I conti della cara Europa: «sprecopoli» senza fine

I conti della cara Europa: «sprecopoli» senza fine
di Francesco Lo Dico
Lunedì 18 Marzo 2019, 07:00 - Ultimo agg. 14:07
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Più sprechi, più costi, più spese discutibili. Il budget del Parlamento europeo continua a salire e per il prossimo anno sembra destinato addirittura a sforare lo storico muro dei due miliardi di euro all'anno. Se il trend dovesse confermarsi nei prossimi cinque anni di legislatura, da qui al 2024 saremmo in presenza di una spesa monstre di oltre 10 miliardi di euro. Non c'è niente da fare: di anno in anno, i vincoli dell'austerity che Bruxelles impone ai Paesi membri diventano sempre più stringenti; viceversa, quando c'è da liberare risorse per alimentare l'elefantiaca macchina tecnocratica, si largheggia senza alcuno scrupolo per il nostro portafogli.
 
Per farsi un'idea del conto che Bruxelles presenterà ai cittadini europei nel 2020, basta compulsare rapidamente i numeri a dieci cifre presenti nel budget proposto martedì per il 2020 dal segretario generale del Parlamento europeo in votazione a fine marzo. Costo totale per un anno, all inclusive, 2.068.530.000 di euro. Molto strana, tanta abbondanza. Rispetto al 2019, la spesa cresce di un ulteriore 3,58 per cento: a disposizione ci sono 71,6 milioni in più, nonostante dopo la Brexit ci saranno 46 seggi in meno. Ma a che cosa serve questa montagna di denari? Il grosso, più di 1,5 miliardi serve a tenere in piedi le tre sedi del Parlamento sparse tra Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo: un complesso di 27 edifici di cui 14 di proprietà e 13 in affitto, pagati a prezzi non proprio calmierati, che in massima parte è figlia dell'impuntatura sciovinista di Parigi, da anni indisponibile a rinunciare al proprio personale europarlamento. Ma a incidere sono anche gli uffici amministrativi del segretariato generale. Che sorgono in Lussemburgo, sono pagati la modica cifra di 40 milioni all'anno, e costringono migliaia di dirigenti e collaboratori a fare la spola ogni mese tra Bruxelles e il piccolo staterello a costi stratosferici.

In media sono oltre 30mila ogni anno infatti, le missioni ufficiali dello staff del Parlamento europeo a zonzo tra le due città istituzionali. Il conto è presto fatto: ciascun ambulante istituzionale ha diritto a 65 euro per i costi di viaggio, 140 euro per il pernottamento e 92 di diaria giornaliera: moltiplicate le singole voci di spesa per le 33mila missioni annue, e avrete il saldo della Sprecopoli made in Ue. Ma aspettate a tirare le somme. Se staff e dirigenti devono spostarsi di continuo da Bruxelles a Strasburgo, gli oltre 750 parlamentari europei devono invece trasferirsi a loro volta da Bruxelles alla città francese una volta al mese, così come imposto dai Trattati, con tanto di assistenti e personale amministrativo al seguito. Parliamo cioè di una carovana di 5mila persone che ogni trenta giorni deve partire in aereo, treno, o auto, sorbirsi 435 chilometri da Bruxelles a Strasburgo e restare nella cittadina francese soltanto per tre giornate lavorative. Per poi fare ritorno in Belgio. Eppure anche nel 2020 il grande circo itinerante dell'Ue non lesina su nulla. A bilancio ci sono già oltre 300 milioni per gli affitti d'oro,di cui 33 milioni solo per il Parlamento e oltre 200 solo per l'acquisto o la locazione di immobili della Commissione europea. «Lo spreco più grande spiega al Mattino l'eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini - è sicuramente quello legato alla doppia sede di Strasburgo. Questa assurdità costa ai contribuenti quasi 200 milioni all'anno, che equivale circa al 10% dell'intero bilancio del Parlamento». Ma in barba ai proclami europei sulla sostenibilità, il tutto ha anche un costo ambientale non indifferente. «Lo spostamento da Bruxelles a Strasburgo di migliaia di dipendenti produce dalle 11 mila alle 19 mila tonnellate di CO2 di emissioni», chiosa Pedicini.

Ciononostante, l'Ue ha pensato bene di aumentare ancora sedi, uffici e relative spese. In Lussemburgo affluiranno l'anno prossimo altri tre milioni di euro per il completamento di un'ala del nuovo edificio Konrad Adenauer. Ma l'arredamento è una grande passione anche a Bruxelles, dove tavolini, scaffali e scrivanie costeranno quasi 4 milioni, per una spesa complessiva di 8,9 milioni per il mobilio. E come se non bastasse, il Parlamento europeo è pronto a staccare nel 2020 un assegno aggiuntivo da 9,1 milioni di euro (che diventano quasi 50 per cinque anni) anche per l'apertura delle cinque nuovi sedi informative di Europa Experience di stanza tra Lussemburgo, Varsavia, Dublino, Stoccolma e Praga. Di che cosa si tratta esattamente? Spazi multimediali che offrono informazioni sull'Ue ai visitatori. Tradotto, una versione in grande, soprattutto nei costi, delle vecchie pro-loco comunali. Ma le sedi non basta arredarle: bisogna anche manutenerle. Nessun problema: per mantenere gli uffici esterni del Parlamento sono già pronti a prendere il volo 49 milioni annui. Sbagliato pensare a una spending review di quelle che l'Europa consiglia caldamente ai Paesi membri? «Presenteremo degli emendamenti al progetto di bilancio per contenere queste spese», risponde Piernicola Pedicini. Che ha già individuato nelle pieghe del bilancio, possibili voci da limare. «Serve una rinegoziazione immediata degli affitti e una riduzione delle spese legate al parco auto e al mobilio», spiega. «Ma non dimentichiamo inoltre il tema dei costi della politica: gli stipendi esorbitanti dei Commissari europei sono uno schiaffo ai milioni di poveri che l'Europa dell'austerity ha prodotto».
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