Morto Mimmo Pirozzi, il direttore che cambiò Monaldi e Cotugno

Morto Mimmo Pirozzi, il direttore che cambiò Monaldi e Cotugno
di Francesco Corcione *
Mercoledì 18 Marzo 2020, 08:30 - Ultimo agg. 11:58
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Chi entra nel «Nuovo Monaldi», subito dopo aver varcato la prima porta scorrevole, trova una targa dedicata al grande direttore Domenico Pirozzi che tutto il personale dell'Azienda Ospedaliera gli volle dedicare al momento del suo passaggio alla direzione della Federico II. Ad inaugurare quella targa, in un giorno che voleva simboleggiare l'immenso lavoro svolto alla guida di Monaldi e Cotugno, fu il Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro. «Caro Direttore - disse il presidente - è la prima volta che vedo dedicare qualcosa a qualcuno che è in vita. In genere ci si ricorda sempre dopo». Mimmo così lo chiamavano tutti se n'è andato definitivamente qualche giorno fa. In silenzio, con grande malinconia di tutti coloro, amici e nemici, che lo hanno conosciuto.

Nella sua vita aveva svolto mille mestieri (avvocato, poliziotto, gestore di supermercati e di concessionarie di auto) prima di approdare alla direzione generale del Monaldi- Cotugno che in poco più di quattro anni seppe trasformare in una organizzazione logistica, assistenziale e culturale impressionante. In pochi anni il Monaldi, che era rimasto il nosocomio tubercolotico di manzoniana memoria, fu ristrutturato dalla A alla Z: facciate esterne, ingresso-reception, interi reparti nuovi, percorsi più funzionali, il grande complesso operatorio di 10 sale e terapia intensiva, orgoglio dell'Azienda. Non riuscì a portare a termine tutto personalmente (beh, 4 anni erano pochi anche per lui), ma diede un impulso così importante che per anni il Monaldi diventato grazie a lui centro di eccellenza non solo italiano è andato avanti con un crescendo continuo: riuscì durante la sua direzione a motivare il personale, a renderlo partecipe, il suo grande merito. Quanto a me, insieme a tanti altri colleghi fui scelto con criteri più che rispettabili. «Devo nominare - disse allora - 8 primari e mi attengo alle mie regole: non devono avere più di 50 anni, non devono essere primari di altre strutture, non devono essere interni e devono essere molto motivati». Questo per dare l'idea della razionalizzazione di ogni suo gesto.

Potrei raccontare centinaia di episodi dell'uomo e del direttore. Mi limito a ricordarne due, a mio avviso molto significativi. 31 dicembre 1998 (tre mesi dopo la mia assunzione). Ore 16.30, mi squilla il cellulare: «Professore buona sera, il direttore Pirozzi in linea per lei». «Caspita mi chiama per farmi gli auguri di buon anno», pensai in un attimo ma fui subito smentito. «Caro prof, scusami ma tu mi avevi chiesto un ecografo con sonde particolari per le tue sale operatorie. Qui di fronte ho l'ingegnere XY; puoi spiegargli cosa vuoi?». Prendo il telefono e illustro all'ingegnere l'attrezzatura che avevo chiesto al direttore un mese prima. Dopo qualche giorno vengo a conoscenza che in quel giorno concluse l'acquisto di 5 ecografi per le varie specialità del Monaldi con lo sconto addirittura del 50%. «Io ho un supermercato diceva - e se non compro roba di qualità e a buon prezzo non vendo. Così allo stesso modo agisco nel mio ospedale con le assunzioni e le tecnologie.

Il secondo episodio è del Giugno 1999. Avevo organizzato il mio primo congresso al Monaldi con collegamento con Strasburgo e con interventi in diretta dalle nostre sale operatorie. Immaginate l'ansia e la tensione. Arrivo in ospedale alle 7.45 e vado direttamente in aula magna per verificare che tutto fosse in ordine. Vedo, nell'avvicinarmi, uno strano andirivieni di gente. Entro in aula e incontro la responsabile dell'evento e vedo che è disperata. «Si è allagata l'aula magna», mi dice quasi piangendo. Tutta la zona del palco è invasa dall'acqua, la scena è apocalittica. Vedo avvicinarsi Pirozzi che mi saluta e mi dice: «Non ti preoccupare, risolviamo». Si alza i pantaloni, chiede una grossa pezza ed insieme con tante altre persone fatte affluire da vari reparti si mette ad asciugare l'acqua. Con una sola ora di ritardo inizia il congresso.

Deciso, pragmatico, efficientista: non so quale altro aggettivo aggiungere per ricordare la sua figura che, al di là del tempo che passa, rimane e rimarrà scolpita nei cuori di tutti coloro che lo hanno conosciuto.

Grazie Direttore, che la terra ti sia lieve.

* Professore Ordinario Chirurgia Generale Policlinico Federico II
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