Stipendi e pensioni, meno sconti per chi ha redditi alti: così i tagli alle detrazioni in Manovra

Fino a un miliardo dalla riduzione degli sconti su istruzione e spese funebri

Stipendi e pensioni, meno sconti per chi ha redditi alti: così i tagli alle detrazioni in Manovra
Stipendi e pensioni, meno sconti per chi ha redditi alti: così i tagli alle detrazioni in Manovra
di Andrea Bassi
Martedì 3 Ottobre 2023, 23:01 - Ultimo agg. 5 Ottobre, 08:54
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Nonostante i 15 miliardi di maggior deficit decisi dal governo, i margini della manovra restano «limitati». I soldi saranno destinati prevalentemente al taglio del cuneo, che potrebbe essere rafforzato. A spiegarlo è stato direttamente il Presidente del consiglio Giorgia Meloni durante il Festival delle Regioni a Torino. Un monito che serve anche a dare un segnale ai mercati, sempre più nervosi. Ieri il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e quelli tedeschi è salito fino a 196 punti, con il Btp decennale che ha sfiorato il 5% di rendimento, ma nonostante questo il Btp valore al suo secondo giorno di collocamento ha già raccolto 9,3 miliardi. Ma il livello raggiunto dai decennali italiani non si vedeva da più di un decennio, dal 2012. Il problema però, non sembra solo italiano. I rendimenti sono saliti su tutti i titoli di Stato, sia europei che americani. Ma l’Italia con il suo debito di oltre il 140 per cento del Pil resta un’osservata speciale. Per questo servono segnali rassicuranti sui conti pubblici. E dunque servirà trovare altre risorse per la manovra e per la riforma del Fisco al di fuori di quelle del deficit. Il cantiere per raccoglierle è in pieno movimento. Circa un miliardo arriverà dal taglio delle spese fiscali, detrazioni e deduzioni che abbattono le imposte pagate dai contribuenti. Il meccanismo per racimolare queste risorse non è ancora definito. Come per altre misure ci sono simulazioni in corso. Attualmente le detrazioni fiscali del 19 per cento subiscono una riduzione a partire dai 120 mila euro e si azzerano del tutto a 240 mila euro. La soglia inferiore potrebbe essere abbassata a 80-100 mila euro. Questo tetto però, continuerebbe a non applicarsi alle detrazioni degli interessi sui mutui ipotecari e alle spese sanitarie. Varrebbe invece per le spese di istruzione dei figli, per quelle funebri, per quelle veterinarie, e così via. 

Ma è solo una delle ipotesi sul tappeto.

L’altra è un’operazione “chirurgica”, andare a colpire cioè nel lungo elenco delle spese fiscali (l’ultimo allegato alla Nadef ne ha contate ben 626) quelle sotto un certo importo o che coinvolgono un numero ridotto di contribuenti. Anche questa però, si è sempre rivelata un’operazione più facile sulla carta che nella realtà, soprattutto a causa delle prevedibili resistenze degli interessati. L’eventuale taglio delle detrazioni dovrebbe servire a finanziare l’accorpamento dei primi due scaglioni dell’Irpef, quello del 23 per cento e quello del 25 per cento. In questo modo si arriverebbe a un solo maxi-scaglione del 23 per cento fino a 28 mila euro. 

IL PASSAGGIO

Ma Meloni ha anche sottolineato che gli sforzi che il governo metterà in campo, saranno volti «a confermare i provvedimenti per il taglio del cuneo fiscale e se possibile fare qualche passo in avanti». Questo potrebbe voler dire per esempio, allineare al 7 per cento il taglio anche per i redditi tra 25 e 35 mila euro, oggi fermo al 6 per cento. Altri «segnali», ha spiegato ancora il premier, arriveranno sulle pensioni, sulla sanità e sulla natalità che è un tema «economico non ideologico», mette in guardia il premier: il «nostro sistema di welfare non può reggere se la popolazione continua a invecchiare e ci sono meno persone che lavorano per mantenerla». 
Il pacchetto famiglia potrebbe essere quello in grado di riservare le maggiori sorprese. Per adesso si lavora ad un rafforzamento dell’assegno unico a partire dal terzo figlio. E di sicuro ci sarà una decontribuzione per le aziende che assumono mamme con almeno due figli (una parte dello sconto andrà all’impresa e una parte servirà a rafforzare la busta paga della lavoratrice). Ma non è nemmeno escluso che possano essere introdotti alcuni meccanismi simili al “quoziente familiare” in grado di ridurre la pressione fiscale alle famiglie con i figli. Tutto questo è ancora oggetto di discussione e di simulazione in quel sentiero «stretto» delineato dalla Meloni. Per andare incontro alle richieste di Forza Italia, infine, un segnale dovrebbe arrivare anche sulle pensioni minime la cui rivalutazione potrebbe di nuovo essere rafforzata. 

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