumentano i soggetti in campo ma gli italiani chiedono stabilità»

Ghisleri: «Aumentano i soggetti in campo ma gli italiani chiedono stabilità»
di Alberto Alfredo Tristano
Venerdì 13 Ottobre 2017, 09:09
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«In questo momento è impossibile fare previsioni, non sono nemmeno stati disegnati i collegi. Tuttavia, le aspettative degli italiani sono molto legate al tema della governabilità: in sostanza, vorrebbero che una volta finiti i giochi elettorali ci fosse un governo che possa occuparsi subito dei loro problemi». Alessandra Ghisleri guida la società di sondaggi e rilevazioni statistiche Euromedia Research. Mentre il Parlamento è alle prese con la nuova elettorale, vanno prendendo forma alcune posizioni dell'elettorato.

Ghisleri, che considerazioni si possono fare rispetto al Rosatellum in vista delle prossime elezioni?
«Intanto già oggi rispetto al 2013 il panorama politico ha subito delle notevoli mutazioni dovute soprattutto alle scissioni che hanno interessato centrodestra e centrosinistra. Questa spinta a un ulteriore cambiamento, nel senso di una moltiplicazioni dei soggetti, sarà ancora più forte adesso. In termini di partiti e di coalizioni».
Nel senso che potrebbe nascere un ulteriore polo?
«È una tendenza europea la presenza di un'area liberale e moderata piuttosto significativa. Il Rosatellum potrebbe favorirla. Soggetti in quel campo già ci sono: Alternativa popolare, l'area verdiniana, Casini e altri. Si tratterà di capire se nascerà un'alleanza».
Più soggetti in campo, ma anche maggiore frammentazione del voto. Che riscontro ha questo presso l'elettorato?
«Non positivo. L'abbassamento della soglia al 3% non incontra alte percentuali di consenso: la maggior parte, il 28,8%, si esprime a favore del 5%, un 26% per quella all'8, per la soglia al 3% si esprime il 19%, l'11% non ne vorrebbe alcuna e il 14% non ha risposto. L'idea di una parcellizzazione non entusiasma, anche gli elettori perché hanno sperimentato come piccole forze abbiano tenuto in scacco intere coalizioni».
Comunque appare improbabile che allo stato delle cose una coalizione possa ottenere la maggioranza per un governo.
«Al momento non ci sarebbe nessuna coalizione in grado di raggiungere un'autosufficienza parlamentare. Per vincere il blocco di alleanza dovrebbe ottenere il 40% sul proporzionale e il 65-70% dei collegi uninominale. Uno scenario improbabile».
Quale coalizione appare favorita?
«Questo non si può dire. Di certo appare un testa a testa nel centrodestra tra Forza Italia e Lega con un collaudato bacino che attiene ai Fratelli d'Italia e il contributo che potrebbe giungere da altre formazioni in fase di preparazione».
Per quanto riguarda il centrosinistra, invece?
«Sicuramente il Partito democratico viene colpito dalla scissione di Mdp. Tuttavia va considerato che l'elettore di centrosinistra è stato scottato dall'esperienza dell'Unione e preferisce una maggiore linearità. Dal versante di Mdp, occorre considerare che si dovrà fare uno sforzo importante per dimostrare che questo percorso non deriva da un senso di inimicizia verso Renzi, ma è un progetto politico vero. Da questo punto di vista, sarà fondamentale la scelta del leader, che dovrà essere portatore di una storia. In genere, l'elettore incerto alla fine opta per il voto utile, quello che ha uno sbocco concreto. Le rivalse personali non entusiasmano».
Quanto vale la sinistra che non è Pd?
«Può arrivare al 10%, ma è un panorama molto diversificato, che è difficile tenere assieme e rischia di essere disperso».
Quanto ai Cinque stelle, che hanno anche indicato in Di Maio la nuova leadership?
«Il Movimento attraversa spesso delle criticità di consenso, che tuttavia riesce spesso a riassimilare. La designazione di Di Maio è stata valutata non bene: non per il nome in sé, ma per il modo in cui è avvenuta. Per molti è stata una pura formalità, una falsa competizione, una sceneggiata, avrebbero preferito una sfida vera tra figure già note. Peraltro il seguito sui social di personaggi come Di Maio e Di Battista è di centinaia di migliaia di persone, mentre alle consultazioni non si è arrivati che a 37mila votanti. Una dissonanza che colpisce. Detto questo, se è vero che i Cinque stelle non potranno godere di apporti di alleanze, va anche considerato che non dovranno dividere i vantaggi».
L'attuale premier Gentiloni come è valutato?
«Piace molto, ha un consenso trasversale, intorno al 30%. È una persona che dà fiducia in virtù di una rappresentanza morbida. Tra i leader, è certamente tra i più considerati».