Il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere apostolico - quello che si calò nei sotterranei di un palazzo e tolse i sigilli per ridare luce alle case occupate di via Santa Croce in Gerusalemme, tra le proteste di chi lo accusava di aver messo in atto un'azione illegittima - ieri mattina era qui a Napoli per visitare la nuova casa dei poveri recentemente inaugurata. Una visita a sorpresa, quella di Konrad, segretario e consigliere del Papa, che ha voluto toccare con mano il nuovo progetto che il cardinale Sepe, a nome della Diocesi e in sinergia con i padri Gesuiti, ha appena realizzato: cinquanta senza dimora hanno infatti trovato ospitalità in una casa messa a disposizione dai sacerdoti della Compagnia di Gesù a Cappella Cangiani. Una residenza attrezzata - grazie anche alla collaborazione della Caritas diocesana - con grande urgenza per offrire un alloggio ai senzatetto che - in giro per la città - rischierebbero il contagio nell'epidemia da coronavirus.
Konrad è arrivato di buon mattino. Incantato dalla bellezza di una città che - ha detto - trova «irresistibile e accogliente» - il cardinale elettricista è stato accompagnato da Crescenzio Sepe a Cappella Cangiani. Con loro anche don Franco Rapullino, parroco di San Giuseppe a Chiaia che - grazie ai fondi raccolti nella sua comunità - ha offerto il pranzo ai clochard che convivono nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, a cominciare dal distanziamento sociale che viene fatto rispettare in maniera severa e rigorosa. Poi, i regali. A nome e per conto di Bergoglio, il cardinale polacco è arrivato portando con sè un furgoncino del Vaticano carico di doni per gli ospiti della nuova struttura dei gesuiti. «Napoli è davvero una città dal cuore grande - ha commentato Konrad visitando le singole stanze dei clochard - ricca di creatività ma anche di tanta solidarietà e compassione». È stato don Franco Rapullino a ricordare al segretario del Pontefice le tante iniziative organizzate dal cardinale Sepe per aiutare chi vive in condizioni di difficoltà. Dalla Casa di Tonia - un centro di accoglienza nato per ospitare giovani donne sole con i propri figli - a quella che accoglie gli ammalati di Aids.
Una lunga passeggiata tra i viali di Cappella Cangiani con il cardinale Sepe che ha spiegato a Konrad il valore di una ospitalità della quale la città ha un gran bisogno. L'accoglienza nella nuova casa prevede anche il vitto e ogni possibile assistenza compresa quella sanitaria. «Si tratta di un ulteriore segno della vicinanza umana che la Chiesa della Carità va testimoniando da anni, attraverso la Caritas, il volontariato e le organizzazioni ecclesiali, - ha detto il cardinale - con l'apertura della casa di Cappella Cangiani abbiamo inteso non lasciare nell'abbandono i più poveri tra i poveri».