L'altolà di Salvini: «Patti chiari, Berlusconi sia serio»

L'altolà di Salvini: «Patti chiari, Berlusconi sia serio»
di ​Paolo Mainiero
Mercoledì 29 Novembre 2017, 23:03 - Ultimo agg. 30 Novembre, 17:02
5 Minuti di Lettura

È infastidito, Matteo Salvini. Tutte le nomination di Silvio Berlusconi, prima Sergio Marchionne, poi Antonio Tajani, infine Leonardo Gallitelli, provocano l’orticaria al leader della Lega, che per due giorni, fino a sabato mattina, sarà a Castel Volturno, terra di migranti, per una serie di incontri.


«Basta sparate»; «Non si possono lanciare nomi a capocchia»: talvolta, a sentire come si rivolge a Berlusconi, il leader di Forza Italia sembra più un suo avversario che un suo alleato. 
«Il centrodestra ha il dovere di presentarsi agli italiani con un progetto chiaro, mettendo il programma nero su bianco. Occorre chiarezza soprattutto per non ricadere negli errori del passato, quando si vinceva ma poi si litigava e non si governava».

Patti chiari, amicizia lunga: anche per questo vuole andare dal notaio?
«Se non va bene il notaio, si può andare dal macellaio, dal benzinaio, a me va bene ovunque. Io non voglio vincere solo per il gusto di vincere ma per cambiare il Paese. Se ci sono problemi meglio affrontarli prima».

Primo problema: Berlusconi si rifà al popolarismo europeo della Merkel.
«L’Europa è una grande questione. Chi andrà a Bruxelles a trattare la revisione dei trattati? E con quali idee?».

La sua idea qual è?
«Se Berlusconi pensa alla Merkel siamo completamente fuori strada. Io non voglio andare al governo per fare dell’Italia una succursale della Germania. Per obbedire alla Merkel il debito pubblico è salito a 900 miliardi, nonostante i sacrifici ai quali sono stati costretti gli italiani». 
Forza Italia l’altro giorno non ha votato la legge, voluta dalla Lega e sostenuta anche dal Pd, che esclude il rito abbreviato e gli sconti di pena per reati gravi come omicidio e stupro. Neanche sulla giustizia c’è intesa?
«È incredibile quanto è successo. Era una proposta di legge intelligente ma Forza Italia non l’ha votata nel nome di un garantismo che in questo caso non c’entra nulla. È grave che Fi abbia votato contro. Perciò, è bene chiarirsi prima. Sull’immigrazione, per esempio, che si fa?».

Appunto, che si fa? Si chiudono le frontiere?
«Sicuramente non sosterremo mai operazioni come Mare Nostrum, costata agli italiani decine di milioni». 

La Lega cosa propone?
«Il primo problema è l’immigrazione incontrollata. Oggi le espulsioni sono 15.000 all’anno, bisogna arrivare a 100.000. Mezzo milione di clandestini devono essere riportati nei loro paesi nei prossimi cinque anni. Dipendesse da me, chiuderei subito tutti gli alberghi che ospitano gli immigrati».

Gli sbarchi come li ferma?
«Bloccando le Ong, come la Lega chiedeva da anni, si sono già ridotti. Sappiamo da dove partono i migranti, occorre aumentare spese e controlli in Libia e Tunisia». 

Lei è contrario a una coalizione che diventi, parole sue, «un’arca di Noè». È un messaggio alla quarta gamba che Berlusconi vuole per allargare il centrodestra?
«Posso mai fare un’alleanza con il partito che era di Mario Monti e ha votato la legge Fornero?».

Dunque, no a Scelta civica?
«Nella prima riunione del consiglio dei ministri cancelleremo la legge Fornero. Possiamo farlo con uno come Zanetti che la votò? Chi è stato complice dei disastri provocati dal Pd non può essere un alleato».

L’Udc di Cesa va bene?
«Cesa si era staccato da tempo e in Sicilia è stato già alleato».

La Lega ha chiuso un accordo politico con Alemanno e Storace, figure storiche di Msi e An. La Lega va sempre più verso destra?
«Le categorie destra e sinistra non hanno più senso, appassionano solo i giornalisti. Oggi la vera sfida è un’altra, è tra chi si batte per difendere la propria comunità e chi fa gli interessi della globalizzazione e delle multinazionali. Noi stiamo con le comunità».

Tutti i sondaggi danno il centrodestra in vantaggio ma nessuno gli attribuisce una maggioranza. Che succederà dopo il voto?
«Se non si lancia un candidato ogni quarto d’ora, se non si fanno nomi a capocchia, se non si fanno tre promesse al giorno per avere qualche titolo, se facciamo una campagna elettorale seria possiamo conquistare la maggioranza. Se vinci nei collegi puoi governare autonomamente».

Se non dovesse esserci una maggioranza, vede come più probabile un accordo Lega-M5s o Pd-Forza Italia?
«Non mi auguro né l’uno né l’altro. Il Pd governa dal 2011 e il Paese è a pezzi; il M5s governa a Roma, Livorno, Ragusa, Torino e mi sembra che abbia le idee molto confuse».

Le fake news esistono o sono una invenzione di Renzi?
«Che in rete giri di tutto è vero, basta guardare il proprio smartphone. Ma che a porre il problema sia un partito che ha colonizzato la Rai è poco credibile. Se guardo la tv trovo una marea di bufale. La teoria che la Russia voglia fare il lavaggio del cervello agli italiani è da ridere. È roba da Topolino».

La Lega non parla più di secessione, anzi ha scoperto il Sud. Ma la sua priorità per il Mezzogiorno qual è?
«Il lavoro».

Ma il lavoro come lo crea?
«Cancelliamo la legge Fornero, portiamo le pensioni a 65 anni e facciamo lavorare i giovani. E facciamo una grande battaglia per la difesa del made in Italy, soprattutto in agricoltura, l’unico settore che offre vere opportunità. In Italia arriva l’olio dalla Tunisia, il pesce dalla Turchia, il riso dalla Cambogia, le arance dal Marocco, ma così si ammazza l’economia».

Sul biotestamento ha cambiato idea?
«Sono contrario all’eutanasia, sono disponibile a discutere sulla libera scelta.

Ma è una follia che si parli di biotestamento mentre si tagliano gli aiuti alla famiglia. Aiutiamo le famiglie a far vivere meglio i malati e non a farli morire».

© RIPRODUZIONE RISERVATA