Arriverà con ogni probabilità già oggi pomeriggio all'esame del Consiglio dei ministri il nuovo codice di condotta studiato dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, per le navi delle ong che operano nel Mediterraneo. Nel Cdm ci si concentrerà prevalentemente sulle misure da adottare per contrastare l'immigrazione illegale, restano fuori per ora le misure sulla sicurezza urbana, il contrasto alle baby gang e alla violenza sulle donne. Temi che saranno affrontati nei prossimi giorni, ma si proverà comunque fino all'ultimo a fare in tempo per portare in Cdm l'intero provvedimento. È il nodo degli sbarchi quello che desta maggiore preoccupazione nell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Dall'inizio dell'anno è stata ormai abbondantemente superata quota 100mila arrivi sulle coste italiane, numeri cresciuti esponenzialmente negli ultimi anni: erano stati 64mila i migranti giunti in Italia lo scorso anno mentre erano la metà nel 2020. Di questo passo ogni anno si raddoppierebbe la cifra di sbarchi nel nostro Paese. L'obiettivo è invertire da subito il trend.
Riunione-fiume ieri al Viminale tra i tecnici che hanno partecipato al tavolo interministeriale, presenti i responsabili degli uffici legislativi di Interno, Infrastrutture, Lavoro, Giustizia, Difesa, Esteri e di Palazzo Chigi.
Sei i punti del nuovo regolamento per le ong fissati nella bozza che dovrebbe confluire all'attenzione del Cdm. La bozza è ancora aperta - come spiegano diverse fonti di governo - perché il perimetro e la tempistica non sono ancora definiti. Al primo punto è comunque previsto che «la nave che effettua in via sistematica attività di ricerca e soccorso in mare operi in conformità ad autorizzazioni o abilitazioni rilasciate dalle competenti autorità e sia in possesso dei requisiti di idoneità». Le Ong dovranno poi avviare «tempestivamente iniziative volte ad acquisire la manifestazione della volontà dei migranti di richiedere la protezione internazionale», un punto importante perché potrebbe far scattare l'obbligo di accogliere i rifugiati dal Paese di cui la nave batte bandiera.
Fondamentale sarà poi l'obbligo delle ong di fare «richiesta per l'assegnazione del porto di sbarco, tenuto conto delle particolari circostanze del caso, nell'immediatezza dell'evento»: zero possibilità, quindi per salvataggi multipli o restare più giorni al largo per intercettare altri barconi. Ecco perché il punto successivo indicato è l'obbligo di «raggiungere senza ritardo a seguito del soccorso il porto di sbarco indicato dalle competenti autorità», solo salvataggi- lampo. Per le ong scatta poi l'obbligatorietà di «fornire alle autorità per la ricerca e soccorso in mare italiane o alle autorità di pubblica sicurezza le informazioni richiesti ai fini dell'acquisizione di elementi relativi all'accertamento di eventuali ipotesi di reato connesse all'immigrazione irregolare». Stop poi a trasbordi e manovre pericolose, nell'ultimo punto del nuovo codice viene infatti richiesto che «le modalità di ricerca e soccorso non aggravino la situazione di pericolo e le condizioni sanitarie a bordo né impedito di raggiungere immediatamente il porto di sbarco». Chi trasgredirà al nuovo pacchetto di norme non incorrerà più in reati penali, ma amministrativi: multe, confische fino al sequestro dell'imbarcazione per le violazioni più gravi. L'urgenza di approvare subito delle misure è dettata soprattutto dai continui sbarchi. Solo nella giornata di ieri altri 236 migranti sono giunti a Lampedusa.