La fame nel mondo sembra non trovare un arresto. Ottocento milioni di persone soffrono la fame mentre metà del pianeta ha problemi di obesità, i piccoli coltivatori sfiorano la soglia della povertà e le pratiche colturali dell'agricoltura in larga scala sono spesso nocive per l'ambiente: per questo, il Fondo internazionale delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) auspica una totale «rivoluzione» del circuito alimentare globale. «Trasformare i sistemi alimentari mondiali rendendoli più inclusivi, equi e sostenibili può sembrare una sfida insormontabile - si afferma in un rapporto stilato in vista di un vertice globale sul tema -, eppure esistono azioni concrete che i leader politici possono intraprendere». «È evidente che abbiamo bisogno di una rivoluzione. Una rivoluzione tanto radicale da stravolgere completamente le precedenti versioni dei nostri sistemi alimentari», ha dichiarato Jyotsna Puri, vicepresidente associato del Dipartimento Strategia e Conoscenze dell'IFAD, che ha curato la pubblicazione del Rapporto sullo Sviluppo Rurale.
A suo giudizio il vertice, che si svolgerà questa settimana, sarà «un momento decisivo per impegnarsi a un cambiamento reale». Tra le raccomandazioni ai governi, più investimenti nelle piccole e medie aziende agricole e di trasformazione. «Privilegiando le imprese e la manodopera locali, aumenteranno le opportunità di lavoro, in particolare per le donne e per i giovani, dando al tempo stesso ai piccoli agricoltori la possibilità di accedere a mercati nuovi e diversificati». Necessario, poi, rendere loro disponibili le innovazioni tecnologiche, specie quelle basate sulla natura e l'agroecologia ma anche il digitale. L'Ifad suggerisce anche di «sviluppare e promuovere sistemi per stabilire i prezzi degli alimenti che rispecchino appieno il costo reale della produzione» e di «promuovere l'accesso a cibi nutrienti a un costo contenuto».
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