Caso Guidi, Renzi accelera
su sostituto: serve ministro-manager

Caso Guidi, Renzi accelera su sostituto: serve ministro-manager
di Marco Conti
Sabato 2 Aprile 2016, 09:01 - Ultimo agg. 09:27
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Sembra paradossale ma è un “compagno” ad inguaiare Matteo Renzi e a mettere fine alla carriera politica di Federica Guidi. Un “compagno” sfuggito agli obblighi imposti dalla legge sulla trasparenza del 2013 che obbliga i ministri a dichiarare anche redditi, incarichi e partecipazioni azionarie del coniuge ma non del compagno. Sarà forse anche per questo che nel governo ora tutti sostengono di non aver mai saputo dell'attività di Gianluca Gemelli, compagno dell'ex ministra, e dei suoi interessi in un settore - quale quello petrolifero - strettamente dipendente dalle decisioni del dicastero di via Veneto.
 
COLPO
Raccontano che sia bastato questo a far imbufalire ieri l'altro il presidente del Consiglio che nel suo viaggio in Usa è stato accompagnato dalla moglie, la professoressa Agnese, che a ottobre era in fila insieme ai precari della scuola per conoscere la cattedra assegnatagli. Scoprire che anche i ministri possono avere un “compagno che sbaglia” non ha fatto solo invecchiare di colpo la normativa sulla trasparenza voluta dal governo Monti, ma rischia di rendere in parte obsoleta anche la legge sul conflitto d'interessi ora in Senato. Comunque sia, il premier, che nella notte è rientrato dagli Usa, punta a chiudere rapidamente la vicenda-Guidi con la nomina di un successore che renda ancor più surreale il dibattito sulle tre mozioni di sfiducia che le opposizioni si apprestano a presentare in ordine sparso, mentre la sinistra del Pd spera che questa volta i voti di Verdini diventino essenziali. Le mozioni di sfiducia hanno di nuovo come obiettivo Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme ma anche dei Rapporti con il Parlamento e quindi «obbligata per regolamento» ad occuparsi di tutti gli emendamenti che l'Aula mette in votazione. Autorizzare, con quell'emendamento, l'avvio del progetto “Tempa Rossa” resta per Renzi «sacrosanto» e si inserisce in una linea che ha spinto l'esecutivo ad inserire nella riforma costituzionale la politica energetica tra le competenze da riportare al centro dopo che la riforma del Titolo V l'aveva delegata alle Regioni.

VOLTO
Mentre i comitati contro le trivelle festeggiano in vista del referendum del 17, a palazzo Chigi si fanno notare le immediate ricadute occupazionali causate dalla decisione dell'Eni di fermare gli impianti. Ovviamente la campagna elettorale per le amministrative accentua il can-can delle opposizioni che non avendone abbastanza di voti di fiducia si apprestano a proporne due o tre. Mozioni in ordine sparso con i pentastellati pronti a farsi più di un selfie con la sinistra del Pd a patto che voti contro il governo, ma che rifiutano la proposta del Carroccio di presentare una mozione comune. All'appuntamento con la riunione della direzione del Pd, convocata per lunedì per discutere di amministrative, Renzi intende arrivare con il nome del ministro già in tasca.

Tra i possibili successori della Guidi c'è il vice ministro Teresa Bellanova, divenuta in questi giorni il volto pro-trivelle del governo. Molto gettonati anche i nomi di Marcella Panucci e Antonella Mansi, due manager di Confindustria. La prima era stata già nei pensieri di Renzi al momento della formazione del governo, ma poi dovette soprassedere per le resistenze dello stesso Squinzi che non voleva privarsi di un'importantissima collaboratrice. Nella ridda di nomi non al femminile trovano spazio anche il neo sottosegretario Tommaso Nannicini come il sottosegretario a palazzo Chigi Claudio De Vincenti. Sembra molto difficile che Renzi possa pensare di attingere alla categoria dei cosiddetti boiardi di Stato in servizio permanente effettivo per un ruolo che vorrebbe venisse interpretato in maniera un po' più efficace specie dal punto di vista comunicativo.

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