Un farmaco dal plasma autoimmune: Cotugno, Federico II e Vanvitelli con Biotecknet per il progetto «IperCovid»

Un farmaco dal plasma autoimmune: Cotugno, Federico II e Vanvitelli con Biotecknet per il progetto «IperCovid»
di Ettore Mautone
Martedì 16 Giugno 2020, 21:05
4 Minuti di Lettura
Fare degli anticorpi estratti dal plasma iperimmune dei guariti da Covid-19 un vero e proprio farmaco, purificato controllato e garantito, ad alto titolo e disponibile in ospedale o in farmacia come accade per il siero antitetanico. Fiale a dosaggio standard da conservare in frigorifero e da somministrare, in caso di necessità, a pazienti infetti che progrediscono verso forme severe della malattia ma anche da usare come copertura immunitaria passiva in soggetti ad alto rischio come il personale medico e sanitario che lavora in prima linea ovvero come prevenzione in caso di viaggi e soggiorni all'estero e in aree endemiche considerata la copertura di circa 28 giorni dell'immunità del siero. 

E' questo il nocciolo dello studio "Ipercovid" sull'efficacia terapeutica delle immunoglobuline iperimmuni, avviato a Napoli dall'Università Federico II, dall'Azienda ospedaliera dei Colli e da Bioteknet, in collaborazione con un'azienda farmaceutica italiana leader nel settore dei plasma-derivati. L'obiettivo è lavorare insieme per produrre immunoglobuline iperimmuni altamente purificate per la cura dei pazienti affetti dall'infezione Sars-CoV2 e studiare, in attesa della messa a punto di un vaccino vero e proprio, un nuovo presidio terapeutico per i pazienti più critici. Un siero disponibile anche per un'eventuale strategia di prevenzione passiva per i soggetti esposti al rischio d'infezione (ad esempio il personale medico e sanitario).

Parte da Napoli lo studio clinico pilota "Ipercovid", messo in pista dal Dipartimento di Medicina molecolare e Biotecnologie mediche dell'Università di Napoli Federico II, dal Dipartimento di Medicina di Laboratorio e Trasfusionale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, dal Dipartimento delle Malattie Infettive e delle Urgenze Infettivologiche dell'Azienda Ospedaliera dei Colli - Ospedale Cotugno di Napoli, e dal Centro Regionale di Competenza in Biotecnologie Industriali "BioTekNet", che curerà il project management e coinvolgerà, per le attività di ricerca, i laboratori del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell'Università della Campania "L. Vanvitelli".

Lo studio, che ha avuto già il via libera dei Comitati etici dell'Azienda Ospedaliera dei Colli, dell'Ateneo Luigi Vanvitelli e della Federico II, ha il coordinamento scientifico di Giuseppe Matarese (Federico II), Antonio Leonardi (Federico II) e Chiara Schiraldi (Università Vanvitelli) e di Roberto Parrella (Ospedale Cotugno). La gestione è di BioTekNet (con Amleto D'Agostino e l'ingegnere Concetta D'Orio) e ha lo scopo di fornire i primi dati sull'efficacia, la sicurezza e la tollerabilità delle immunoglobuline iperimmuni nei pazienti affetti da infezione Sars-CoV2 in fase critica.
"Le immunoglobuline iperimmuni - spiega Matarese - sono un preparato biomedico che consiste in una soluzione purificata della frazione gamma-globulinica del plasma, contenente gli anticorpi sviluppati contro il Sars-CoV2 dai soggetti guariti recentemente dall'infezione. Questo tipo di preparazione è nota da tempo in varie patologie e viene utilizzata correntemente anche nella prevenzione dell'infezione tetanica o dell'epatite B (in soggetti che si sono punti con strumenti infetti) quindi può sia essere un trattamento terapeutico per i pazienti che già hanno contratto il virus, sia creare un effetto barriera in soggetti venuti di recente a contatto con pazienti positivi all'infezione da SARS-CoV2" sia infine prevenire per un certo numero di giorni l'infezione". 
“La terapia con immunoglobuline iperimmuni - proseguono i responsabili dello studio - si basa dunque sul principio di fornire al paziente una immunizzazione passiva, dovuta agli anticorpi già formati da un altro soggetto che è già guarito dall'infezione. Data proprio la sua natura passiva, che non presuppone una risposta da parte del sistema immunitario del paziente, il trattamento potrebbe essere utilizzato anche nei casi di pazienti debilitati, anziani e immunodepressi".
Lo studio sarà realizzato anche grazie al contributo, a titolo gratuito, di un'azienda farmaceutica leader del settore della lavorazione di plasma-derivati, multinazionale italiana presente con propri laboratori anche sul territorio campano, che ha prontamente risposto alla richiesta di supporto per il progetto mettendo a disposizione le competenze scientifiche e tecniche del team Ricerca e Sviluppo della Società.
La pandemia da SARS-CoV2 si è diffusa con grande velocità e aggressività, con numerose criticità ai sistemi sanitari di tutto il mondo. Sono pochi i farmaci che, allo stato attuale, promettono miglioramenti delle condizioni cliniche dei pazienti critici e siamo ancora in attesa di avere disponibile un vaccino. Pertanto, è importante sondare, grazie a questa partnership, tutte le possibilità di cura. Lo studio Ipercovid va a posizionarsi in un panorama scientifico internazionale molto ampio che vede coinvolti Università, Centri di ricerca, Autorità sanitarie e multinazionali del settore farmaceutico, tutti con un unico scopo: fronteggiare la grave emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Sars-Cov-2 presente o potenzialmente futura", dichiarano Franca Esposito, direttore del Dipartimento di Medicina molecolare e Biotecnologie mediche della Federico II e Maurizio di Mauro, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera dei Colli e Anna Iervolino, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera universitaria Federico II.
© RIPRODUZIONE RISERVATA