Sanità, Meloni ai governatori: «Le risorse sono poche, bisogna usarle meglio»

La richiesta di Zaia: «Trattenere i medici over 70 che oggi vanno a fare i gettonisti»

Meloni frena sui magistrati: «Migranti, nessuno scontro ma basta morti in mare. La Sanità è una priorità»
Meloni frena sui magistrati: «Migranti, nessuno scontro ma basta morti in mare. La Sanità è una priorità»
di Andrea Bulleri
Martedì 3 Ottobre 2023, 20:25 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 19:57
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Da una parte il nodo delle risorse, che sono «poche», mentre gli interventi da portare avanti sono «tanti». Dall’altra, un impegno: «Garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini». A cominciare da due obiettivi: abbattere le liste d’attesa e potenziare i fondi per il personale sanitario. Giorgia Meloni non lo nasconde: far quadrare i conti, nella prossima manovra, non sarà facile. Ma lavorare per una sanità «efficiente ed efficace», assicura la premier, è una delle priorità del governo. E non è un caso se la platea a cui il capo del governo sceglie di lanciare il messaggio è quella dei presidenti delle Regioni e delle province autonome, riuniti a Torino per la convention “l’Italia delle Regioni”. È ai governatori, del resto, che anche il Capo dello Stato si era rivolto due giorni fa, sostenendo la necessità di «difendere e adeguare» il sistema sanitario pubblico. Un appello che Meloni non lascia cadere nel vuoto. Anche se, incalza la premier, il punto non è solo «quanto» spendere, ma spendere «meglio». 

DISCUSSIONE MIOPE

Se una «sanità efficiente ed efficace è obiettivo di tutti», comincia Meloni, «sarebbe miope concentrare tutta la discussione sull’aumento o meno delle risorse».

Piuttosto, osserva la premier, «dobbiamo avere un approccio diverso, più profondo, provare a concentrarci su come le risorse vengono spese. Non basta spendere di più, se poi quelle risorse vengono utilizzate in modo inefficiente». Serve una revisione completa della spesa, insomma. Con un paio di capisaldi ai quali il governo non intende rinunciare. Il primo, avverte Meloni, è il «potenziamento delle risorse per il personale medico sanitario». Obiettivo su cui insiste anche il titolare della Salute Orazio Schillaci, per far fronte alla crescente carenza di medici in particolare nei pronto soccorso. E poi serve «un intervento deciso per abbattere le liste d’attesa: un impegno che ci siamo presi in prima persona – sottolinea Meloni – e che voglio ribadire». 

Certo, è una maratona quella che corre l’esecutivo, non i cento metri. «Il vantaggio – continua la premier – è che abbiamo davanti un orizzonte di legislatura: in quell’orizzonte si possono cadenzare gli interventi». Non «tutto e subito», dunque: le «poche» risorse a disposizione non lo permetterebbero. Piuttosto ciò che serve è «una strategia» di ampio respiro. Con la quale si possa superare l’ostacolo dei «margini di manovra limitati». Che tali sono, affonda la premier, «anche a causa dell’eredità che si raccoglie da una politica che a volte ha preferito le scelte più facili a quelle più ragionate». Il riferimento, neanche troppo velato, è al Superbonus varato dal governo di Giuseppe Conte, principale responsabile – secondo l’attuale esecutivo – delle ristrettezze odierne. Ciononostante, l’obiettivo del governo resta «la sostenibilità del servizio sanitario nazionale»: consapevoli, aggiunge Meloni, «che ci muoviamo in un contesto molto complesso e caratterizzato da elementi che rendono la materia sempre più difficile: dall’aumento dell’aspettativa di vita alle cure mediche sempre più costose». 

LE DIFFICOLTÀ

Difficoltà ben note ai governatori in platea. «In Italia – comincia il veneto Luca Zaia – mancano almeno 50mila medici, di cui 3.500 in Veneto. La vera emergenza è quella di trovare nuovi medici, perché le liste d’attesa sono il problema principale dei cittadini: non è normale che chi va in pensione a 70 anni possa lavorare solo nel privato, e magari rientrare nel pubblico dalla finestra facendo il gettonista». Meglio «trattenerli nel pubblico». Mentre sia il dem Eugenio Giani, presidente della Toscana, che il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga della Lega insistono nel chiedere investimenti su «assistenza domiciliare, telemedicina e case di comunità», ma anche per dare attuazione alla riforma della medicina territoriale e «valorizzare le professioni sanitarie». Più duro l’emiliano Stefano Bonaccini: «Questo governo ha riportato al 6,5% il rapporto fra spesa sanitaria e pil, tra due anni arriveremo al 6 e saremo fanalino di coda dell’Ue». 

Critiche non dissimili da quelle delle opposizioni. Elly Schlein va all’attacco: «Giorgia Meloni continua a prendere in giro le persone – le parole della leader del Pd – Dire che la sanità è una priorità ma che l’impegno non si misura sui soldi a disposizione è la beffa dopo il danno. Il governo investa i fondi necessari». E se Carlo Calenda ribadisce la proposta di Azione di destinare subito dieci miliardi extra sulla tutela della Salute, Giuseppe Conte sfodera gli artigli: «Meloni è miope sui problemi che affliggono i cittadini – commenta – Il suo è uno schiaffo al sacrificio di tanti medici e sanitari durante la pandemia». Plaude all’intervento della premier, invece, il presidente delle Federazioni degli ordini dei medici Filippo Anelli: «Parole importanti, quelle del presidente del Consiglio, che testimoniano l’impegno del governo a sostenere il Servizio sanitario nazionale, per garantire a tutti il diritto alla salute». 

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