UDINE - Le piccole gocce di saliva infette possono rimanere sospese in aria molto più a lungo di quanto si pensi, e dunque aumentano il rischio di contagio da Covid. È il risultato della ricerca internazionale condotta dalla Technische Università di Vienna e dalle università di Padova e Udine, resa nota oggi dall'ateneo friulano. Lo studio, pubblicato dalla rivista dell'Accademia delle scienze degli Stati Uniti, Pnas, mira a sensibilizzare le autorità sanitarie pubbliche su questo specifico rischio di infezione.
«Rischio che, secondo gli autori - si legge nella nota - è sottovalutato dalle attuali linee guida dei diversi istituti internazionali e nazionali preposti alla sanità». Secondo la ricerca, infatti, i modelli attualmente utilizzati «assegnano un alto rischio di contagio solo alle gocce grandi, ipotizzando che quelle piccole evaporino velocemente e presto scompaiano». Invece, per gli autori dello studio, l'effetto delle gocce piccole «è amplificato dall'elevata umidità invernale che rallenta ulteriormente l'evaporazione delle gocce e quindi aumenta il rischio di diffusione del contagio».
«Le goccioline sono infettive più a lungo del previsto, ma questo non dovrebbe essere motivo di pessimismo», osserva Alfredo Soldati, ordinario di Fluidodinamica dell'Ateneo friulano e direttore dell'Institute of Fluid Mechanics and Heat Transfer della Technische Università di Vienna.