Il Comune di Napoli verso il crac, il dossier sul tavolo di Gentiloni

Il Comune di Napoli verso il crac, il dossier sul tavolo di Gentiloni
di Luigi Roano
Venerdì 9 Marzo 2018, 10:18
4 Minuti di Lettura
Il contatto telefonico nella prima mattina tra il sindaco Luigi de Magistris e il premier Paolo Gentiloni c'è stato. Cosa ne è venuto fuori? Difficile dirlo, certo Gentiloni ha confermato l'interesse per la questione Napoli, del debito con il Cr8 che blocca la cassa. Ma può il capo del Governo - in attesa che si insedia il prossimo esecutivo - davvero fare qualcosa di operativo? Sì. Ovvero lo sblocco della cassa del Comune che è pignorata.
 

Ecco i motivi. Quando il sindaco chiarisce che «Napoli non andrà in dissesto» dice il vero. Almeno per quest'anno non se ne parla. La sanzione da 85 milioni sotto forma di minori trasferimenti dallo Stato - comminata dalle Sezioni regionale della Corte dei Conti - che è l'equivalente della stessa somma che il Comune deve al Cr8 per non avere messo nel bilancio del 2016 il debito, sarà comminata a partire dal 2019 come stabilisce la legge e come si evince dal dispositivo della sentenza. Insomma, ci sarebbero ancora 9 mesi per fare qualcosa e cercare di limitare i danni. E qui entra in ballo il rapporto con il Governo attuale. Com'è noto, alla vigilia della manifestazione che il sindaco e la sua maggioranza hanno tenuto il mese scorso all'esterno di Palazzo Chigi, proprio i tecnici del Governo hanno convocato quelli del Comune aprendo il tavolo sul debito con il Cr8 (a cui hanno partecipato, tra gli altri, il capo di gabinetto Attilio Auricchio e il commissario per il terremoto del 1980 Carlo Schilardi), sostanzialmente arrivando a una bozza di intesa con questa ripartizione: il 77% in carico allo Stato e la restante parte a Palazzo San Giacomo. Frutto di un'azione legale che il Comune ha intentato contro lo Stato, tuttavia non arrivata ancora a sentenza. Ma l'accordo trovato tra i tecnici dei due Palazzi si basa su una perizia di un ente terzo, un Ctu - acronimo che sta per Consulente tecnico d'ufficio - se questa perizia venisse ritenuta congrua dalle parti il Comune ritirerebbe la vertenza per accelerare sul fronte dell'intesa. È qui che serve lo sprint ed è su questo punto che il sindaco ha sollecitato il premier. Perché l'effetto dell'accordo del tavolo avrebbe come immediata conseguenza lo sblocco della cassa di Palazzo San Giacomo. In quanto il Comune la quota sua al Cr8, vale a dire il 23%, l'ha già pagata nella transazione dell'anno scorso. Il Cr8 a quel punto, forte dell'accordo, batterà cassa verso Palazzo Chigi per la restante parte del debito.
 
La domanda a questo punto è: l'intesa con il Governo annullerebbe anche l'effetto della sentenza delle Sezioni Riunite? No. Però il Comune limiterebbe i danni. La sanzione, essendo la sentenza inappellabile, va pagata. C'è poco da fare, solo che invece di pagare il debito due volte, vale a dire la sanzione allo Stato e la somma dovuta al Cr8, lo pagherebbe una volta più il 23% già saldato al Cr8 con la possibilità di spalmarlo in tre anni. L'impatto sui conti trasandati del Comune sarebbe comunque importante. Oltre alla questione finanziaria che riguarda la cassa corrente, vale a dire i soldi che garantiscono i servizi al cittadino, la sanzione prevede il divieto di assumere, di indebitamento e anche la riduzione degli emolumenti di sindaco e giunta del 30% e una percentuale tra il 10 e il 30% del presidente del Consiglio comunale. Il progetto politico dunque è questo: nell'immediato accordo con Gentiloni per sbloccare la cassa e togliersi il fiato da dosso del Cr8; e da oggi fino al 2019 spendere il tempo aprendo un'altra partita politica con il prossimo Governo e il nuovo Parlamento a trazione grillina, ai quali de Magistris si è già appellato nel «nome di una battaglia giusta per la città che riguarda il debito pregresso». Vedremo se e quando arriverà una risposta, resta però una scommessa difficilissima da portare a casa. Il territorio politico da dragare è vergine, il 4 marzo ha spazzato via i riferimenti del passato, anche con quelle parti di Pd e Forza Italia mostratesi sensibili alle istanze di Napoli e che hanno dato il via libera alla legge spalma-debiti che ha consentito a Palazzo San Giacomo di rifare il Piano di rientro dal debito ed evitare il default subito. Puntare sui Cinquestelle potrebbe essere pericoloso, proprio a Napoli e in Campania hanno ottenuto alle Politiche di pochi giorni fa consensi sopra il 50%, per il M5S vista l'onda favorevole che li sta spingendo nel paradiso delle vittorie la tentazione di dare una spallata a de Magistris potrebbe forte. O magari il progetto grillino potrebbe essere quello di tenere gli arancioni sulla corda e cuocerli a fuoco lento facendo galleggiare Palazzo San Giacomo fino al 2020. Quando si voterà per la Regione per assestare poi il colpo e andare al voto anche per il Comune giocandosi addirittura una partita doppia col vento in poppa.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA