Rimborsi all'Europarlamento, bufera su M5S

Rimborsi all'Europarlamento, bufera su M5S
di Stefania Piras
Giovedì 8 Febbraio 2018, 10:09 - Ultimo agg. 14:39
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«Cristina, ma dove sei?». C'è stato un momento, l'11 dicembre 2017, giorno di plenaria a Strasburgo, in cui il Movimento e soprattutto Cristina Belotti, responsabile comunicazione del M5S in Europa, hanno dovuto scegliere. Se tenere Belotti a Bruxelles o schierarla a Roma e a Milano per il rally elettorale di Luigi Di Maio. Quel giorno Belotti non si è presentata alla plenaria e gli uffici del gruppo parlamentare europeo Efdd, dove il M5S siede accanto allo Ukip di Nigel Farage, le hanno chiesto perché. Ufficialmente ci fu un contrattempo: un errore di calcolo nell'orario. Perciò Belotti decise di rinunciare alla missione.

Belotti era già molto border line all'epoca. È stata al fianco di Di Maio, dalla campagna siciliana fino appunto al rally elettorale di questi giorni (il suo caschetto biondo spunta in ogni diretta streaming di Di Maio). E infatti gli uffici le hanno chiesto conto di altre due missioni: una a Messina su un evento sui fondi europei (dal M5S dicono che Belotti si era messa in ferie), e l'altra a Genova dove ha deciso di restituire un rimborso di 196 euro. Incidenti di che dimostrano l'ambiguità, e impossibile ubiquità, di Belotti. Per questo, quando si è deciso di schierarla con Di Maio in modalità permanente lei si è messa in aspettativa non retribuita fino al 5 marzo.
 
Belotti ha cominciato a lavorare prima in Mediaset, poi con la Casaleggio e in seguito è approdata a Bruxelles come numero due di Filippo Pittarello che, dettaglio non trascurabile, è stato disarcionato ai tempi del mancato accordo con Alde e ora è diventato il numero due di Belotti. La funzionaria M5S è stata tirata in ballo ieri dal quotidiano La Repubblica che ha pubblicato mail inviate da Aurelie Laloux, segretaria del gruppo Efdd, e tabulati di una serie di missioni e trasferte che però non le sono mai state contestate formalmente. Dentro il Movimento sono convinti che la notizia sia il frutto velenoso dei malumori e dei rancori interni, tanti, che Belotti si è attirata. Il gruppo europeo non è compattissimo. Per dirne una: l'eurodeputata sospesa dal M5S Giulia Moi si parla a suon di querele con il collega Ignazio Corrao. Belotti tira dritto: «Sono serena, la verità è che pago gelosie interne, punto. I controlli annuali sono trasparenti e non ho contestazioni».

Il direttore della comunicazione Efdd non ha voluto commentare. La segretaria Efdd Aurelie Laloux ha confermato la versione di Belotti e ha richiesto ufficialmente ai servizi di sicurezza del parlamento europeo l'apertura di una indagine per la violazione del segreto delle comunicazioni interne e per la pubblicazione di dati personali senza il consenso. Anche Davide Casaleggio che oggi sarà a Roma ha subito la pubblicazione dei suoi dati personali. L'altra notte un hacker ha diffuso il suo codice fiscale, il suo numero di telefono e di altri documenti. Ma l'imbarazzo in casa M5S non si chiude qua. Ieri è emerso come ampi stralci del loro programma elettorale sia stato copiato e incollato pari pari attingendo da Wikipedia e oltre. Sono stati presi a piene mani anche testi della Commissione europea, di interviste, del Cnel (che il M5S vorrebbe abolire), dal National Geographic, e persino di un'interrogazione del Pd. Dulcis in fundo ci si mette anche Alessandro Di Battista che in un video girato nel Torinese dice: «Gli italiani? Li vedo molto, molto rincoglioniti». Di Maio è costretto a correggere il tiro: «Ce l'aveva con i politici, non con gli italiani».
 
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