Meloni: «Dossier vergognosi, ora andremo fino in fondo. Avanti con l’Antimafia, poi si vedrà»

Salvini: «Il Veneto resta leghista». E oggi presenta l’emendamento per i tre mandati

Meloni: «Dossier vergognosi, ora andremo fino in fondo. Avanti con l’Antimafia, poi si vedrà»
Meloni: «Dossier vergognosi, ora andremo fino in fondo. Avanti con l’Antimafia, poi si vedrà»
di Francesco Malfetano
Martedì 12 Marzo 2024, 22:52 - Ultimo agg. 13 Marzo, 12:25
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Due visite lampo e un paio di puntualizzazioni sui casi del momento. Dagli equilibri nel centrodestra all’indomani del voto in Abruzzo alla candidatura del generale Vannacci per le Europee fino, soprattutto, agli strascichi dell’inchiesta di Perugia sul dossieraggio. Giorgia Meloni è sbarcata ieri nel Nord-Est per una doppia tappa utile a consegnare - grazie alla firma degli accordi sui fondi Ue di sviluppo e coesione - quasi duecento milioni di euro alle province di Trento e Bolzano. Non prima però di confermare quanto trapelato dal cdm di lunedì sull’istituzione di una commissione parlamentare ad hoc sul caso dossier, e cioè che non si farà. «Il punto è che bisogna arrivare fino in fondo - ha scandito la premier - Quello che sta emergendo è obiettivamente incredibile e vergognoso per uno stato di diritto». Vale a dire che, pur lasciando qualche spiraglio alla richiesta avanzata dai ministri Carlo Nordio e Guido Crosetto, per il momento continuerà ad occuparsene la commissione parlamentare Antimafia. «Ha poteri d’inchiesta e quindi credo che bisogna vedere dove riesce ad arrivare e poi valutare se c’è bisogno di qualcos’altro», ha concluso, adducendo tra le motivazioni anche quelle temporali: «Per istituire una nuova commissione ci vuole qualche mese». 
Che il tempo fosse un fattore decisivo del resto Meloni l’aveva chiarito già qualche giorno fa sottolineando anche l’urgenza di approvare in Parlamento le nuove norme cyber. Norme di cui parlerà oggi Mantovano alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni) e II (Giustizia) all’avvio dell’esame del ddl che tra le altre cose prevede un ruolo più efficace dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, l’innalzamento delle pene, l’ampliamento dei confini del dolo specifico, l’inserimento di aggravanti e il divieto di attenuanti per diversi reati commessi mediante l’utilizzo di apparecchiature informatiche. 

Meloni a Trento per la firma di accordo sviluppo e coesione. - L'intervento integrale

GLI ALTRI INTERVENTI

Tra qualche selfie e un paio di battute sul problema del traffico congestionato a Bolzano - «Venite a farvi un giro sulla Nomentana» ha detto Meloni - parlando con i giornalisti la premier ha smorzato ogni tipo di polemica.

Se da un lato ha garantito che la riforma per l’autonomia differenziata «andrà avanti» e non c’è alcun problema tra gli alleati all’interno del centrodestra («Non vedo niente di preoccupante»), dall’altro si è detta non preoccupata da un’ipotetica candidatura con la Lega del generale Roberto Vannacci («Penso non sia un problema»). E, infine, ha pure ridimensionato il flash-mob di protesta che l’ha accolta a Bolzano. «Io sono cintura nera di contestazioni. È una dinamica che, in politica, è abbastanza normale» ha spiegato, difendendo la formazione Svp-FdI-Lega che guida la provincia: «C’è sempre qualcuno che non è d’accordo però, poi, la giunta nasce sulla base di risultati elettorali, per cui bisogna anche rispettare il voto della maggioranza dei cittadini». Nessun accenno invece al caso Zaia/Veneto nonostante ieri Matteo Salvini sia tornato a rivendicarne la presidenza («Nel 2025 rimarrà orgogliosamente leghista») appena prima che il capogruppo del Carroccio al Senato annunciasse per oggi la presentazione in Aula dell’emendamento al Dl Elezioni che né FdI né FI sono disposti a votare. 

IL FISCO

Dopo la firma delle intese assieme al ministro Raffaele Fitto e ai governatori Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti, le parole della premier si sono invece concentrate sulla difesa dell’azione del governo. Specie sul fisco. Meloni ha rivendicato il «nuovo approccio» garantito dall’esecutivo, che punta «a non disturbare chi produce ricchezza. Uno Stato che vessa, che è visto come un nemico, che non collabora quando ti vede in difficoltà, è uno Stato di cui è più difficile fidarsi». Concetto che stamani la premier stresserà anche durante l’intervento che terrà Camera dei deputati al convegno “La riforma fiscale - Attuazione e prospettive”, prima di ripartire alla volta di Firenze per firmare gli accordi di coesione anche con la regione Toscana. 

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