«Direttori, entro aprile le valutazioni», Bonisoli prepara il valzer di poltrone

«Direttori, entro aprile le valutazioni», Bonisoli prepara il valzer di poltrone
di Giovanni Chianelli
Giovedì 14 Marzo 2019, 12:00 - Ultimo agg. 13:53
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«Il maestro Muti? Ha una certà età», aveva detto Alberto Bonisoli, ministro dei Beni culturali, durante una conferenza stampa a Napoli e dopo il divieto al trasferimento di Sette opere della Misericordia. Alle critiche sulla decisione espresse da Riccardo Muti, direttore d'orchestra di fama planetaria e gloria artistica del paese, il ministro aveva risposto stizzito, pungendolo sull'anagrafe.

Ieri, dopo il polverone che la battuta aveva scatenato, Bonisoli ha cercato di ammorbidire l'uscita: «Dopo cerco il maestro Muti e magari ci spieghiamo un attimo», ha detto a margine della presentazione delle Giornate Fai di Primavera. Senza però rinunciare a un'ulteriore stoccata: «Così lo tranquillizzo su un paio di cose», ha aggiunto. Un sarcasmo per sottolineare la distinzione tra competenze. Poi ha continuato: «Sono solo divergenze in materia di tutela e di come prendersi i rischi nel momento in cui c'è da disporre la movimentazione di una tela che pensiamo sia a rischio».

Muti si è defilato dalla polemica ma le reazioni della politica non si sono fatte attendere.
 
Ieri è stato Matteo Renzi ad attaccare Bonisoli: «Riccardo Muti è uno dei simboli universali della cultura italiana. Il fatto che il ministro della cultura grillino si permetta di insultarlo dimostra quanto sia volgare e incompetente questa banda di scappati di casa che costituisce il governo di questo Paese».

L'ex premier ha proseguito: «Non bastavano le posizioni sui gilet gialli e sul Venezuela, le previsioni economiche sbagliate, le figuracce internazionali, ora abbiamo pure il ministro della cultura che attacca il maestro Muti. Ma con quale criterio Casaleggio ha scelto i ministri?». E ha aggiunto: «Solidarietà a Riccardo Muti. Viva la cultura italiana». Gli ha fatto eco il sindaco Luigi De Magistris: «Esprimo vicinanza totale al maestro Muti, perché è stato offeso dal ministro Bonisoli. Muti è molto legato a questa città». Poi il primo cittadino è tornato sulle parole di Bonisoli che aveva chiesto un aiuto alla circolazione in vista della mostra su Caravaggio: «Non ci servono suoi consigli, e se il governo la smettesse di tagliare i fondi agli enti locali potremmo avere più autobus». Infine il sindaco di Napoli ha ricordato lo stallo sulle grate di piazza Plebiscito causato da un altro veto della direzione generale del Mibac: «Se avessero avuto maggiore attenzione avremmo guadagnato sei mesi sui lavori della Linea 6 della metropolitana». Continua, così, a fare rumore il no del ministero al prestito del Caravaggio al museo di Capodimonte diretto da Sylvaine Bellenger, come uno dei risvolti che potrebbe celare: la posizione del ministero rispetto ai direttori di museo voluti dopo la riforma Franceschini, soprattutto quelli stranieri.

Per ora il ministro si è fermato ai contratti in scadenza: «Le nomine di diversi direttori dei musei scadono in autunno. Abbiamo intenzione di anticipare la comunicazione ai direttori sul rinnovare o meno il contratto per un altro quadriennio».

La comunicazione anticipata della fine del mandato, come ha spiegato, è prevista tra marzo e aprile. «Per farlo stiamo raccogliendo i dati per una valutazione delle performance tenendo conto due aspetti: uno è di natura quantitativa, basato sul confronto tra quanti visitatori c'erano all'inizio del mandato e quanti ce ne sono adesso», ha detto.

L'altro parametro, ha spiegato Bonisoli, «è legato alla parte soft, cioè quella di comprensione di come un certo operato è stato portato avanti, qual era il disegno originale e se poi è stato realizzato». Chiarendo la parte soft è arrivato a quella delicata: «Secondo me è molto importante valutare come è stato interpretato il ruolo di direttore di un certo museo, come questo si sia incastrato nel territorio, come l'operato del direttore abbia partecipato al progetto culturale complessivo del luogo». Una frase bifronte: con quei riferimenti a luogo e territorio che potrebbero rimandare all'idea di una messa in discussione dei manager non italiani.
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