Tumori, la scoperta dei ricercatori napoletani del Tigem: due proteine per prevenire il cancro

La scoperta apre concretamente la strada alla messa a punto di nuovi farmaci per la cura di molti tumori

Andrea Ballabio e i suoi collaboratori
Andrea Ballabio e i suoi collaboratori
di Ettore Mautone
Giovedì 26 Gennaio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 27 Gennaio, 09:11
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È scavando nella profondità delle cellule, ponendo uno scandaglio tra il via vai di proteine e reazioni chimiche che continuamente animano e scandiscono la vita di ciascuna di esse, come fossero una casa di una città, che Andrea Ballabio e i suoi collaboratori, hanno individuato nei laboratori del Tigem di Pozzuoli una sorta di centrale energetica da cui possono partire segnali alterati che indirizzano, per errore, verso lo sviluppo di un caotico traffico e da qui a vari tipi di alterazioni e malattie metaboliche che possono favorire l'insorgenza di tumori come il melanoma e il cancro del seno triplo negativo. L'importanza della ricerca pone sotto la lente la possibilità di istruire un corpo di vigili (nuovi farmaci) capaci di rimettere ordine nell'equilibrio alterato. La scoperta è frutto di uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature e apre concretamente la strada alla messa a punto di nuovi farmaci per la cura di molti tumori. «Immaginiamo una cellula come una casa - spiega Ballabio - che ha necessità di riscaldare. A seconda che vi sia abbondanza di combustibile oppure occorra affrontare un periodo di magra la famiglia che vi abita si attiva con comportamenti tesi nel primo caso a consumare il flusso di carburante che ha disponibile e nel secondo ad attingere a una sorta di termovalorizzatore che usa gli scarti e le riserve accumulate». Un equilibrio delicato e finemente regolato che talvolta, per un errore di valutazione, può saltare con comportamenti incoerenti rispetto alla situazione. Questa alterazione può favorire lo sviluppo di tumori, di malattie neurodegenerative (demenze comprese) e metaboliche. Ma i ricercatori dell'Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem) di Pozzuoli guidati da Ballabio hanno trovato una possibile strategia per mettere a punto nuove terapie capaci di rieducare questa famiglia cellulare poco avveduta.

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La chiave del processo sono due vecchie conoscenze dei biologi molecolari: Il signor mTORC1, noto da più di venti anni che misura costantemente la temperatura dell'appartamento valutando la disponibilità di gas e petrolio e il signor TFEB, descritto per la prima volta nel 2009 proprio dal direttore del Tigem deputato ad accendere il termovalorizzatore se il gas scarseggia. Quando i depositi sono pieni mTORC1 blocca TFEB e gli dice di non muoversi. Se invece il gas scarseggia è sempre il signor mTORC1 a dire a TFEB di darsi da fare per accendere il termovalorizzatore bruciando i rifiuti. In termini tecnici il primo fattore attiva lanabolismo cellulare e il secondo i processi catabolici di degradazione (catabolismo). In condizioni normali le due proteine, i due signori di cui sopra, non sono mai contemporaneamente attivi. Ma se l'equilibrio si rompe ed entrambi lavorano per proprio conto ecco che la cellula, questa piccola famiglia, va nel caos. Nello studio pubblicato su Nature Ballabio e i suoi collaboratori Gennaro Napolitano, Alessandra Esposito e Jlenia Monfregola descrivono per la prima volta ad una risoluzione al microscopio elevatissima, come avviene l'attività e la regolazione di queste proteine all'interno di un grosso nucleo familiare complesso proteico che coinvolge ben 36 individui (proteine). «Lo studio - spiega il ricercatore napoletano - è frutto di un'importante collaborazione internazionale con i gruppi di James Hurley dell'Università della California e di Lukas Huber dell'Università di Innsbruck e segna una tappa fondamentale verso l'individuazione di farmaci in grado di agire su questa importante via metabolica che, quando alterata, apre la strada a molti tumori.

I fari in questa fase sono puntati su due malattie genetiche caratterizzate da un elevato rischio di sviluppare tumori, proprio a causa delle alterazioni descritte: la sclerosi tuberosa e la sindrome di Birt-Hogg-Dubé (BHD). Non a caso lo studio è stato finanziato da Telethon che dall'Airc e della Regione Campania. I ricercatori del Tigem cercheranno terapie mirate tali da ristabilire l'equilibrio metabolico compromesso in alcune condizioni patologiche che fanno da apripista allo sviluppo di neoplasie, come già dimostrato nei modelli animali. Inibendo TFEB si riesce ad arrestare la proliferazione tumorale ed è possibile usare molecole già disponibili o da disegnare ad hoc. Questo avviene anche in tumori non ereditari già noti per essere associati alla stessa disfunzione come il melanoma oil tumore al seno triplo negativo». 

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