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Mara Carfagna tesse la tela e (per ora) non strappa con Forza Italia: rispetto per Berlusconi, feeling con Draghi

di Nando Santonastaso
Articolo riservato agli abbonati
Venerdì 22 Luglio 2022, 07:00 - Ultimo agg. : 18:30
4 Minuti di Lettura

Una presa di distanza da Forza Italia che ha tutta l'aria di un addio anche se alla fine, nel comunicato diffuso poco prima delle 19 di ieri, la parola dimissioni non compare. Una scelta tattica, dicono i suoi critici, riconoscendole però anche in questa occasione un certo acume politico. Se non ha affondato il colpo fino in fondo è perché non ne era ancora convinta fino in fondo, dicono. O aspetta che maturino nuove condizioni per scegliere la sua collocazione post Forza Italia, aggiungono. Di sicuro, Mara Carfagna prova a nascondere amarezza, disagio e incertezza sul suo futuro trascorrendo quasi l'intera giornata al lavoro. Aveva promesso entro luglio il via libera all'ennesimo Contratto istituzionale di sviluppo (uno strumento di cui è sempre stata convinta sostenitrice per ricucire il rapporto tra centro e territori, soprattutto in chiave Sud) e nel tardo pomeriggio ha aggiunto all'elenco il Cis Acqua Bene Comune (che riguarda l'intero Paese), un piano da un miliardo per aiutare i Comuni ad affrontare le emergenze idriche. Fino a quel momento nessuna concessione a interviste, messaggi telefonici, annunci via social. E anche dopo, il muro dei suoi più stretti collaboratori rimane impenetrabile: «Non parla, basta il comunicato», ripetono. 

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Ma la domanda che inseguirà il ministro per il Sud e la Coesione territoriale nei prossimi giorni è scontata, inevitabile: cosa farà adesso Mara Carfagna? Per provare a rispondere non si può non riavvolgere il nastro politico di questi ultimi mesi. A partire dal rafforzamento del ruolo sempre più autonomo all'intero di Forza Italia pur senza mai lasciarsi andare ad atteggiamenti o dichiarazioni critiche nei confronti di Berlusconi. Anche di fronte alla stranezza della mancata convocazione sua e degli altri due ministri di Fi al vertice del centrodestra di governo convocato dal Cavaliere all'indomani delle prime dimissioni di Draghi nella sua villa romana, fece buon viso a cattivo gioco. «Ogni partito sceglie la sua formula. Non drammatizzerei questo aspetto», disse. È la dimostrazione della maturità politica raggiunta dalla ministra di origini salernitane, sebbene da tempo la sua visione del ruolo di Forza Italia non era proprio sovrapponibile a quella dei suoi vertici, Berlusconi escluso, forse, considerato che in ogni circostanza Carfagna ne ha sempre sottolineato i meriti e la visione politica. E sono in pochi a dubitare che fosse poco sincera. 

Video

Certo, la sintonia con Draghi e soprattutto con il presidente Mattarella (si è persino vociferato che era stato il Capo dello Stato a suggerirne il nome per l'incarico di ministro per il Sud) è stata sempre molto forte. Non si spiegherebbe altrimenti perché entrambi parteciparono di buon grado al forum di Sorrento sul nuovo Sud, tenacemente organizzato dalla stessa Carfagna, con il coinvolgimento di otto ministri e di un'infinità di addetti ai lavori provenienti dalla sponda mediterranea dell'Africa. In quell'occasione si è avuta la netta sensazione che l'ascesa politica dell'ex ministro per le Pari opportunità non avrebbe incontrato più grossi ostacoli o resistenze anche se i rapporti con la Lega di Salvini e con lo stesso leader non sono mai stati eccellenti. L'adesione all'Agenda Draghi e l'appassionata difesa del Mezzogiorno come motore dello sviluppo del Paese l'hanno imposta all'attenzione anche della grande stampa del Nord, meravigliata forse della sua concretezza da ministro e della capacità di trasformare il piagnisteo meridionale in una moderna piattaforma di concretezza, di misure non assistenziali, di progetti da sostenere come per le Zes o per i Lep. Carfagna ha finito per raccogliere consensi trasversali tra i partiti e nell'opinione pubblica moderata, ritrovandosi collocata al centro (o persino alla testa) di un movimento politico tutto da verificare ma che nel nome del lavoro svolto con Draghi (e forse anche a prescindere dalla partecipazione dell'ex governatore Bce) poteva rivendicare uno spazio tra destra e sinistra, aggregando chi su quell'Agenda aveva dato dimostrazione di collaborazione e operosità. Se questo scenario resta ora in campo è decisamente complicato prevederlo. Lei, pragmatica e sempre lucidissima, instancabile anche nel conciliare lavoro e doveri di madre, prende tempo prima di uscire definitivamente allo scoperto, dimostrando di avere assimilato le regole soprattutto non scritte della politica che conta. Quella democristiana, si sarebbe tentati di dire. In ogni caso, sembra davvero difficile che possa farsi da parte o che qualcuno possa convincerla a farlo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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