Gli avvocati e il forestiero, la sfida nelle urne oltre l'Abruzzo

Gli avvocati e il forestiero, la sfida nelle urne oltre l'Abruzzo
di Gigi Di Fiore
Sabato 9 Febbraio 2019, 11:00 - Ultimo agg. 18:43
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Un test per il governo gialloverde, ma anche una verifica sul ritorno alla coalizione di centrodestra a tre con la Lega di nuovo insieme con Forza Italia e Fratelli d'Italia. Le elezioni regionali in Abruzzo, che domani interesseranno poco più di un milione e 200mila votanti, saranno vero il banco di prova prima delle Europee. Le 1633 sezioni per 305 comuni resteranno aperte solo domani, con un sistema elettorale proporzionale che prevede la proclamazione del presidente da subito e senza ballottaggio con premi di maggioranza per la coalizione vincente e assicurazione alla minoranza di almeno 12 dei 31 consiglieri totali.
 
Le elezioni anticipate in Abruzzo sono scattate dopo le dimissioni, ad agosto, del presidente Pd Luciano D'Alfonso che preferì il seggio al Senato. Il 30 novembre scorso, dopo una riunione romana di coalizione, il vice presidente del Senato, Ignazio La Russa, annunciò il nome del candidato di Lega, Fi e Fdi: Marco Marsilio, indcato da Fdi. Origini abruzzesi ma romano di nascita, laurea in filosofia, già consigliere comunale a Roma, è stato organico di An e fondatore di Fdi nel 2012. Una candidatura che nasce a Roma e mette d'accordo la coalizione a tre. Due giorni fa, foto di gruppo a Pescara con Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi corsi a sostenere il loro candidato. Con un retroscena: la Meloni era febbricitante, ma Salvini le avrebbe chiesto di partecipare al comizio per non trovarsi ad appoggiare Marsilio, tra l'altro candidato proprio di Fdi, da solo con Berlusconi. Cinque le liste che sostengono Marsilio. Il tema discusso nella coalizione, evidenziato da Berlusconi, è «l'alleanza ibrida della Lega con i 5 Stelle». Ma Salvini, per ora, ha glissato, parlando più di immigrati che di problemi abruzzesi e coalizione a tre.

Il 10 dicembre scorso, Giovanni Legnini, avvocato e vice presidente uscente del Csm, ha sciolto la riserva. È lui il candidato presidente del centrosinistra. Originario della provincia di Teramo, studio a Chieti, organico al Pci e poi al Pds, è stato senatore e sottosegretario a Palazzo Chigi sia nel governo Letta sia nel governo Renzi. Otto le liste che lo appoggiano, con prevalenza di civiche e quella del Pd un po' defilata. Una lista di «amministratori», una di cattolici, una «del presidente» e un'altra di moderati in fuga dal centrodestra. Dopo molti anni, le Regionali abruzzesi non hanno una coalizione di centrosinistra con il Pd trainante. Per questo, per non caratterizzare la coalizione, in Abruzzo sono scesi a parlare pochi esponenti nazionali dem rispetto al centrodestra. «Possiamo vincere, siamo in ascesa» ha dichiarato Legnini, lamentando come la scena elettorale sia tutta monopolizzata dallo scontro acceso tra Lega e 5 Stelle.

Con 1032 voti su 1381 iscritti alle regionarie, anche stavolta Sara Marcozzi è stata designata in Rete come candidata dei 5 Stelle alla presidenza della Regione. Avvocato, ha fatto il suo praticantato legale proprio nello studio Legnini suo concorrente. È consigliere uscente, perché anche nel 2014 fu la candidata grillina alla presidenza. Nel movimento dal 2011, fa della lotta ai vitalizi e agli inceneritori il fulcro del suo programma. Alle «regionarie» l'ha spuntata su un agronomo, funzionario regionale da 14 anni: Marco Cipolletti. Se fosse eletta, sarebbe la seconda donna presidente in Abruzzo. La prima, anche tra tutte le Regioni italiane, fu la democristiana Anna Nenna D'Antonio nel 1981. Naturalmente, come loro abitudine, i 5 Stelle hanno solo la loro lista in appoggio alla candidata presidente.

L'avvocato Stefano Flajani è il candidato presidente di Casapound. Un outsider che anche gli ultimi sondaggi del 25 gennaio danno sotto l'un per cento: lo 0,6 secondo Swg e lo 0,1 secondo Affari italiani. Le rilevazioni di due settimane fa danno per vincente il centro destra (39 per cento secondo Swg, 41 secondo Affari italiani). Dati complessivi in cui la Lega fa la parte del leone, con il 21 e il 23 per cento. E molti considerano queste elezioni proprio una verifica sui due partiti della coalizione di governo. I sondaggi danno al secondo posto proprio i 5 Stelle, con 32 e 33 per cento. Un risultato inferiore alla coalizione di centrodestra, ma superiore alla Lega presa da sola. Se fosse confermato, sarebbe un riposizionamento rispetto ai sondaggi di questi mesi sulle intenzioni di voto. Per la coalizione di centrosinistra, gli ultimi sondaggi danno comunque risultati superiori a quelli non legati alle elezioni abruzzesi: 28 e 25 per cento. Stop ai sondaggi, oggi silenzio elettorale. Tra sole 24 ore si saprà chi ha vinto in Abruzzo.
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