Pnrr, Il Colle: «Pnrr, alla stanga». E il ministro Fitto: «Progetti rivisti per 15,9 miliardi»

«Non definanziamo, spostiamo risorse su altri programmi»

Pnrr, governo rivede il piano
Pnrr, governo rivede il piano
Giovedì 27 Luglio 2023, 16:36 - Ultimo agg. 28 Luglio, 09:46
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Esce la Roma-Pescara, entrano 900 milioni in più per gli asili nido. Non ci sarà alcuno stop, assicura il ministro Raffaele Fitto: piuttosto, si tratta di una «rimodulazione». Che riscrive 144 progetti del Pnrr, il piano che di qui al 2026 dovrebbe immettere oltre 191 miliardi di investimenti europei nel sistema Italia. Soldi che senza una correzione di rotta, è la convinzione del governo, sarebbero andati (almeno in parte) perduti. O per via del caro materiali, che ha di fatto reso inattuabili alcuni dei progetti iniziali, oppure perché i tempi per chiudere i cantieri sono troppo stretti. E quindi meglio dirottare le risorse su ciò che si può davvero realizzare entro il 2026.


LE MODIFICHE
È questo il senso delle modifiche che l’esecutivo ha deciso di apportare al piano nazionale di ripresa e resilienza: un cambio di marcia che ieri ha ricevuto l’ok dalla cabina di regia convocata a Palazzo Chigi da Fitto, titolare della materia, e dagli altri ministri interessati dai cambiamenti al Recovery italiano. Cambiamenti annunciati proprio nel giorno in cui, dal Colle, arriva un nuovo altolà a fare presto. O meglio, a mettersi «alla stanga», dice Sergio Mattarella, che fa sue ancora una volta le parole di De Gasperi per ribadire che l’occasione del Pnrr non può andare sprecata. «Non si tratta di una questione di questo governo o dei due esecutivi precedenti», avverte Mattarella durante la cerimonia del Ventaglio, «ma dell’Italia». Un invito, quello a «mettersi alla stanga», rivolto «a tutti: quale che sia il livello istituzionale, quale che sia il ruolo politico, di maggioranza o di opposizione». Di fatto, un appello alla coesione, dal momento che «un eventuale insuccesso o un risultato soltanto parziale non sarebbe una sconfitta del governo, ma dell’Italia».
Parole che Fitto auspica possano segnare una svolta, «un periodo di confronto – e non di contrapposizione – utile al Paese», sottolinea qualche ora più tardi il titolare degli Affari Ue in conferenza stampa, illustrando le modifiche su cui ora è atteso il via libera del Parlamento e poi quello della Commissione europea, alla quale andranno trasmesse entro fine agosto. I cambiamenti riguardano 144 misure del Piano su 349. Nove delle quali vengono «definanziate», liberando così risorse per un ammontare di 15,9 milioni. 


Tra queste spicca il collegamento ferroviario Roma-Pescara, ma anche due lotti della Palermo-Catania.

Così come vengono cancellati dalla lista degli interventi finanziabili coi fondi del Recovery interventi contro il dissesto idrogeologico per 1,3 miliardi. Il che – insieme alla denuncia del presidente Anci Antonio Decaro sui fondi «scomparsi» che dovevano andare a beneficio dei Comuni – fa subito montare la polemica. «Gravissima la cancellazione delle opere contro il dissesto», tuonano all’unisono Pd e M5S. Replica Fitto: «Non abbiamo eliminato nessun finanziamento. Non stiamo tagliando nulla, ma riorganizzando tutto». Le opere sono state escluse dal Recovery perché avrebbero rischiato di affossarlo, spiega Fitto: «Verranno finanziate col Fondo sviluppo e coesione», ossia con risorse non vincolate alla scadenza del 2026.


LIBERARE RISORSE
Così per il ministro si permette agli altri progetti di marciare a passo più spedito. E oltre a liberare risorse per questi ultimi (come i 900 milioni extra per far fronte al caro materie prime e realizzare asili nido, uno degli obiettivi per sbloccare la quarta rata), si può aumentare la quota di finanziamenti del RepowerEu. La cui dotazione sale infatti a 19 miliardi, 4 dei quali verranno destinati all’Ecobonus. Quanto alla Roma-Pescara e ai due lotti della Palermo-Catania le relative risorse saranno utilizzate su altri lotti delle tratte Napoli-Bari e Palermo-Catania, rispettando così il vincolo di indirizzare il 40% dei fondi al Sud. Una linea che per Fitto rispecchia in pieno l’appello del Quirinale a mettersi «alla stanga», come il ministro ribadirà in Aula martedì, quando è attesa la sua relazione semestrale sul Piano. Sulla quale, già si annuncia battaglia. 

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